Tecnologia
May 23 2018
Il futuro raccontato da Philip K. Dick e Steven Spielberg in Minority Report è già presente. In tutto il mondo cresce a dismisura l'utilizzo dei software che possono prevedere i reati. Anche in Italia la sperimentazione è già iniziata, un nuovo alleato per la lotta alla criminalità che però apre preoccupanti scenari sulla privacy dei cittadini: in cosa consistono questi programmi? Come ottengono le informazioni?
I progetti di sviluppo per software predittivi sono un'industria hi-tech in rapida ascesa. Esistono centinaia di varianti in sperimentazione ma quasi tutte partono dagli stessi presupposti: i crimini vengono predetti per tipologia, posizione e orario. Il software traccia le informazioni attraverso centinaia di filtri tra cui i crimini commessi nella zona, la serialità dei tipi di crimine in base all'orario e la concentrazione di persone con precedenti in determinate zone. Incrociando i dati il computer elabora potenziali aree di tensione nelle quali le possibilità che si commetta un reato in un determinato orario sono statisticamente più alte. Inoltre, in caso di reato già avvenuto, possono indicare quali sono i profili presenti nella zona più simili all'identikit statistico del colpevole. Un incrocio di geografia sociale, criminologia, statistica e informatica che non prevede gli omicidi come nel film di Spielberg ma permette di mappare in tempo reale la potenziale criminalità delle città.
In Usa il dipartimento di Los Angeles ha mostrato con orgoglio i risultati dell'utilizzo di Predpol, un software Pre-Crimine realizzato dalla Palantir Techonologies. I Palantir sono un riferimento ad un oggetto inventato da J.R.R. Tolkien per l'universo della Terra di Mezzo. Anche chiamate Pietre Veggenti, nella letteratura dello scrittore britannico sono manufatti che permettono di prevedere il futuro. Il nome ideale per un'azienda che si occupa di fornire algoritmi per indagini e che lavora con la CIA. La Palantir era stata chiamata in causa anche durante lo scandalo Facebook - Cambridge Analytica per voce di Christopher Wylie, il 28enne che con le sue dichiarazioni sui dati venduti all'azienda di Zuckerberg fece esplodere lo scandalo. Durante una delle sue testimonianze Wylie ha parlato di una presunta collaborazione tra la Palantir Technologies e Cambridge Analytica.
La possibilità che una delle più importanti aziende al mondo per la produzione di software Pre-Crimine sia implicata nel più grande scandalo al mondo per il furto di dati preoccupa gli americani e non solo. In Usa gli sviluppatori di Predpol hanno voluto chiarire che il programma "non utilizza nessun dato personale" ma secondo Human Rights il problema è un altro: il software finirebbe sempre con l'accusare i quartieri più poveri discriminando neri ed ispanici. I timori riguardano anche le possibili evoluzioni dei software, integrazioni che potrebbero attingere informazioni da dati sensibili come accaduto con Cambridge Analytica. L'evoluzione della tecnologia si scontra così con la paura di un futuro simile a quello descritto da George Orwell, una Psicopolizia capace di punire le intenzioni e di interpretare l'identità digitale.
Nel frattempo i programmi per i software predittivi crescono in ogni parte del mondo, apparentemente tutti senza l'utilizzo di dati personali della popolazione (tranne in caso di precedenti penali). In Usa sono stati già sperimentati programmi come Crush, che mette insieme le informazioni su delitti commessi, criminali schedati e rapporti sulle dinamiche. In Germania hanno creato Precobs, (PreCrime Observation System) mentre la Metropolitan Police di Londra utilizza Accenture, un sosftware per individuare in anticipo quali membri delle gang commetteranno un crimine in futuro.
Anche in Italia esistono già embrioni della Pre-Crimine: a Milano si utilizza già dal 2007 Key Crime, che calcola gli obiettivi più a rischio in una determinata area della città, mentre a Trento è nato ESecurity, laboratorio per la sicurezza urbana predittiva.