Economia
October 23 2017
“La ripresa economica in Europa ha basi solide. E anche in Italia le cose stanno andando bene: tutti gli imprenditori che incontriamo ci dicono che le loro aziende stanno migliorando i risultati. E questo è merito anche di chi ha eliminato i motivi di incertezza che riguardavano in particolare il sistema bancario: la Bce, il governo italiano, le autorità di controllo”. Non ha dubbi Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di Unicredit, ad Abu Dhabi per l’apertura della nuova filiale dell’istituto nella capitale degli Emirati arabi uniti: l’obiettivo è creare nella regione un “hub” per aiutare le aziende clienti a operare nel Golfo e far crescere gli investimenti degli emiri in Italia e in Europa.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, Mustier, affiancato dal presidente Giuseppe Vita e dal direttore generale Gianni Franco Papa, ha lanciato un deciso segnale di approvazione verso l’azione del governo e della Banca d’Italia il cui governatore Ignazio Visco è finito sotto il tiro di Matteo Renzi e parte del Pd.
Dal punto di vista di un banchiere che guida la seconda banca italiana e una delle più importanti d’Europa con 25 milioni di clienti, è stato fondamentale restituire fiducia ai mercati, risolvendo la crisi bancaria. E pur rifiutandosi di fare commenti sul caso Visco, Mustier ha riconosciuto che il problema-banche è stato risolto (ha citato i casi Mps e banche venete) anche grazie alle autorità di controllo e al governo. “L’Italia ha un grande potenziale, i suoi imprenditori sono bravi e creativi. Ma occorre avere un sistema bancario solido e ora la situazione è migliorata. Gli Npl (non performing loan, crediti deteriorati, ndr) non sono più un problema sistemico per le banche italiane. Sono un problema importante, sono ancora leggermente superiori alla media europa, ma la crisi di fiducia è superata”.
Per quanto riguarda la ripresa europea, il manager francese ha sottolineato come poggi su basi solide, coinvolgendo l’export, i consumi delle famiglie, gli investimenti delle aziende. E anche in Italia i segnali che arrivano al quartier generale di Unicredit fanno dire a Mustier che “stiamo andando nella direzione giusta”.
Mentre Mustier parla, accanto all’albergo-grattacielo che ospita la conferenza un’enorme spianata di terra brulica di cantieri: ad Abu Dhabi nuovi palazzi nascono come funghi in un boom immobiliare che non sembra avere fine.
Capitale degli Emirati arabi uniti (composto da sette emirati) e capoluogo dell'emirato omonimo, con una popolazione di appena 1,5 milioni di persone Abu Dhabi è la settima più grande riserva mondiale di petrolio e gas naturale del mondo: possiede rispettivamente il 9% di tutte le riserve di greggio (98.2 miliardi di barili) e quasi il 5% di quelle di metano (5.8 mila miliardi di metri cubi). Sapendo che l’era del petrolio prima o poi terminerà, Abu Dhabi ha avviato un ampio programma di diversificazione della propria economia puntando su infrastrutture, energie rinnovabili e progetti culturali (ai primi di novembre sarà inaugurata la sede locale del Louvre). Occasioni di business importanti per le nostre aziende. Già ora il saldo commerciale tra Italia ed Emirati è a nostro favore per 4,5 miliardi di euro. E imprese di costruzioni sono attive qui da tempo. La Impregilo, per esempio, ha costruito la grande moschea dello Sceicco Zayed che può ospitare 40 mila fedeli. “Stanno ripartendo anche gli investimenti nelle infrastrutture per il settore del petrolio e del gas” ha specificato il direttore generale Papa, secondo il quale la crescita in quest’area si aggira sul 3% all’anno.
Per servire le imprese italiane e non solo (già mille aziende europee operano nell’area del golfo e molte sono clienti di Unicredit), la banca ha aperto la nuova struttura ad Abu Dhabi, che fungerà da piattaforma per gli investimenti verso e dagli Emirati e i Paesi del Gulf cooperation council (cui fanno parte Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti). Sono Paesi che rappresentano il 6% dell’interscambio con l’Ue e sono il quinto maggior mercato di esportazione per le imprese europee. Mustier ha citato i casi di Salini, che sta costruendo un ponte, e della Venchi (cioccolato) come aziende che stanno operando negli Emirati e che sono sostenute da Unicredit. Nell’Emirato hanno inoltre sede i maggiori fondi sovrani del mondo con asset gestiti per oltre 1.200 miliardi di dollari. Il fondo di Abu Dhabi Mubadala, tra i primi azionisti di Unicredit, ha in giro per il mondo investimenti per 126 miliardi di dollari. Ma la branch di Abu Dhabi guarderà pure ai mercati africani.
Nel corso della conferenza è stato toccato il tema del rinnovo del consiglio di amministrazione atteso per fine anno e il presidente Vita ha detto che dopo due mandati sarà naturale un avvicendamento alla presidenza. E non è mancata una domanda sull’alce, il simbolo dell’Unicredit che Mustier si porta dietro in ogni occasione: “È un portafortuna, fa pensare al Natale ma è anche un simbolo di forza”. E Mustier è convinto che la sua banca abbia la forza per crescere ancora in Europa senza fare acquisizioni di altre banche, e di sfondare nel Golfo.