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La rivincita di Enrico Letta

Enrico Letta può farcela. Incredibilmente, l’Italia si trova nella condizione di poter occupare ben due caselle fondamentali dello scacchiere Europeo. E non grazie a Renzi, ma “contro” Renzi. La prima è la presidenza della banca centrale, la BCE, con Mario Draghi saldamente al suo posto. La seconda potrebbe arrivare con la designazione dell’ex premier italiano alla presidenza del Consiglio Europeo da parte dei capi di governo della UE. Sarebbe un bel successo, per l’Italia. Ed è, oggi, alla portata. Ma c’è un ostacolo: l’Italia. O, meglio, Renzi che dopo aver assicurato a Enrico Letta che non avrebbe tramato per spodestarlo da Palazzo Chigi, dalla sera alla mattina lo ha rottamato e sostituito senza neanche passare dal voto. O, meglio, ha creduto di poterlo fare senza subirne (eccessive) conseguenze. Ma per Letta è il momento della rivincita. E per l’Italia, un’occasione da non perdere. 

Letta dopo la defenestrazione è volato nelle capitali europee, ha continuato a tenere le fila dei suoi rapporti con le cancellerie. In silenzio ha preparato la personale rivalsa. È rispettato, stimato, ancora giovane. È la figura per certi aspetti ideale: vorrebbe “cambiare verso” all’Europa, senza rompere con Angela Merkel. È cresciuto a pane e UE, perché la sua carriera politica è nata all’ombra di Prodi con la creazione stessa dell’Euro. E pur essendo un ex presidente del Consiglio, non è un leader che possa fare ombra agli altri come un Blair (tranne che a Renzi, dal quale lo divide il “pasticciaccio brutto” della successione traumatica a Chigi). È mai possibile che Renzi presenti la designazione della Mogherini Alto rappresentante della politica estera e di difesa della UE come un’alternativa preferibile a quella di Letta presidente del Consiglio europeo? Eppure, si capisce: ve l’immaginate Renzi, presidente del Consiglio italiano, seduto nei vertici europei al fianco di Letta presidente del Consiglio UE?  

Ecco, Matteo si trova nell’imbarazzante posizione di poter apparire, se si opporrà all’ipotesi Letta, come chi fa il gioco di se stesso e non del paese. La freddezza con la quale lascia cadere l’ipotesi e i fedelissimi cambiano argomento quando qualcuno avanza l’idea dell’ex premier (del Pd) a capo del Consiglio europeo, sono il segno di una difficoltà oggettiva. Se Renzi vuol fare l’interesse dell’Italia, appoggi Letta. 

È proprio questo che si dice nelle cancellerie europee: l’Italia non avrebbe diritto altro che a Mr. Pesc (e forse neanche a quello), ovvero alla casella per la quale Renzi ha candidato l’attuale ministro degli Esteri, Federica Mogherini, sua fedelissima. Ma Letta potrebbe spuntarla come candidato dell’Europa, non dell’Italia. Il suo nome metterebbe d’accordo Cameron con Hollande e con la Merkel. Londra con Parigi e Berlino. Rispettando per di più l’equilibrio tra i gruppi politici, perché vestirebbe i colori della stessa compagine europea, quella socialista, a cui appartiene il Pd di Renzi.  

Voglio proprio vedere come andrà a finire.

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