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May 22 2017
Sbucando all'improvviso dalla porta San Giovanni lungo le mura Aureliane, passavano sferragliando vetture tranviarie a due piani. Siamo a Roma, più di un secolo fa.
Lungo i binari, quei tram alti e stretti imboccavano la via Appia lasciandosi Roma alle spalle cariche di passeggeri diretti verso dolci colli dei Castelli romani.
La rete tramviaria che collegava Roma con i colli pittoreschi di Frascati, Grottaferrata, Albano, Rocca di Papa e infine Lanuvio e Velletri era nata a cavallo tra il XIX e il XX secolo in una Roma la cui popolazione era triplicata negli ultimi trent'anni e che necessitava dello sviluppo urgente di una rete ferrotranviaria per il trasporto di passeggeri sia urbana che extraurbana. La società di gestione della nuova tramvia nacque per un accordo tra le autorità municipali e la società francese Thomson-Houston, che aveva fornito il materiale rotabile. La STFER (Società delle Tramvie e Ferrovie Elettriche di Roma- in seguito STEFER) che era nata nel 1899, ebbe due anni dopo la concessione delle linee Roma-Grottaferrata e Frascati-Grottaferrata-Genzano oltre alla diramazione per Valle Oscura, con la coincidenza per la prima funicolare ad acqua di Rocca di Papa.
Il primo servizio extraurbano entrò in funzione nel novembre 1903, mentre il capolinea fu spostato entro le mura vicino alla stazione Termini. Il successo della tramvia portò negli anni '10 al raddoppio della linea, che seguiva la via più diretta lungo la Appia passando nei pressi delle Capannelle.
Le vetture "Imperiali" a due piani saranno gradualmente sostituite da motrici e rimorchi più moderni, ad un solo piano e colorate nellacaratteristica livrea blu della società. La tranvia dei castelli inizierà un lento declino a partire dal secondo dopoguerra. Nel bombardamento di Roma del 19 luglio 1943 e nei diversi attacchi al materiale rotabile fu danneggiata una buona parte delle tratta, e la diramazione per Lanuvio non sarà mai ripristinata.
Il secondo dopoguerra vide la ripresa dell'esercizio della linea dei Castelli, con traffico sostenuto su entrambe le diramazioni per Velletri e Valle Vergine, in particolare sulla tratta urbana che porta a Cinecittà. Tuttavia il crescente traffico automobilistico del boom economico segnerà il declino della tramvia, in quanto solo per brevi tratti questa correva in sede propria. Per il resto le vetture condividevano il tragitto con la sede stradale, risultando d'intralcio alla prima motorizzazione di massa del dopoguerra. La stessa STEFER sarà costretta ad iniziare la riconversione delle linee urbane ed extraurbane con gli autobus. Il 5 gennaio 1956 un grave incidente (2 morti e 17 feriti) nei pressi di Marino firma la condanna definitiva della tramvia, che viene considerata insicura e vetusta. Poco dopo è presentato il progetto della Metropolitana linea A, i cui lavori nei pressi della linea STEFER per Cinecittà comporteranno la deviazione temporanea di quest'ultima.
Nel 1962 termineranno le corse per Valle Vergine e l'anno successivo verrà chiusa anche la funicolare per Rocca di Papa. La notte del 3 gennaio 1965 l'ultimo tram dei Castelli parte da Roma in direzione Genzano. Da allora i binari e le vetture rimarranno un ricordo, che il tempo va sbiadendo. Una delle vetture a due piani dismesse compare nel film "Totò e Marcellino" del 1958, dove una vecchia "Imperiale" dei Castelli viene utilizzata come abitazione di fortuna da Totò nei panni di un ladruncolo dal cuore d'oro. Una delle ultime vetture in esercizio è esposta presso la stazione Anagnina della Metropolitana linea A di Roma.
Per approfondire la storia della Tramvia dei Castelli romani si segnala il volume di Alberto Procaccini e Luciano Vergati"Gita In Tram ai Castelli Romani" ( Bibliotheka Edizioni). Vedi link.