Lifestyle
October 20 2017
Gli enduristi sono individui un po' folli, gente bizzarra che ama passare il proprio tempo tra polvere, fango e sassi.
Assieme alle loro motociclette altissime, leggere e con le ruote artigliate, si inerpicano sulle mulattiere, saltano tra le dune o vanno di traverso su piste piste sterrate: il "dove" è irrilevante, quel che conta, davvero, è che ogni volta quell'ensemble di carne, ossa, gomma e metallo racconta una nuova storia in cui è protagonista mentre sfida i propri limiti e le leggi della fisica alla conquista di un equilibrio che, invece, rimarrà - va detto - sempre e comunque precario.
L'enduro è un virus, ma è anche uno sport, uno sport di squadra perché quando qualcuno del gruppo è in difficoltà deve sempre poter contare sull'aiuto dei compagni.
E' pericoloso? Sì, ma c'è forse qualcosa di più elettrizzante che mettere a rischio il proprio corpo, la propria esistenza?
Come si finisca per contrarlo, quel virus, è ancora del tutto ignoto. Si sa però che a rimanerne contagiati sono perlopiù coloro che cercano un modo per continuare a stare in sella anche quando le condizioni climatiche rendono proibitivo farlo sull'asfalto. Provano e non smettono più. Anzi, finiscono per perdere interesse per tutti gli altri modi di essere motociclisti.
E poi ci sono gli appassionati di viaggi che, dopo aver sentito il richiamo esotico dei deserti e averlo vissuto nel modo più avventuroso che ci sia, restano folgorati dall'emozione che si prova nel superare un ostacolo o a vivere quel senso di libertà in mezzo a scenari mozzafiato che soltanto la moto riesce a trasmettere. Ed è come un altro mal d'Africa che non smette di tormentarti fino a quando non parti un'altra volta.
Ma riguarda anche chi magari su una moto non ci è mai salito e si ritrova a farlo perché incuriosito dall'opportunità di provare un'esperienza ad alto tasso di adrenalina.
Fortunato chi quel virus lo vede trasformarsi in un insieme di riti, luoghi e icone: uno stile di vita, una passione.
Volete provarci? Ci sono scuole e luoghi. Un indicazione? Potete scrivermi a luciano.lombardi@mondadori.it