La tragica fine di Jenny - recensione

Un boss mafioso uccide a sangue freddo Ben Foster nel suo studio professionale, ma Dave Forsythe, testimone involontario dell’omicidio, intravede l’assassino attraverso una porta socchiusa. Senza esitare, si reca alla polizia per denunciare quanto accaduto.

Pochi giorni dopo, John Foursize, un uomo comune che si trova in un ufficio postale per spedire una raccomandata, viene confuso con il "supertestimone" dai sicari del boss a causa della somiglianza del suo cognome con quello di Forsythe. Da quel momento, la sua vita cambia radicalmente: i sicari iniziano a pedinarlo, in attesa di istruzioni dal loro capo.

Passano giorni di apparente tranquillità, ma una sera, mentre i coniugi Foursize si apprestano a cenare nella loro abitazione, due proiettili attraversano le vetrate del soggiorno, creando il panico. Anche se illesi, John e sua moglie Jenny realizzano di essere nel mirino di qualcuno determinato a farli fuori.

Sconvolto da questi eventi, il tenente Freeman del reparto Omicidi inizia un’indagine approfondita sulla vita dei coniugi. Da John scopre la storia dello scambio di nome all’ufficio postale; da Jenny, invece, emerge un dettaglio inquietante: la donna confessa di aver avuto una relazione con Peter Cusher, un uomo che, dopo un inizio promettente, si era rivelato violento e ossessivo, arrivando a minacciare di eliminare suo marito.

Le indagini prendono quindi una piega inaspettata: l’agguato alla casa dei Foursize potrebbe essere opera di Peter Cusher, e non dei mafiosi, come si era inizialmente ipotizzato.

È questa la trama de La tragica fine di Jenny di Roberto Ticozzi. Un racconto emozionante e avvincente che tiene il lettore con il fiato sospeso grazie a un susseguirsi di colpi di scena e intrecci inaspettati. Roberto Ticozzi adotta una narrazione giallistica frammentata e ricca di enigmi, trasformando la lettura in una vera e propria caccia al tesoro per scoprire la verità nascosta dietro le ambiguità presentate e i non detti.

Gli avvenimenti si susseguono con ritmo incalzante: l'omicidio di Jenny e quello di Ben Foster impegnano la polizia di New York in un’indagine lunga e complessa, fatta di piste contraddittorie e dettagli apparentemente insignificanti. L’autore, con maestria, costruisce un’atmosfera densa di tensione e mistero che non viene mai meno fino all’ultima pagina.

Il libro non è solo un giallo avvincente, ma offre anche uno spunto di riflessione più profondo: attraverso un linguaggio evocativo e simbolico, Ticozzi esplora le complessità della mente umana, suggerendo che la verità è raramente scontata e lineare, e che il male può annidarsi anche nelle persone più insospettabili.

Roberto Ticozzi, nato a Milano nel 1955, è un giornalista e grafico con quarant’anni di carriera presso diverse testate periodiche della Mondadori. Ha esordito nella narrativa nel 2014 con Il tunnel (Europa Edizioni) e nel 2022 ha pubblicato Il volto riflesso (Gruppo Albatros), vincitore del Premio della Critica in un prestigioso concorso letterario. Grande appassionato ed esperto di cinema noir americano, Ticozzi riflette questa passione anche nella sua nuova opera, La tragica fine di Jenny, un classico esempio di noir intriso di tensione e colpi di scena.

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