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June 21 2019
Conosco Laura Tangherlini dopo l’intervista al violinista siriano Alaa Arsheed, e resto colpita e incuriosita dalla passione della giornalista per il Medio Oriente e dal suo amore e impegno per il popolo siriano.
Nell'Introduzione del suo ultimo libro "Matrimonio siriano, un nuovo viaggio", Corradino Mineo la presenta così:
"La Tangherlini è tenace e ostinata, tetue direbbero in Francia. L'ho avuta giovane giornalista al tempo di Rainews24. Ricordo che si faceva del male per cercare di essere come immaginava di dover essere. Già conduttrice, e per questo invidiata, veniva nella mia stanza chiedendo che la rimandassi in Siria. Al tempo della guerra civile. Si proponeva di andarci anche usando le sue ferie, con una telecamera nascosta, senza alcuna copertura della Rai, correndo il rischio - che a me sembrava concreto - di regalare una presa e un ostaggio al primo gruppo di tagliagole. O peggio, di scomparire nel nulla come purtroppo è successo a Paolo Dall'Oglio...Allora seppi resistere e lasciai Laura a condurre i notiziari della allnews. Ma come rifiutare, ora, di leggere e di presentare il suo diario di viaggio? Magari capirò . mi sono detto - quale liaison ci sia tra i confetti della festa nuziale e i campi dove si ammassano i profughi"
Laura, come nasce il tuo interesse per il Medio Oriente, e per la Siria in particolare?
“L'interesse per il Medio Oriente nasce già ai tempi della scuola elementare quando ero rimasta affascinata dalla complicata questione palestinese: per essere chiara non capivo perché, studiando la geografia, esistessero ad esempio la Francia e i francesi, l'Italia e gli Italiani, l'Inghilterra e gli Inglesi, e i Palestinesi ma non la Palestina.
Da allora decisi avrei voluto approfondire ed occuparmi di quello che all'epoca per me era semplicemente un senso di ingiustizia e di forte confusione. Qualche anno dopo poi, rimasi folgorata da una corrispondenza radiofonica di Giovanna Botteri da una città rasa al suolo da un bombardamento (non riesco a ricordare se si trattasse del Golfo o dei Balcani) in cui veniva descritta una casa di cui era rimasto in piedi solo una parete con delle scarpette da ballo appese.
All'epoca avevo appena dovuto lasciare la danza classica e lo interpretai come un segno del destino: avrei fatto la giornalista, avrei parlato di popoli oppressi e del popolo palestinese e mi sarei occupata di conflitti e di Medio Oriente.
In realtà purtroppo un percorso del genere non mi è stato propriamente concesso e dunque nel mio piccolo ho cercato di occuparmene ove possibile.
Per questo ho cominciato a studiare arabo, come hobby subito dopo la laurea, e per questo mi sono ritrovata nel 2009 a trascorrere qualche mese a Damasco. Mesi che sono rimasti impressi nel mio cuore, così come la popolazione siriana di cui mi sento di far parte. Una popolazione ospitale, generosa, dignitosa, resiliente come e più di altre. Una popolazione che ha sofferto e sta soffrendo troppo e di cui ho deciso di farmi portavoce.”
Raccontami del tuo libro "Matrimonio Siriano, un nuovo viaggio"
" "Matrimonio Siriano, un nuovo viaggio" è l'ultimo tassello, l'ultima tappa, di un mio personale progetto di sensibilizzazione, inchiesta e benefico che porto avanti da sette anni per i profughi siriani.
E' il proseguimento naturale del precedente lavoro (libro più dvd) "Matrimonio Siriano", che in parte ho incluso.
Comincia quando, coinvolgendo ovviamente mio marito, il cantautore Marco Rò, ho voluto organizzare in chiave completamente benefica per i profughi siriani le nostre nozze in Umbria, incontrando e aiutando poi quegli stessi profughi in Libano e Turchia.
Era l'anno 2016/2017, abbiamo sostenuto a distanza per un anno (prima di volare a incontrarlo) la famiglia di un piccolo orfano siriano che abitava nel campo palestinese di Burj el Chemali in Libano. A nozze concluse, siamo invece volati in abito bianco in Turchia a comprare coi regali di nozze giacconi invernali ed altre cose per un centinaio e oltre di piccoli siriani ospiti di un centro diurno e di un orfanotrofio. Con loro abbiamo festeggiato e cantato in una sorta di secondo ricevimento di nozze.
"Matrimonio siriano, un nuovo viaggio" termina poi in Giordania, la parte centrale di questo nuovo libro, dove sono tornata, da sola, lo scorso aprile, per continuare il mio progetto di ascolto e sopratutto di aiuto concreto verso quel popolo che amo. Al dito sempre la fede e sulle spalle chili di aiuti sia miei, banalmente i guadagni delle vendite del precedente "Matrimonio Siriano" attraverso cui ho acquistato pacchi di beni di prima necessità e medicinali, sia inviati (soldi e materiale di cancelleria) da tanti conoscenti e telespettatori che negli anni hanno seguito e sostenuto questo mio molteplice viaggio d'amore.
Un viaggio colorato da momenti di festa, racconti dolorosi, conversazioni musicali, incontri speciali che mi hanno particolarmente colpita, personali iniziative benefiche e il duro lavoro di alcune ong tra cui Terre des Hommes, Un Ponte per..., Avsi, Intersos, Vento di Terra, Uisp, Aibi Amici dei Bambini, Kids for Paradise, Amal for Education. Una nuova finestra di verità aperta su un mondo che i nostri media ci fanno ignorare.
Le interviste che ho poi realizzato parlando con queste persone si concentrano sulla attuale situazione in Siria, sulla effettiva pericolosità o fattibilità di un ritorno in Patria, sulle condizioni di vita dei profughi dopo oltre otto anni di guerra, sui loro sogni per il futuro e sulla nostalgia del passato."
Hai avuto paura di avvicinarti a quel dolore? Como si vince?
“Avvicinarmi a queste persone, ai loro racconti, al loro dolore è spesso difficile. Nel senso che provoca in me sentimenti di impotenza, di rabbia, dolore empatico....Mi ripetono cose che conosco da anni, o che magari sono andate ulteriormente peggiorate, e so che al resto del mondo non interessa abbastanza.
Spesso ai loro racconti fatico enormemente a trattenere le lacrime. Il mio punto di vista come cronista, rispetto al mostrare o raccontare il dolore è però molto netto: le cose vanno raccontate, a brutto muso, per cercare di scuotere quell'indifferenza e quel cinismo che ormai sono diventati dilaganti. La verità, in un contesto come quello siriano che in questi anni è stato fin troppo strumentalizzato dalla propaganda, va raccontata e gridata. Le singole storie delle singole persone sono più che preziose fondamentali.”
Quali progetti hai per il futuro e di cosa avresti bisogno?
“Capire come distribuire il documentario omonimo di "Matrimonio siriano, un altro viaggio" già pronto, e sto pensando anche a unospettacolo teatrale, aiutare ancora le famiglie di profughi siriani incontrate ed altre, continuare a sensibilizzare e fare informazione sul dramma del popolo siriano e sulla tanta propaganda e cattiva controinformazione al riguardo.
Ora con le vendite di questo nuovo libro intendo continuare ad aiutare tre in particolare delle famiglie che ho conosciuto in questo ultimo viaggio. Sono tutte famiglie con figli disabili con cui sono rimasta in contatto.
Il libro, edito da Rubbettino edizioni, ha la prefazione di Gianantonio Stella e l'introduzione di Corradino Mineo. Al suo interno illustrazioni donate all'autrice gratuitamente da professionisti, studenti e professori di alcuni Istituti scolastici.”