I veri freni all'economia UE sono gli Houthi e la Bce

Nessuno si aspettava grandi novità oggi dalla riunione della Bce che, come previsto quindi, ha mantenuto i tassi di interesse invariati. «L’economia è debole, non è il momento di abbassare la guardia…» ha detto Christine Lagarde confermandosi la persona e l’economista che è sempre stata: prudente, prudente ed ancora prudente.

D’altronde è la sua storia che lo racconta: mai un impulso coraggioso, solo cinghie strette, misure drastiche, austerità. Dal Fmi, alla Ue, alla Bce, la linea filosofica di ogni sua decisione è sempre stata solo quella: la carota non è prevista, c’è solo il bastone.

Senza poi considerare un’altra cosa, classica del suo carattere e del suo modo di fare. Oggi Lagarde ha tenuto a precisare che se oggi le cose vanno meglio di un anno fa «è merito delle scelte della Bce». I problemi ed i guai invece sono sempre colpa di altri, mai suoi.

Il rinvio dell’annunciata (da lei) riduzione dei tassi è sempre facile da giustificare. E poco conta se lei stessa oggi affermi che nel 2024 l’economia crescerà. basta poi dire che non crescerà abbastanza. E fa niente se i paesi della Ue stanno facendo i compiti da lei richiesti; basta una crisi qualunque nel mar Rosso e due missili degli Houthi contro le navi cargo per lanciare un nuovo allarme che potrebbe interferire con la politica comunitario globale. Insomma, per Lagarde non è mai il momento giusto, un po’ quando una coppia di giovani deve decidersi quando sposarsi, quando fare un figlio… non è mai il momento giusto è la migliore delle giustificazioni ed allo stesso tempo però la peggiore delle scuse.

Serve coraggio e se non ce lo mette lei allora alcuni rami del mondo finanziario lo hanno messo al posto suo: l’inflazione è metà di quello che era un anno fa, i mutui stanno scendendo a prescindere dai tassi. Insomma, le banche stanno sbugiardando e smentendo la loro guida suprema.

Siamo davvero sicuro, cara Presidente, che oggi sia più utile l’ennesimo colpo di freno invece di una bella accelerata? Siamo sicuri che i vantaggi di un taglio oggi o tra un mese dei tassi non possa dare un segnale di positività all’intero mercato ed anche alla società forse stanca di inviti alla calma, alla prudenza, alla paura? L’inflazione scende, i mutui calano, l’economia dei principali paesi Ue è prevista in crescita (poco o tanto non conta), le borse stanno continuando a correre, il lavoro non manca… cosa manca per arrivare alle condizioni ideali per la riduzione dei tassi?

Mario Draghi è diventato famoso soprattutto per quel «Whatever it takes» con il quale salvò di fatto l’euro ad un passo dal precipizio. Parole dietro cui, oltre a calcoli e studi, c’era anche una buona dose di coraggio oltre che di personalità.

La sensazione è che all’Europa non manchi nulla per ottenere la riduzione dei tassi di interesse, manca solo un po’ di coraggio ad una persona.

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