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January 17 2018
Già, il fascino discreto delle visite diplomatiche. Alla vigilia sembrano interessanti, poi si svolgono nella noia del protocollo, il giorno dopo finiscono nel dimenticatoio.
Eppure la visita del 18 gennaio che vede protagonisti a Londra il presidente francese Emmanuel Macron e il premier britannico Theresa May è importante, eccome. Non solo (e non tanto) per i temi che saranno sul tavolo: immigrazione, difesa europea e futuro del continente. Ma soprattutto per il significato politico-strategico che ha questa alleanza ora che Angela Merkel risulta una leader indebolita in questo interregno tedesco tra il voto di settembre 2017 e la difficoltosa nascita del IV governo di coalizione.
Sono due i temi principali su cui si gioca la partita di Macron: l'Europa e l'Atlantico.
Sul primo, il ragionamento di Macron si basa proprio sulla latitanza forzosa dal palcoscenico europeo del cancelliere tedesco. Il desiderio di sostituire una Merkel indebolita alla guida dell’Europa è forte.
Per riuscirsi serve pazienza, e Macron sinora l’ha dimostrata, ma serve soprattutto un alleato, e May potrebbe essere quello giusto. Per almeno due ragioni: ora sembra di nuovo salda al governo; con la Brexit ormai decisa e instradata Londra è l’interlocutore buono per ogni occasione, perché con Brexit appunto si è guadagnata una flessibilità di manovra assai utile, in certi frangenti, per aggirare i limiti imposti da Bruxelles. E last but not least la May non può chiedere in cambio, essendo fuori dai giochi, nomine e appalti comunitari.
Macron potrebbe quindi puntare su un ruolo di leader alla pari con Merkel in Europa, e su un’amicizia forte alle sue porte, utile tutte le volte che la coperta europea dovesse rivelarsi troppo corta. E succede spesso.
Ragionamento ribaltato a specchio per Theresa May: fuori dall’Europa sì, ma con un canale preferenziale per un giro di walzer alla bisogna.
Il secondo tema abbraccia invece la NATO ed è preparato sull’idea che, con la presenza del leader imprevedibile Donald Trump a Washington, sarebbe auspicabile un asse Parigi-Londra per dare baricentro alla politica atlantica. Due leadership responsabili che tutelano gli interessi occidentali e ne custodiscono valori e posizionamento, mentre The Donald deve per forza di cose guardarsi alle spalle, e cioè al Pacifico con le tante minacce asiatiche presenti.