A Lampedusa tra i migranti è come se la «sudafricana» non esistesse
La notizia che la variante Sudafricana potrebbe soppiantare a breve la variante Delta ed essere più contagiosa continua a destare preoccupazione, trasformata in panico dopo l’individuazione del primo caso in Italia. Ad oggi la pericolosità della variante Omicron è sconosciuta per l’insufficienza dei dati disponibili ma allo stesso non sono stati presi provvedimenti extra in via precauzionale per gli sbarchi a Lampedusa dove è noto che ci siano più soggetti provenienti da Paesi dell’Africa meridionale. «Fino ad ora non abbiamo ricevuto nessuna nuova comunicazione riguardo la nuova variante e per il momento non ci sono sbarchi a causa del maltempo che imperversa da 10 giorni» spiega il il sindaco di Lampedusa Toto Martello.
Una situazione di preoccupazione testimoniata anche dagli agenti che operano sull'isola degli sbarchi, come racconta Antonio Alletto (sovrintendente capo polizia Agrigento) Segretario Generale MP: «La nuova variante ci preoccupa perché il nostro lavoro ci porta a stare a stretto contatto con queste persone, soprattutto perché negli hotspot lo spazio non è sufficiente e quindi siamo più a contatto con loro. Il problema è che vengono tamponati ma possono capitare i falsi negativi. Abbiamo i sistemi di protezione che ci rifornisce il ministero ma l’impossibile non si può fare perché il virus esiste. Noi chiediamo che non stiano più del periodo previsto perché abbiamo centinaia di uomini nei reparti di vigilanza agli hotspot che rischiano. Dal punto di vista organizzativo la macchina perfetta ma ci sono problemi di spazio. Nell’hotspot a Lampedusa ci sono 450 immigrati da 5 giorni, quando il centro ha una capienza per 250 e non possono essere trasferiti per il maltempo. Inoltre una delle due navi è vuota e da un’altra sono scesi oggi 108 migranti e ne rimangono altri 369, di cui 138 sbarcheranno domani».
A rendere più grave la situazione è il fatto che anche in vista di una nuova variante il ministero di Speranza o quello dell'Interno, Lamorgese, al momento non abbiano previsto alcun protocollo straordinario nelle zone dove avvengono gli arrivi clandestini ne tantomeno nuove norme per accelerare il sequenziamento dei tamponi che in Italia procede a rilento tanto da essere evidenziato in una nota dall’Iss «Si è osservata una diminuzione significativa delle sequenze depositate sulla piattaforma I-Co-Gen»
Un problema che ancora una volta non permette di anticipare la diffusione del virus ma costringe il sistema sanitario a rincorrerlo.
«Il sequenziamento dei tamponi è fondamentale per rintracciare tutte le varianti che entrano in Italia. Mentre nel nostro paese viene fatta come indagine flash a differenza degli altri paesi europei. La variante Omicron era già in circolazione dall’11 novembre.» dice l’epidemiologa Stefania Salmaso.
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