Il lancio perfetto di Crew Dragon, dove però manca un letto
Nonostante il rinvio per meteo e per un problema tecnico, con quattro astronauti a bordo, è stata lanciata con successo la capsula Crew Dragon, che domattina raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale. Dove però ora manca un letto, e il comandante dormirà nella capsula.
"Quando tutto sembra troppo perfetto è perché ti sei dimenticato qualcosa" recita un vecchio proverbio che alla Nasa conoscono dai tempi di John Glenn. Infatti, a pochi minuti dal lancio di Resilience, la notte scorsa all'una ora italiana, la squadra di prima assistenza ai lanci di SpaceX ha rilevato una potenziale perdita nel portello della navicella, problema risolto in meno di mezzora e rimosso prima che l'equipaggio venisse sigillato all'interno della Crew Dragon. Soltanto a quel punto, a 45 minuti dal decollo, dal centro di controllo hanno iniziato ad alimentare il razzo con ossigeno liquido super raffreddato e cherosene.
Poi è andato tutto meravigliosamente per SpaceX, che la notte scorsa ha lanciato con successo il suo primo volo di "taxi spaziale operativo" per conto della Nasa, utilizzando un razzo Falcon 9 partito dal Kennedy Space Center, Florida. La missione ha preso il nome di Resilience perché a bordo, al posto dei tradizionali rifornimenti destinati all'equipaggio già presente in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale e il materiale destinato agli esperimenti di ricerca, questa volta a bordo ci sono tre astronauti della Nasa, Mike Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker, in compagnia del collega giapponese Soichi Noguchi. "Ben fatto, è stato un viaggio fantastico", ha trasmesso via radio Hopkins ai controllori di volo di SpaceX dall'orbita, aggiungendo che il suo equipaggio era tutto sorrisi. "Fare la storia è decisamente difficile e voi ragazzi l'avete fatto sembrare facile. Congratulazioni a tutti. Resilience è in orbita."
A parte l'intoppo iniziale, la preoccupazione per i tecnici era rappresentata dal tempo. Il mare mosso nella zona di recupero del razzo aveva costretto la Nasa a rimandare il lancio di un giorno per assicurarsi l'arrivo in posizione, e la stabilità, della nave drone sulla quale si posa il razzo durante il recupero, nave che ha un nome piuttosto originale: Just Read The Instructions (Jrti), letteralmente "Basta leggere le istruzioni". Circa nove minuti dopo il decollo di stanotte il primo stadio del Falcon 9 è atterrato sulla Jrti segnando il 65° atterraggio della compagnia SpaceX e il 12° su questa particolare nave drone. Jrti ha anche una nave gemella dal nome non meno fantasioso: Off Course I Still Love You (Ocisly) "Ovviamente ti amo ancora", schierata come riserva della prima.
SpaceX prevede di riutilizzare il booster nella missione Resilience nel suo prossimo volo, che dovrebbe essere lanciato nella primavera 2021. Trasporterà un altro equipaggio di quattro astronauti: Shane Kimbrough e Megan McArthur della Nasa, l'astronauta francese Thomas Pesquet e il giapponese Akihiko Hoshide. Nel maggio scorso con il lancio di Crew Dragon Demo-2, la prima capsula SpaceX con equipaggio umano, la Nasa era tornata a lanciare dagli Usa dopo la dismissione degli Shuttle, avvenuta nel luglio 2011 con l'ultimo rientro dell'Atlantis.
Il lancio di questa notte celebra anche in vent0anni ella Stazione Spaziale Internazionale ed è avvenuto dalla rampa 39A del Kennedy Space Center, ovvero dallo stesso punto da dove partì l'Apollo 11 e alcuni degli 82 lanci dello Shuttle.
Per omaggiare il grande passato di questa torre di lancio, sullo stemma ufficiale della missione compaiono i quattro veicoli spaziali americani che hanno permesso i lanci umani: Gemini, Mercury, Apollo e Shuttle. Dopo l'incidente al Challenger, nel 1986, la Nasa decise che per gli astronauti ci dovesse essere sempre la possibilità di abortire la missione salvandosi attraverso l'uso di sistemi di emergenza. Dunque anche se uno dei razzi Falcon 9 di SpaceX avessero avuto un'avaria, i suoi astronauti avrebbero dicuto essere tratti in salvo, ecco perché la società di Elon Musk aveva dovuto dimostrare all'inizio di quest'anno che il sistema di recupero funzionasse a dovere con l'ausilio di manichini, per poi lanciare due astronauti, Bob Behnken e Doug Hurley alla fine della primavera scorsa. I due hanno poi trascorso sulla ISS circa 10 settimane rientrando il 2 agosto con un perfetto Splash-down nel Golfo del Messico. Ma mentre Behnken e Hurley hanno impiegato circa 19 ore per raggiungere la stazione spaziale, l'equipaggio di questa notte ne impiegherà circa 27. Durante quel periodo, gli astronauti potranno muoversi un po ', dormire un po' e nutrirsi. Il veicolo è completamente autonomo, quindi è progettato per volare senza alcun intervento umano, tuttavia ha un pannello di controllo completo che gli astronauti possono utilizzare in caso di necessità.
Mike Hopkins è il comandante della missione, Victor Glover è il pilota al suo primo lancio spaziale, Shannon Walker e Soichi Noguchi sono gli specialisti della missione. Ad attenderli sulla Iss ci sono l'americana Kate Rubins e i russi Sergey Kud Serchkov e Sergey Ryzhikov. Con sette persone a bordo la Iss potrebbe rivelarsi un po' sovra affollata poiché normalmente i suoi abitanti non sono mai più di sei e quindi ci sarà carenza di moduli dove dormire. Per risolvere il problema Mike Hopkins dormirà nella capsula fino a quando non sarà messo in orbita un altro modulo, che però potrebbe arrivare a metà missione o, peggio, per la prossima. Victor Glover da dopodomani parteciperà invece a un esperimento di ricerca che aiuterà a capire come il volo spaziale possa cambiare il sistema immunitario umano. L'astronauta dovrà prelevare campioni biologici dal suo corpo che aiuteranno i ricercatori a esaminare in che modo i cambiamenti nella dieta possono influenzare la funzione immunitaria di un astronauta. Lo studio, denominato esperimento di fisiologia alimentare, durerà per tutto il tempo della sua missione. L'equipaggio di Resilience dovrebbe attraccare con la stazione spaziale internazionale martedì mattina alle 5 ora italiana.
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