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February 08 2016
E' l'attaccante del momento del calcio italiano. Segna a raffica, fa movimento senza palla, manda in gol i suoi compagni. Insomma, incanta. Se il Pescara è più che mai in corsa per la serie A, gran parte del merito è di Gianluca Lapadula, 26 anni appena compiuti (è nato il 7 febbraio del 1990), che piace tanto alla Juventus e non solo. Già, perché anche Ricardo Gareca, commissario tecnico del Perù lo vorrebbe in Nazionale: Gianluca è infatti di Torino, ma sua mamma Blanca è nata a Lima, mentre il padre è di Fasano, in provincia di Brindisi.
Il sogno è la maglia azzurra, però...
"Ho appena incontrato il ct Ricardo Gareca", dribbla corto Gianluca, "per capire in che modo io possa essere funzionale nel suo gioco. Il mio sogno è la chiamata del ct Antonio Conte e di vestire la maglia dell’Italia, però lascio le porte aperte a qualsiasi possibilità. In Perù non ci sono mai andato, nemmeno in vacanza. La mia mamma me ne ha sempre parlato come di una terra straordinaria, da scoprire e da vivere. Vestire la maglia blanquirroja del Perù sarebbe per me, in ogni caso, un onore".
Cresciuto nella città della Mole, l'attaccante del quartiere Borgo Filadelfia è ora soprattutto impegnato a inseguire la serie A con il suo Pescara: "L'interessamento di questi mesi da parte della Juventus può solo rendermi orgoglioso di quanto sto facendo in questa parte della mia carriera. Di alcune esperienze ho ottimi ricordi, di altre meno. Come dei soldi persi per strada, di promesse mai mantenute da parte di chi mi metteva sotto contratto... Quanto al futuro, mi piacerebbe affrontare la Vecchia Signora l'anno prossimo con il mio Pescara, per me sarebbe il top".
Alla Juve da ragazzino
15 reti fino a oggi in serie B, re dei bomber del torneo cadetto, Gianluca accarezza però il sogno di ritornare alla Juventus, nel cui settore giovanile ha già vissuto una decina di stagioni. "Ero un calciatore di belle speranze e la domenica andavo a fare il raccattapalle allo stadio per vedere da vicino Zidane e Del Piero. Alla Juventus mi dicevano che dovevo studiare, ma io non ne volevo sapere: l'istruzione era per il club una componente importantissima nella crescita di un suo atleta delle giovanili, quasi più del saper giocare bene a calcio. Ho la terza media e nel tempo ho capito il significato e il valore di quell'impostazione".
Pochi studi, dunque, seguiti da qualche lavoretto da ragazzo: “Aiutavo qualche volta mio zio ai mercati, aveva le bancarelle di dolciumi. I miei genitori hanno invece un bel negozio di fiori non molto distante dal glorioso Filadelfia. Qualche volta facevo le consegne per loro...”.
Poi, un goal dopo l'altro, il calcio ha il sopravvento fino all'approdo questa stagione nel Pescara, con sulle spalle niente meno che la maglia n°10: “Così ha voluto il presidente Sebastiani. Qui a Pescara sto bene, è una città vivibile, è sul mare e mi hanno anche insegnato a cucinare gli arrosticini, degli spiedini deliziosi di carne di ovino”.
I suoi goal più belli
Al bomber di Torino piace poi anche ballare e soprattutto, appena può, tornare a casa da Alessia, sua compagna da quasi sette anni alla quale nel maggio scorso - megafono in mano - ha fatto una richiesta di matrimonio nello stadio di Teramo. Ad aspettarlo ogni volta, poi, ci sono anche le figlie Bianca (2 anni e mezzo) e Regina (poco più di un anno): "Sono i miei gol più belli", afferma Lapadula senza esitazioni: "riempiono la mia giornata e sono con la mia famiglia i miei primi tifosi". Tra i quali va annoverato anche il fratello Davide, classe 1988, che di professione fa il bomber nel Saluzzo, in Eccellenza: "Io Sir William e lui Prince: sono i nostri soprannomi", racconta ancora Gianluca. "Andiamo molto d'accordo tra noi e con nostra sorella. L'anno scorso ho realizzato 21 gol a Teramo in C, Davide 19 a Biella". E la sfida rimane aperta...