Laura Pausini incanta San Siro - La recensione

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Circa 100mila persone tra il 4 e il 5 giugno a San Siro per il "Pausini Stadi"
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Molti medley per il live di Laura Pausini a San Siro del 4 giugno 2016
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Il pubblico di San Siro per il "Pausini Stadi"
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Una Laura Pausini inedita che suona il pianoforte in "Celeste"
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Laura Pausini e il chitarrista e compagno di vita Paolo Carta
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Laura Pausini
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Un momento del "Simili Tour" a San Siro il 4 giugno 2016
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Laura Pausini è stata la prima donna a San Siro nel 2007
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Un momento di "Pausini Stadi"
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L'apertura del "Pausini Stadi" con Simili
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Una Laura Pausini grintosa per l'apertura del "Pausini stadi"
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Prima data del "Pausini Stadi" a San Siro sold-out
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Laura Pausini è la prima donna a fare un tour negli stadi italiani
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Laura Pausini canta "Sono solo nuvole" su un'altalena. Alle spalle un quadro di Magritte
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L'abbraccio di Laura Pausini alla sua Milano
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Un momento dello show: 30 ballerini sul palco nel "Pausini Stadi"
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Prossime date: 11 giugno Roma e 18 giugno Bari

Un abbraccio. È questo, in estrema sintesi, il "Simili Tour" di Laura Pausini, inaugurato ieri sera nella prima data a San Siro (la seconda oggi, 100mila presenze circa in totale). Un abbraccio: il momento in cui si fa un passo in avanti verso chi è di fronte a noi, coscienti delle proprie scoperte ma desiderosi di conoscere quelle degli altri. Un abbraccio: il momento in cui due storie si uniscono in una, anche solo per un istante. Un abbraccio: l'attimo in cui capisci che nella vita tutto ha un senso. Il destino esiste. Eccome se esiste.

Non a caso la struttura dell'imponente palcoscenico di questo primo leg del "Simili Tour", il #PausiniStadi appunto, è stata disegnata dalla stessa cantante e riprende proprio - se visto dall'alto - due braccia aperte, che permettono alla Pausini di avvicinarsi il più possibile ai suoi tanti fan. "Un abbraccio che sconfigge l'odio e risalta somiglianze e diversità", come ha detto lei stessa.

Il successo di "Simili", album multiplatino uscito lo scorso novembre, non è dato solo dalla presenza di alcuni brani forti. Quello che è ancora più forte, alla base di questo lavoro, è il significato dell'intero disco, e in particolare della title-track. E lo stesso senso profondo è ripreso in apertura del live, con un monologo scritto da Massimiliano Bruno:

"I soldati dell'amore io li chiamo simili. Milioni di occhi di colore diverso che si scrutano e hanno paura. [...] Liberi di essere diversi ma concentrati per rimanere insieme, trattenendo le lacrime e le risate, combattendo a colpi di carezze e sguardi, incoraggiati dalla protezione reciproca, mai vinti dall'odio. E contro tutto e contro tutti si uniscono le mani. E non esistono età, altezze e colori. Solo un progetto in comune: darsi lo slancio e stare insieme su questo prato per andare a vedere cosa c'è oltre".

Ca va sans dire: apre il concerto Simili. 


Non è semplice in uno show di due ore e mezza al massimo (lo stadio di San Siro ha limitazioni forti in termini di orario), far rientrare tutti i capolavori della cantante romagnola. Proprio per questo motivo, la scaletta - decisamente coraggiosa - alterna grandi successi (eseguiti in toto o in alcuni medley) a brani del nuovo album "Simili". 45 canzoni in totale, 9 medley. Si è capito: la volontà della Pausini è stata quella di accontentare sia i fan della prima ora (che nel lontano 1993 la votarono a Sanremo Giovani) sia chi, magari, la conosce da molto meno tempo

Dopo Simili, ad esempio, Resta in ascolto (che arrangiamento!) e Innamorata che - diciamocelo - sembra essere stata scritta per essere ballata proprio negli stadi. Insieme alla Pausini, sul palco, una garanzia: 6 coristi, 11 musicisti e 30 ballerini. Sarà forse stato merito dell'esperienza televisiva con Paola Cortellesi, ma Laura ha ancora più voglia di stupire a livello di impatto emotivo. Cura ogni singolo dettaglio e in certi momenti balla con i 30 performer. Questa cura maniacale dei dettagli si percepisce dovunque. Persino nei (tanti) cambi-abito della serata. La marca - decisa insieme allo stylist Nicolò Cerioni - è emblematica: Byblos. La stessa della storica giacca indossata a Sanremo '93.

Subito dopo alcuni medley a tema. Uno con Non ho mai smesso, Il nostro amore quotidiano e Se non te. Un altro con Nella porta accanto (dal vivo spettacolare), Bellissimo così e Ascolta il tuo cuore. Poi, un momento davvero toccante con Invece No, un grido per sentirci vicino a chi non c'è più, che in uno stadio arriva ad avere una valenza quasi mistica.


Continuano i medley, che alternano grandi hit del passato a nuovi pezzi. La geografia del mio cammino, Chiedilo al cielo e Una storia che vale (brano che aveva chiuso il live di San Siro 2007). Degni di nota durante il live alcuni intermezzi musicali, dove i coristi hanno dimostrato una grinta davvero importante. Uno di questi li ha visti cantare brani come Simply The Best di Tina Turner o Locked Out Of Heaven di Bruno Mars.

È il momento di Sono Solo Nuvole, il brano-poesia che Sangiorgi dei Negramaro ha scritto per lei. L'atmosfera eterea del pezzo aveva bisogno di una resa scenica particolare: così la Pausini la canta sopra ad un'enorme altalena, con alle spalle un quadro di Magritte. Non poteva mancare Come se non fosse stato mai amore, momento in cui la Pausini sfoggia una chitarra a forma di quadrifoglio, simbolo-chiave del tour: "Questa è da sempre una delle nostre canzoni preferite", ha detto la Pausini. "Non penso che sia strano sentire questa rabbia quando canto questa canzone, perchè a volte le storie finiscono. Ma vale la pena ricordarle". Si collega subito a questo un altro medley, con It's Not Goodbye, 200 note e Se ami sai.

Poi, Primavera in anticipo, Ho creduto a me Tra te e il mare, momento in cui il pubblico rimane a bocca aperta per un gioco di luci (curato da Alain Courhout) davvero impressionante. Il medley successivo comprende Il tuo nome in maiuscolo, Nel modo più sincero che c'è, Casomai, Un fatto ovvio, Colpevole, La prospettiva di me e Un'emergenza d'amore. Subito dopo, forse il momento più intimo dello show. Il palco è senza ballerini e senza effetti speciali. C'è solo un pianoforte bianco con il quale la Pausini canta Celeste (accompagnandosi al piano, una piacevole novità), il brano con cui, nel 2011, si augurava di poter avere un figlio. Poi Paola è arrivata, ed È a lei che devo l'amore, come dice il brano successivo, questa volta eseguito non da sola ma insieme a Paolo Carta, chitarrista e compagno di vita della cantante. Un momento di condivisione davvero apprezzabile.

se siamo #simili siamo anche uguali. grazie Laura. #LauraPausini #PausiniStadi #SimiliTour

Una foto pubblicata da Giovanni Ferrari (@giovanniferrar) in data:


Le emozioni si alternano. Si passa da un medley intimo come quello precedente a uno che invece vuole farci alzare tutti dalla sedia. Con la musica alla radio, Benvenuto, Io canto e Per la musica. Poi, Vivimi, E ritorno da te. E un medley che ha commosso tutti, con Incancellabile, Le cose che vivi, Il mondo che vorrei, Strani amori e La solitudine. In tutto il live, sui tanti wall presenti sul palco (875 mq, compresi quelli sul pavimento) alcuni video inediti girati da Leandro Manuel Emede. La grafica, invece, è di Mikkel Garro.

Il concerto (che "è contro la violenza sulle donne") sta per terminare. A chiudere, l'energia di Limpido (in versione dance), Surrender e Io c'ero, capolavoro dell'ultimo "Simili". Infine, Lato Destro del Cuore e una reprise di Simili

L'abbraccio di Laura ci è arrivato a tutti, uno per uno. E ci rassicura, ci protegge. Proprio come fanno tutte le persone simili. Che sono diverse, sì, ma anche uguali. 

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