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March 10 2023
Il Lazio ha restituito al Ministero della salute gran parte dei fondi stanziati dal Governo per l’abbattimento delle liste di attesa per visite e controlli medici. Ma se pensate che questo sia successo perché il problema è stato risolto con spese minori del previsto vi sbagliate di grosso: i tempi di attesa restano eterni ma i soldi, ben 39 dei 48 milioni a disposizione, sono stati mandati indietro. Avete capito bene.
La vecchia amministrazione Zingaretti ha avuto in tasca quasi 50 milioni per risolvere il problema ma non ce l'ha fatta. Ed anche quei 9 milioni spesi sembrano essere stati spesi male.
Il piano prevedeva l’utilizzo dei fondi per l’ottimizzazione dei turni del personale medico e di comparto, l’apertura dei presidi sanitari nelle ore serali e nelle giornate di sabato e domenica e l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive da parte del personale sanitario presente nelle strutture pubbliche ed infine il ricorso a strutture private accreditate per l’erogazione di parte delle prenotazioni sospese all’interno del budget loro assegnato. Una programmazione che non ha tenuto conto della mancanza di disponibilità del personale sanitario che è pesata anche su altre regioni, incapaci come il Lazio di abbattere le liste di attesa.
Ritardi su ritardi che pesano sulla salute dei cittadini del Lazio e che purtroppo non riguardano solo il periodo della Pandemia. Infatti secondo il report delll’associazione Cittadinanzattiva pubblicato alla fine di febbraio ancora oggi i cittadini laziali hanno delle oggettive difficoltà ad accedere ai servizi sanitari pubblici nel Lazio.
«Il 36,5% dei cittadini laziali segnala difficoltà a prenotare prestazioni sanitarie; il 17,6% riscontra, in particolare, due distinte problematiche: tempi lunghi di attesa al CUP per parlare con operatori e mancato rispetto dei codici di priorità previste (Urgente, Breve, Differita e Programmata). Il 10,8% delle segnalazioni riguardano il medico che non prenota/prescrive successivi controlli»
I risultati del monitoraggio condotto da Cittadinanzattiva Lazio tra il 15 e il 25 febbraio riguardano 534 cittadini: il 68,1% donne, il 49,3% over 65; il 19,2% ha un’età compresa tra 55 e 64 anni; il 17,8% ha tra i 45-54 anni; il 12,3% ha tra 31-44 anni.Il 79,7% risiede nella Provincia di Roma; 8,1% risiede nelle Province di Latina e Frosinone il 4,1% dalla Provincia di Viterbo. Non ci sono risposte dalla Provincia di residenti nella provincia di Rieti.
Con il 42,5% gli Esami diagnostici sono la prima voce come maggiormente problematica segnalata dai cittadini seguita con il 28,8% delle Prime visite specialistiche, con l’8,2% degli Interventi chirurgici, 5,5% Visite controllo/Follow up, 4,1% Screening Oncologici e via via tutte le altre voci.
Cittadinanzattiva ha chiesto ai cittadini se la prestazione avesse rispettato i tempi della prescrizione contenuta nella ricetta (U urgente entro 3 giorni, B Breve entro 10 giorni, D Differibile entro 30 giorni, P Programmata entro 120 giorni). Il dato è stato che per tutte e 4 le tipologie la non osservanza dei tempi è la regola.
«Abbiamo voluto capire dove si andasse a fare le prestazioni pubbliche» spiega Cittadinanzattiva Lazio. Ne è emerso che il «35,7% dei rispondenti è dovuto andare in una Asl differente dalla propria; il 28,6% è andato in un Distretto della propria Asl ma non nel proprio di residenza; il 21,4% ha trovato la prestazione nel proprio Distretto di residenza».
Un ulteriore approfondimento ha fatto emergere che il 41,4% dei cittadini ha fatto la prestazione nel Pubblico; il 20% l’ha fatta in Intramoenia; un altro 20% non ha fatto la prestazione; 8,6% ha fatto la prestazione in Extramoenia; il 5,7% ha fatto la prestazione Fuori Regione.
Il 50% degli intervistati non ha fatto la prestazione, perché troppo lontano dal luogo di residenza, il 18,4% non aveva disponibilità economica ed il 15,8% non aveva disponibilità di tempo.
Il 79,3% ha fatto la prestazione in Intramoenia perché non aveva garanzia che nel pubblico avrebbe fatto in tempo la prestazione; il 13,8% è stato inviato dal CUP per tempi lunghi nel Pubblico; il 6,9% ha fatto Intramoenia per libera scelta dei cittadini.