Economia
October 26 2016
Come previsto, la Commissione Europea ha chiesto chiarimenti all'Italia sulla Legge di Stabilità 2017, la manovra economica del governo Renzi, tramite una lettera recapitata al governo di Roma. A dire il vero, non si tratta di una bocciatura definitiva poiché ci saranno altri esami da qui a fine anno, in cui le autorità di Bruxelles passeranno al setaccio i conti di tutti i paesi membri dell'Unione. Ma la Commissione fa una serie di critiche all'esecutivo guidato da Matteo Renzi, su come ha impostato la manovra per l'anno venturo basandosi su troppe coperture incerte, troppe entrate una tantum e su un deficit superiore al livello consentito, seppur in maniera marginale.
Legge di stabilità 2017: le cose da sapere
"Scriviamo - dicono i commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici - per chiedere ulteriori informazioni su un certo numero di questioni, per poter stabilire se l'Italia è nelle condizioni o meno per rientrare nella flessibilità stabilita per il 2016".
"Il cambiamento pianificato nel saldo strutturale per il 2017" è "negativo, e ben al di sotto dello 0,6% del Pil o più, raccomandato dal Consiglio il 12 luglio 2016", scrivono i commissari dell'Unione europea
Un'altra richiesta di chiarimenti, un po' più significativo, riguarda i soldi stanziati dal governo a favore delle zone terremotate. Bruxelles non sembra avere problemi a lasciare margini di spesa aggiuntiva per i lavori di ricostruzione delle zone colpite dal sisma dei mesi scorsi. Ci sono però delle perplessità riguardo all'inclusione in queste voci anche degli interventi a favore della prevenzione contro i terremoti su tutto il territorio nazionale, con gli incentivi alla riconversione antisismica del patrimonio edilizio.
Lavoro, luci e ombre della Legge di Stabilità 2017
Infine, ciò che scontenta la Commissione Ue è anche (e soprattutto) il mancato calo del debito pubblico. Anche nel 2017, l'indebitamento del nostro paese continuerà a salire (dal 133,2 al 133,7% del pil), nonostante le promesse di iniziare una progressiva riduzione, fatte in precedenza da Roma. Gira e rigira, insomma, ciò che pesa di più nel giudizio dell'Ue sull'Italia è sempre la stessa cosa: il nostro gigantesco debito pubblico.