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May 07 2015
Mostafa Min, Segretario Generale della Commissione Permanente per le Antichità Egiziane ha recentemente approvato la ricostruzione di una delle più celebri tra le Sette Meraviglie del mondo antico.
Storia
La struttura originale fu costruita dalla dinastia tolemaica tra fine IV e inizio III sec a.C. sull’isolotto di Faro, di fronte al grande porto di Alessandria d’Egitto. L’opera, tradizionalmente attribuita all’architetto greco Sostrato di Cnido, venne iniziata durante il regno di Tolomeo I e i lavori furono ultimati dal successore Tolomeo II Filadelfo. Con un'altezza di circa 134 metri, il faro di Alessandria fu per secoli l’edificio più alto mai realizzato dall’uomo. Giuseppe Flavio, storico romano di I sec. d.C., riporta nei sui scritti che la torre era visibile da ben 48 km di distanza. Il faro, prototipo di tutte le costruzioni simili successive, di giorno guidava le navi in porto riflettendo la luce con un sistema di specchi di bronzo lucidato, mentre di notte veniva acceso un fuoco nella fornace posta sulla sommità della torre. Il sistema di specchi ideato per aumentare l’intensità del fascio di luce riflessa è considerato una delle massime realizzazioni dell’elevato livello tecnologico raggiunto dalla scienza ellenistica.
Il faro alessandrino rimase in funzione per circa sedici secoli prima di essere danneggiato e infine raso al suolo da ripetuti terremoti nel XIV sec. d.C..
La fortezza mamelucca e le scoperte archeologiche
Nel 1480 il sultano mamelucco Qaitbay promosse la costruzione di una fortezza nei pressi del basamento del faro tolemaico riutilizzandone parte delle rovine.
Nel 1994 l’archeologo francese Jean-Yves Empereur condusse una missione archeologica nel porto di Alessandria d’Egitto e furono recuperati molte parti architettoniche e scultoree del faro, tra cui due statue colossali di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II.
In anni recenti, grazie a immagini satellitari, sono stati individuati altri possibili resti archeologici che restano ancora sommersi dal mare.
Il Faro 2.0 : semplice replica o nuova Meraviglia?
L’idea di ricostruire il faro di Alessandria risale a qualche anno fa, ma il progetto è stato sempre accantonato fino a oggi. La replica dovrebbe essere edificata a pochi metri dal sito originale del monumento tolemaico, oggi occupato dalla fortezza medievale di Qaitbay.
Malgrado si tratti di un progetto senz’altro affascinante e suggestivo resta da chiedersi il valore storico e archeologico che può effettivamente avere un’impresa del genere. A livello paesaggistico il porto di Alessandria d’Egitto guadagnerà una struttura imponente e intrisa di memoria dell’antico splendore della capitale tolemaica. Di contro, l’edificazione di una replica di un edificio antico è in controtendenza al contemporaneo concetto di monumento per il quale una struttura/manufatto/paesaggio è tale per tutta la storia che l’ha caratterizzato sino al nostro presente. Privilegiare un periodo storico rispetto a un altro è del tutto arbitrario e non ha alcun valore scientifico. Riedificare monumenti a poca distanza da un evento traumatico, possibilmente con parti originali recuperate, è cosa ben diversa dal costruire una replica a secoli di distanza. Il faro tolemaico è crollato più di sette secoli fa: qualsiasi cosa verrà edificata ex novo non avrà nulla a che fare con la perduta meraviglia del mondo antico.
Forse avrebbe più senso impiegare risorse nel preservare l’immenso patrimonio archeologico egiziano piuttosto che imbarcarsi in imprese “faraoniche”.