Musica
August 01 2016
A tanti di noi il termine “youtuber” fa venire l’orticaria, e - non neghiamolo - tanti (brutti) pretesti se ne sono anche dati. In tanti altri casi, invece, YouTube è stato semplicemente il mezzo tramite il quale abbiamo conosciuto talenti veri, rimasti fuori (per qualunque tipo di motivo) dalle porte delle case discografiche o dalle audizioni dei tanto amati talent. Ma ora il mondo sta cambiando, a velocità ancora più elevata. E bisogna farci i conti.
Dopo l’esempio di Rovazzi (nato dal web e diventato l’autore di uno dei tormentoni dell’estate con Andiamo a comandare) e dopo la news di oggi che riguarda la webstar Greta Menchi (è entrata nella squadra di Newtopia, quella, per intenderci, degli amici Fedez e Ax), un altro nome esce dall’elenco degli youtuber per entrare in quello dei cantanti (o presunti tali, certamente): è quello di Leonardo Decarli. Lui è una webstar dai numeri altissimi (762mila iscritti su YouTube, 890mila fan su Facebook e 386mila followers su Twitter) e da pochi giorni è entrato nelle classifiche musicali del nostro Paese con un singolo tutto suo, Non voglio l’estate (Warner Music Italy).
Il suo brano - che vede anche la partecipazione di Shade - è un semplice tentativo, e così va visto. L’importante è rendersi conto di quello che sta succedendo nel panorama musicale del nostro Paese. Un bene? Un male? Ognuno di noi deciderà. Ne abbiamo parlato con Decarli, il re delle “facce da castoro”, che si è raccontato più in profondità…
Ti abbiamo conosciuto grazie a YouTube ma la tua prima passione è quella per il cinema…
Esatto. È un amore che ho sempre avuto e che si è consolidato nel 2002 quando ho fatto la comparsa per “Caterina va in città” di Virzì. Mi innamorai del set, di tutto quello che concerne il momento delle riprese. Così, ho studiato recitazione e mi sono diplomato nel 2009. Mio fratello, poi, ha a casa una videoteca con più di 500 film.
E poi è arrivato il web.
Sì. E ti dirò: il fatto di girare il video in cameretta (a differenza di quanto dicevo prima riguardo al set di un film) in realtà ora mi tranquillizza. Il “panico” arriva una volta che pubblichi il video. Io guardo sempre quante visualizzazioni ho fatto ma soprattutto i commenti dei fan.
Ormai YouTube è casa tua. Come ti ha conquistato?
Sembra una risposta scontata, ma mi piace tutto. Ho iniziato 10 anni fa: sostanzialmente era un modo per sfogarsi, per tirare fuori quello che si aveva in testa. Oggi invece tanti ragazzi pensano: “Apro un canale YouTube per soldi e fama”. Quando avevo 11 anni tutti volevano fare i calciatori e le veline, oggi, invece, tutti vogliono fare gli youtuber e le fashion blogger. La cosa che mi piace di più di YouTube è il fatto che ho avuto opportunità di farmi conoscere, di migliorare quello che pubblico; insomma, mi ha aperto tantissime porte.
Ti sei mai chiesto cosa piaccia alla gente dei tuoi video? Sei riuscito ad intercettare qualcosa in particolare?
Ogni tanto faccio questa domanda ai fan. La gente apprezza il fatto che io sia spontaneo, che io sia così come appaio in video. A chi guarda i miei video piace il fatto che passo senza problemi dal fare il cretino a sponsorizzare campagne sociali importanti. Poi, diciamocelo, il web crea una “mezza fama” in realtà.
Beh, una “mezza fama” che però ti ha permesso di pubblicare un singolo. E hai scritto anche un libro. Mancava solo la musica?
Io quando seguivo Willwoosh e Frank Matano pensavo: “Che figata! Loro ce l’hanno fatta”. Sono sempre stati fonte d’ispirazione per me. Hanno dimostrato un percorso intelligente. Oggi tante cose sono cambiate. Ci sono possibilità in più rispetto a prima. E magari mentre il mio libro può essere in tante librerie, ci possono essere scrittori veri con libri molto più validi del mio che invece non riescono a vendere niente. Purtroppo il mercato funziona così. Se ci sono opportunità è giusto sfruttarle, no?
Certamente. Allora parliamo del singolo Non voglio l’estate. Come è nata questa incursione nel mondo della musica?
Io ho sempre fatto cover musicali sul mio canale YouTube: mi piace cantare. Così, dopo tantissime cover, un musicista che lavora con me mi ha detto: “Potresti fare un singolo”. Io ho pensato: “Mi piacerebbe tantissimo, ma so che questa potrebbe non essere la mia strada”. Abbiamo fatto una prova con un brano, ma non mi piaceva. L’abbiamo lasciato stare per una settimana, poi l’ho riprovato, cambiandolo un po’. E così è nata Non voglio l’estate. Non è un pezzo troppo impegnativo: è molto semplice.
Come ti definisci ora?
Un cogli**e (ride, ndr). Non mi piace definirmi in nessun modo. Secondo me nella vita le cose vanno provate. Io prendo ispirazione da tanti youtuber americani che fanno canzoni, rappano; sperimentano, insomma. Uno può mettersi in gioco e poi sta a noi capire cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare. Io sono contento. La canzone va bene? Il pubblico apprezza? Perché non farne un’altra, allora? Mi definisco uno youtuber, anche se ormai sono youtuber tutti. Sembra che siamo quelli che non fanno niente da mattina a sera, ma non è così.
Quindi stai lavorando su altre cose?
Sì, ho dei progetti sottobanco, nel senso che non ne parlo perché sono scaramantico. In ogni caso siamo agli sgoccioli. Uscirà a breve una notizia. Sto preparando un progetto che non c'entra niente con la musica; è un progetto esterno al web, che spero che vada bene. Un mio sogno, poi, è avere una piccola parte di un film tutta per me. Vedremo.