Con Leonardo, investimenti nel Regno Unito per oltre mezzo miliardo

A valle dell’incontro di ieri tra il premier Keir Starmer e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal governo britannico è stato reso noto che l’italiana Leonardo investirà a breve termine nel Regno Unito 435 milioni di sterline (574 milioni di euro) per effettuare aggiornamenti alla linea di produzione degli elicotteri negli stabilimenti di Yeovil, la sede storica dell’industria aeronautica inglese, sede di Westland dal 1915, azienda acquisita da Finmeccanica nel 2000 con la fusione tra Agusta e Gkn Westland Helicopters). Il denaro servirà anche per implementare laboratori di alta tecnologia, per applicazioni laser, di radiofrequenza e di fisica quantistica. I due capi di governo hanno anche concordato che l'Esercito e la Marina italiana prenderanno parte alle operazioni di pattugliamento ed esercitazione del Carrier Strike Group inglese (formato da una portaerei e altri assetti della Royal Navy), previste il prossimo anno nella regione dell'Indo-Pacifico. Nel dettaglio, allo stabilimento inglese che sorge circa 60km a sud di Bristol andranno circa 46 milioni di euro entro la fine dell’anno. Qui nella giornata di domani, mercoledì 18 settembre, sarà lanciato il suo piano “Single Site Logistics Hub” che mira ad aumentare l'efficienza nelle fabbriche. Altri investimenti di questo pacchetto saranno destinati a incrementare le risorse umane attivando percorsi di apprendistato, sviluppando capacità di progettazione, utilizzo di robot e di tecnologie per la stampa tridimensionale di parti e componenti. Infine, parte della cifra, circa il 30%, ossia poco più di 172 milioni, sosterrà il finanziamento dello sviluppo della parte sensoristica svolta da Leonardo nel Regno Unito per progettare e costruire sistemi innovativi destinati al programma Gcap, ovvero il “sistema di diversi sistemi d’arma” che prevede anche il caccia di sesta generazione erede del concetto Tempest, che Regno Unito, Italia e Giappone stanno appunto realizzando. La richiesta di maggiore digitalizzazione della produzione e della gestione dei prodotti e servizi per gli ambienti civili e militari arriva direttamente dai clienti; dunque, il gruppo italiano deve giocoforza investire, anche per mantenere la competitività con il colosso franco-tedesco-spagnolo Airbus Helicopter. Particolare attenzione viene quindi posta a comparti come la filiera dell’approvvigionamento, non a caso, recentemente, la Leonardo italiana divisione elicotteri ha incoraggiato le piccole e medie aziende dei cluster aeronautici regionali (Piemonte, Lombardia, Puglia, Lazio, Sardegna, eccetera), a divenire fornitori, anche con programmi di partnership. E nulla esclude che la stessa procedura possa essere incoraggiata nel Regno Unito. Il presidente di Leonardo in Italia, Stefano Pontecorvo, che ha preso parte all’incontro con i leader per la parte dedicata all’industria, ha dichiarato: “È chiaro che il primo ministro Starmer rappresenta un netto cambiamento di approccio per il Regno Unito nei confronti dei rapporti con l'Unione europea; la presenza di Leonardo in Gran Bretagna è sostenuta dalla collaborazione transnazionale a livello governativo, che supporta la cooperazione a livello industriale. Non vedo l'ora di lavorare a stretto contatto con il primo ministro mentre continuiamo a investire nel Regno Unito e a sostenere la difesa dell'Europa.” Nel Regno Unito Leonardo è presente in nove sedi: Bristol, Yeovil, Southampton, Edimburgo, Newcastle, Lincoln, Luton, Londra e Basildon, nelle quali lavorano un totale di 8.500 dipendenti. Le ricadute sull’indotto occupazionale generano impiego per circa 12.900 persone e per altre 10.600 dell’indotto secondario, arrivando a un totale di 31.700. Essendo il gruppo italiano uno dei maggiori fornitori di equipaggiamenti per la difesa e la sicurezza, apporta un contributo significativo all'economia del Regno Unito con ricavi pari a 2,5 miliardi di sterline, dei quali circa il 37% deriva da esportazioni. Questi sono suddivisi in: 810 milioni derivanti dalle attività dirette, 830 da quelle indirette e 810 dall’indotto. Le esportazioni da suolo inglese vanno per il 41% in Europa, 29% in Nord America, 19% in Asia, 9% in Medio Oriente e per la percentuale rimanente nei mercati di Africa e Sud America. Le attività sono quasi equamente suddivise tra progettazione, assistenza clienti e produzione; dunque, è comprensibile l’attenzione del neo primo ministro laburista Keir Starmer per le mosse del governo italiano in ambito aerospaziale e difesa.

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