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October 01 2012
A vederlo in piedi con il microfono in mano, davanti una platea di studenti universitari, si capisce subito perché evita le riunioni di condominio. Leonardo Pieraccioni viene dal cabaret e, come lui stesso racconta, basta che abbia dieci persone riunite intorno a sé che gli scappa subito di fare la battuta.
Nel suo anno di pausa dal cinema, che come da tradizione ospita la sua commedia a Natale alterni, il regista e attore toscano ha rinunciato alla tranquillità della sua casa di campagna, dove si gode la condizione di neo papà insieme alla moglie Laura Torrisi, per immergersi in un bagno di folla di giovani fan alla X edizione del TrailersFilmFest a Catania e rendere omaggio al trailerista Alberto Lardani scomparso due anni fa.
«Alberto ha realizzato i trailer di tutti i miei film, tranne dei primi due, I laureati e Il ciclone, per i quali ho fatto da solo. E si vede!». Leonardo ce lo racconta a fine incontro, sulle poltrone di velluto rosso di un vecchio cineteatro deserto, il Metropolitan di Catania, che oggi i film li ospita solo in occasione delle serate del TrailersFilmFest. Destino comune ad altri luoghi storici che il regista ricorda pensando a Firenze e Roma. «Alberto era bravissimo a trovare i codici e i ganci giusti per incuriosire lo spettatore in pochi secondi, cosa che per il regista diventa impossibile. Lui vedeva il film e gli si accendeva la lampadina per raccontare con grande brevità ciò che il pubblico avrebbe visto in sala».
I suoi primi due film sono stati una sorpresa, anche per il successo che hanno avuto. Affidarsi ad un professionista per il terzo trailer le ha fatto capire che aveva fatto il salto?
"Mi ha fatto capire piuttosto che fare trailer è proprio un altro mestiere. Come nella musica, il cantante compone e incide, ma poi è il produttore scaltro che individua il pezzo più indovinato per lanciare l’intero album. Così è con il trailer e Alberto era imbattibile nell’indovinare la scena, la battuta, l’inquadratura giusta per raccontare in 30 secondi tutto il film".
A proposito di musica, ma è vero che di questi tempi si è dato al canto?
"Mi viene subito da dire che io sto al canto come Guccini sta al cinema. Francesco mi ha fatto l’onore di partecipare a tre dei miei film (Ti amo in tutte le lingue del mondo, Una moglie bellissima, Io e Marylin, ndr) e come lui è venuto a divertirsi con me, anche io mi diverto a scrivere canzoncine. Adesso però sono passato a canzoni più strutturate, che per ora fanno parte di un progetto benefico, anche per non dare l’impressione di prendersi troppo sul serio! Però mi piace cantare da sempre e baratterei volentieri il primo tempo di un mio film con la folla di fan a un concerto di Biagio Antonacci".
Quindi è un vero e proprio progetto musicale…
"Prima erano una canzone e un video, adesso sono due canzoni e due video, ma credo che presto diventeranno tre, e così via. Più avanti si va, più io canto e faccio gorgheggi. E faccio tutto io, musiche e testi. Sono una “one man band”, nel senso che io me la canto e io me la suono! Però davvero, sono canzoncine cui non manca niente, se non il pudore di cantare dal vivo".
Un’anticipazione sul titolo dell’album?
"Il titolo è ancora nell’Olimpo delle canzoni! Per ora c’è solo un video girato in una Firenze desolata alle sei di mattina, bellissima. Firenze è uno degli amori della mia vita, sempre presente ed importante. Tant’è che sono uno dei pochi uomini di cinema che continua a vivere nella propria città senza trasferirsi a Roma come vuole la tradizione".
Visto che ha parlato di Firenze e che in auditorium lo ha nominato spesso, non posso non chiederle un’opinione sul fenomeno Matteo Renzi.
"Sono agnostico al momento, rimando a quando vincerà le primarie del Pd, perché le vincerà dato che è l’unica novità nel panorama politico italiano. Trovo curioso che abbia chiesto il voto al “centro destra deluso”. Anche se ormai la politica è ridotta ad un reality e ne ho la conferma da facebook che ha un po’ sostituito il vecchio Bar Sport, dove si passava dagli argomenti più frivoli come l’ultima puntata di Dallas ad argomenti più seri come la fame nel mondo. Ci si dovrebbe interrogare sul perché un imprenditore ha gestito per anni il Paese e ora l’alternativa è rappresentata o da un comico come Grillo o da Renzi che mi sembra un po’ un prodotto studiato a tavolino. Ho letto che ha come consigliere Giorgio Gori e per i testi addirittura Fausto Brizzi. Mi scappa da ridere, però in fondo vuol dire che la politica è proprio diventata un’altra cosa, in cui non c’è più spazio per ideali e romanticherie ma solo per un linguaggio da televoto".
E gli italiani, in tutto questo, come reagiscono?
"Gli spagnoli sono scesi in piazza, noi ancora abbiamo una riserva d’aria che ci tiene dentro casa. Ma quando questa riserva sarà finita, si dovrà scendere anche noi come quando ci hanno tolto il calcio. Ci si interroga sul successo politico di Berlusconi, ma la verità è che l’italiano ha in sé un po’ di Berlusconi e del suo modo di essere. Per l’italiano l’etica è un optional, ormai. Ci credo che Monti viene considerato uno zombie, non ha appeal ed è atipico, perché alle selezioni del Grande Fratello non lo avrebbero neanche fatto entrare. Io sono un italiano medio, privilegiato certo, ma non ho mai perso la mentalità da magazziniere (mestiere che faceva prima di fare cinema, ndr). E come tutti gli italiani medi dico semplicemente che siamo davanti ad una banda di commedianti".
In questo clima di lacrime e sangue, a Natale gli italiani non avranno neanche il tradizionale cinepanettone. Ne sentiranno la mancanza?
"Da sempre nessuno ha mai spinto la gente al cinema. Si fa una proposta e la gente decide se accoglierla o no. Ci sono tante persone che hanno bisogno di uno svago iper-leggero e spensierato, però no, non credo che ne sentiranno la mancanza. Certo cinema è puro intrattenimento, ma quando ha troppe sottolineature volgari non piace neanche a me e nemmeno al pubblico in sala, che davanti a certe caricature eccessive piuttosto che ridere mostra imbarazzo. Preoccupiamoci della politica, però. Il Paese è davvero in difficoltà e adesso il cinema è solo la quarta battuta, dopo il cibo, l’istruzione e un minimo di divertimento fatto anche solo di una passeggiata. A Firenze proliferano i “compro oro” ed è il termometro drammatico della situazione quando ci si vende pure la collanina della prima comunione. Questo mi fa effetto".