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August 24 2018
Dicono le previsioni che forse la prossima settimana assisteremo alla tanto attesa tregua dal caldo torrido di queste ultime settimane. Il maltempo è in arrivo, dovrebbe colpire nel weekend e abbassare bruscamente le temperature prima del ritorno del sereno. Chi ha prenotato le ferie per fine mese, perciò dovrebbe comunque avere bel tempo, ma senza troppa afa. Anche il 2018, comunque, si appresta a diventare un anno di caldo record come e più di quelli che lo hanno preceduto. E nel corso dell'estate non sono mancati i fenomeni estremi.
In Svezia le renne rischiano di morire di fame: a causa della prolungata siccità e degli incendi che questa estate hanno colpito il paese, servono foraggi aggiuntivi perché i pascoli invernali potrebbero aver bisogno di 30 anni di tempo per riprendersi. A lanciare l'allarme sono i pastori indigeni Sami, la presidente della loro associazione ha dichiarato all'agenzia di stampa SVT: "Le campane d'allarme stanno suonando. Affrontiamo siccità, ondate di calore, incendi. Si tratta della sopravvivenza delle renne e della cultura Sami, che da esse dipende".
No, questa del 2018 non è stata un'estate normale sotto nessun punto di vista e praticamente a nessuna latitudine. Anche il ghiaccio marino più spesso e più antico dell'Artico si sta sciogliendo. Il mare è per la prima volta blu anche a nord della Groenlandia, dove di solito è coperto da una spessa coltre bianca di ghiaccio. E' il risultato delle ondate di calore e dei venti caldi legati al cambiamento climatico che hanno afflitto tutto l'emisfero nord. Tra le conseguenze a breve termine potrebbe esserci, secondo gli scienziati, una concreta minaccia alla sopravvivenza delle foche e degli orsi polari.
Il ghiaccio pluriennale, che si forma cioè con successive sovrapposizioni di strati che richiedono anni per depositarsi, tipico di queste zone, si sta assottigliando e così diventa instabile e suscettibile ad essere spostato dai venti. La zona a nord della Groenlandia è quella dove gli scienziati credevano che si sarebbe fermato l'ultimo ghiaccio perenne. Ora devono rivedere le loro previsioni. I dati del servizio dei ghiacci norvegese mostrano che la copertura di ghiaccio nell'Artico è inferiore del 40 per cento alla media di questo periodo dell'anno.
E un caldo eccezionale ha imperversato anche poco più a sud, ma sempre in paesi notoriamente freschi anche d'estate come Canada, Gran Bretagna, Irlanda, dove si sono registrate temperature che rappresentano dei massimi storici, cioè mai raggiunti prima dai termometri. La verde Irlanda, per dirne una, ha avuto a giugno una siccità tale da far emergere le vestigia di un antico tempio in un sito archeologico, dove la sua presenza non era mai stata notata prima, perché c'era l'erba a ricoprirlo. Niente pioggia, niente erba, e un drone ha avvistato la struttura circolare che affiora dal terreno.
A inizio agosto, parecchio più a sud, la California affrontava il peggiore incendio della sua storia, che trasformava in cenere oltre 100mila ettari di terreno, in pratica una Los Angeles di boschi andata in fumo. Un sistema di alta pressione ha portato nella regione un clima molto caldo, secco e con forti venti, tutte caratteristiche che hanno contribuito a rendere le fiamme difficilissime da domare.
Una sorte simile è toccata nei giorni scorsi al Queensland e soprattutto al New South Wales, due Stati australiani tra i più abitati e turistici, colpiti da una serie di incendi devastanti. Il punto è che lì non è nemmeno estate, quindi roghi di questo tipo non erano assolutamente attesi. Anche in questo caso i problemi principali sono le temperature insolitamente alte, il vento e soprattutto la siccità che ha colpito l'Australia con una gravità senza precedenti. Alcune aree del New South Wales a luglio, proprio nel bel mezzo dell'inverno australiano, hanno avuto meno di 10 mm di pioggia. Intanto lo scetticismo sulle cause umane del cambiamento climatico da queste parti ha ancora un grosso spazio nel dibattito politico.
Anche l'acqua però può uccidere in questo clima impazzito. Lo abbiamo visto con la tragedia del Pollino, che ha fatto 10 vittime in Calabria, lo vediamo anche nel resto del mondo. In Giapponeun'alluvione che nel luglio scorso ha colpito la regione del Kansai ha fatto più di 200 vittime e costretto oltre due milioni di persone ad abbandonare le proprie case. In soli quattro giorni è caduto sulla zona il triplo delle precipitazioni dell'intero mese di luglio.
Mentre supera i 400 morti il bilancio delle vittime in Kerala, lo Stato indiano colpito nei giorni scorsi da piogge monsoniche eccezionali che hanno provocato una delle peggiori inondazioni che si ricordino in quest'area. Gli sfollati sarebbero oltre un milione, per la conta dei danni occorre aspettare che le acque siano defluite.
Ed è atteso in queste ore alle Hawaii l'arrivo dell’uragano Lane, che si è rafforzato fino a raggiungere la categoria 5, con venti tra i 240 e i 295 km/h. Cosa devono aspettarsi gli abitanti, che stano facendo scorte di cibo, acqua e beni di prima necessità? Piogge torrenziali, inondazioni e forse perfino valanghe, tant'è che è stato dichiarato lo stato di emergenza. E' la più grave minaccia di questo tipo che incombe sull'arcipelago da un quarto di secolo. Siccome le Hawaii sono un territorio molto piccolo in un oceano molto grande, non sono spesso a rischio di essere "attraversate" da un uragano. Ma nell’estate 2018 succede anche questo.