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December 20 2017
Ha riacceso un braciere vecchio di un secolo la dichiarazione del neo eletto Governo austriaco sulla questione della doppia cittadinanza ai Sudtirolesi.
Soprattutto se proviene dal partito ultranazionalista FPO (Freiheitliche Partei Österreichs-Partito della Libertà Austriaco), erede diretto dello spirito pangermanista la cui massima espressione (e messa in atto) fu rappresentata dal Terzo Reich.
Le origini stesse del partito dell'ultradestra austriaca sono legate a doppio filo al nazionalsocialismo. Certamente per ciò che riguarda l'esperienza dei suoi fondatori durante l'ultima guerra, che aveva visto il territorio dell'Alto Adige tornare tedesco dopo l'annessione al Reich seguita alla caduta del fascismo che aveva cancellato per 20 anni ogni forma di bilinguismo in quelle terre diventate italiane dopo il 1918.
Per molti Altoatesini l'occupazione tedesca era dunque giunta come una sorta di liberazione. Furonoposti sotto la guida di un cittadino tirolese che fu nazista della prima ora ed intimo di Hitler: il Gauleiter Franz Hofer, il governatore del Tirolo riunificato dove fu attivo il lager di Bolzano.
L'FPO nascerà solamente nel 1956, vale a dire dopo l'occupazione alleata dell'Austria e gli accordi di Parigi (noti anche come De Gasperi-Gruber) che garantivano il bilinguismo ai cittadini di lingua ed etnia tedesca nel Sudtirolo rimasto all'Italia.
Tra i fondatori del partito e primo leader c'è Anthon Reinthaller, uno dei primi sostenitori del nazionalsocialismo, attivo fin dal 1928 ed amico sincero di Rudolph Hess e di Ernst Kaltenbrunner. Dopo l'annessione dell'Austria al Reich del 1938, Reinthaller diventa membro del Reichstag e ufficiale onorario delle SS con il grado di generale (Brigadefuhrer).
Alla fine della guerra sarà processato in Austria per alto tradimento. Scagionato dall'accusa più grave, passerà soltanto tre anni nelle carceri degli Alleati. Rimesso in libertà, sarà subito attivo in politica con il partito indipendentista e quindi primo leader della FPO subito dopo la fondazione nel 1956. Proprio come nel 2017, la FPO raggiunge un accordo con i Popolari austriaci per la formazione del nuovo Governo.
Reinthaller muore nel 1958 e la guida del partito passa a Friedrich Peter, volontario nelle SS all'età di 17 anni. Durante la guerra comandò come Obersturmfuhrer il 10° Reggimento della Prima divisione delle Waffen-SS, parte di quegli Einsatzgruppe responsabili di esecuzioni sommarie di ebrei.
Processato dagli Alleati come il suo predecessore, Peter fu imprigionato e condannato ad una pena lieve. Nell'FPO, il leader austriaco cercò durante i primi anni '60 di trasformare il partito ultranazionalista in senso liberale, con l'obiettivo di indebolire il fronte dei Popolari portandone via parte dei voti moderati.
Dopo le elezioni del 1975 Peter sarà coinvolto in uno scandalo per le accuse di genocidio mosse da Simon Wiesenthal, proprio quando la FPO appoggiava il governo di Bruno Kreisky, ebreo perseguitato dalla Gestapo e leader socialista in coalizione con l'FPO. Fu proprio il primo ministro a difendere strenuamente Peter scagliandosi contro Wiesenthal, alla cui accusa pubblica parteciperà anche il futuro Presidente austriaco dal 2004 al 2016 Heinz Fischer.
Peter lascerà la guida del FPO nel 1978, terminando nel 1992 la partecipazione alla vita politica in polemica con lo scomparso leader nazionalista Jeorg Haider.
Proprio l'ascesa política di quest'ultimo dalla roccaforte della Carinzia sarà caratterizzata dal ritorno dell'ombra del nazismo quando alla metà degli anni '80 lui ed il ministro della Difesa FPO Frischenschlager accolsero con tutti gli onori il criminale nazista Walter Reder tornato a Graz dopo la prigionia in Italia.
Sotto la leadership di Haider il partito consumerà il distacco ideologico dall'Europa, in seguito ad una serie di sanzioni contro il governo di Vienna retto dai voti determinanti dell'ultradestra e all'isolamento diplomatico dell'Austria a Strasburgo. L'inizio del nuovo millennio sarà caratterizzato dal distacco di Haider dalle posizioni liberali del partito, creando una scissione nel nuovo partito di ultra-destra BZO fondato dal leader carinziano che perderà la vita prematuramente nel 2008.
La guida dell'attuale leader Strache iniziata nel 2005, è stata subito caratterizzata dall'anti-europeismo e dal contrasto all'immigrazione a favore di una impostazione identitaria nella quale confluiscono sentimentipopulisti e pangermanici che oggi coinvolgono anche la questione altoatesina, risvegliata da una dichiarazione provocatoria nata dalla FPO che riporta alla memoria l'Alto Adige delle "opzioni" mussoliniane, degli altoatesini dell' SS Polizeiregiment "Bozen" di via Rasella, del terrorismo separatista degli anni '60, di una "terzavia" nella politica europea.
Una paglia accesa a Vienna che lo stesso leader della SvP altoatesina Arno Kompatscher sta cercando di arginare per evitare il grande incendio del Sudtirolo, una nuova feuernacht (notte dei fuochi) come quella che 50 anni fa fece temere una rivolta.