Lifestyle
April 30 2015
Nelle atmosfere livide del paesaggio costiero del nord della Russia, sul Mare di Barents, va in scena Leviathan, un dramma etico che si tinge di giallo e inchioda le trame losche dello Stato, amico degli uomini di Chiesa ma spiritualmente arido. Non a caso nell'Antico Testamento il leviatano è un terribile mostro marino nato dal volere di Dio... Il Leviatano è anche uno dei libri più noti del fisoloso britannico Thomas Hobbes.
Il regista russo Andrej Zvjagincev, Leone d'oro nel 2003 a Venezia con la sua opera d'esordio Il ritorno, si interroga sulla libertà dell'individuo e sul suo essere marchiato, all'interno della società. Vincitore del Golden Globe 2015 come miglior film straniero, componente della cinquina finale in corsa per l'Oscar, Leviathan il 7 maggio arriverà nelle sale italiane distribuito da Academy2.
Protagonista è Kolia (Aleksey Serebryakov), un uomo vinto che non vuole arrendersi. Vive in un villaggio nella Russia settentrionale. Possiede un'officina dove ripara le macchine. Il suo negozio è collocato proprio accanto alla casa, dove vive con la sua giovane moglie Lilya (Elena Lyadova) e suo figlio Roman (Sergey Pokhodaev), nato da un precedente matrimonio. Ma il sindaco del villaggio, Vadim Shelevyat (Roman Madyanov), vuole portargli via la sua officina, la sua casa e la sua terra. Prova prima a convincere Kolia a vendere, ma Kolia non vuole perdere tutto quello che ha, non solo la terra ma tutta la bellezza di cui vive circondato dal giorno della sua nascita. Così il sindaco Shelevyat inizia ad essere più aggressivo...
In questo video in esclusiva un estratto di Leviathan:
"Quando un uomo si sente stretto in una morsa di ansia di fronte alla necessità e all’incertezza, quando si sente sopraffatto da immagini fosche del futuro, quando è spaventato per i suoi cari e timoroso che la morte sia vicina, che cosa può fare se non rinunciare alla sua libertà e ai propri diritti naturali e consegnare questi beni preziosi, stringendo un patto con gli altri individui, ad una singola persona di fiducia in cambio di sicurezza e protezione sociale o addirittura dell’inserimento in una illusoria comunità", dice il Zvjagincev. "La visione di Thomas Hobbes dello Stato è quella di un filosofo sul patto dell’uomo con il diavolo: lo vede come un mostro creato dall’uomo per evitare la guerra di 'tutti contro tutti' e per il suo comprensibile bisogno di ottenere sicurezza in cambio della propria libertà, l’unico vero proprio bene. Proprio come siamo tutti dalla nascita macchiati dal peccato originale allo stesso modo siamo nati tutti in uno Stato".