La liberazione di Cecilia Sala è un successo di Giorgia Meloni
Il dialogo con Donald Trump si è dimostrato cruciale. La questione iraniana è complessa e delicata, ma il Premier ha saputo utilizzare con abilità tutte le risorse a sua disposizione. Il risultato è evidente: Cecilia Sala è stata liberata.
L’aereo dei Servizi segreti italiani con a bordo la giornalista Cecilia Sala e il direttore dell'Aise Giovanni Caravelli è atterrato questo pomeriggio a Ciampino. Ad attendere Sala c’èra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. La giornalista de Il Foglio e di Chora Media si trovava in Iran con un permesso di soggiorno giornalistico valido per otto giorni, allo scopo di raccogliere materiale per il suo podcast. Il 19 dicembre è stata fermata dalle autorità iraniane all'interno del suo hotel. Da quel momento è stata incarcerata in isolamento nella prigione di Evin, nota per ospitare dissidenti politici e cittadini stranieri. Inizialmente, le accuse contro di lei non erano state dichiarate. Tuttavia, il 30 dicembre, il Governo iraniano ha dichiarato che Cecilia Sala era detenuta «per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran». Un’accusa priva di fondamento. Durante il periodo di detenzione di Cecilia Sala non sono pochi coloro che hanno attaccato il Governo accusato non saper gestire il caso. Tuttavia la liberazione della giornalista è la prova che il Governo e tutte le strutture delegate che hanno lavorato in silenzio hanno gestito bene il caso. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è complimentato con il presidente del Consiglio per il ritorno di Cecilia Sala in Italia. Poi il capo dello Stato ha telefonato alla mamma di Sala, che - si ricorda - aveva incontrato nei giorni successivi all'arresto. Contrariamente a quanto dichiarato dall'opposizione e riportato da buona parte della stampa, che ha descritto il viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti come una semplice operazione di facciata, tale visita ha avuto un ruolo significativo nella vicenda. Il dialogo con Donald Trump si è dimostrato cruciale. La questione iraniana nella situazione attuale è complessa e delicata, ma il Premier ha saputo utilizzare con abilità tutte le risorse a sua disposizione. Il risultato è evidente: Cecilia Sala è stata liberata ed è quello che conta.
Che cosa hanno ottenuto gli iraniani? Ancora non lo sappiamo ma c’è chi dice che Mohammad Abedini Najafabadi, l'iraniano arrestato a Milano lo scorso 16 dicembre che si trova nel carcere di Opera, verrà scarcerato ed espulso. Se così fosse non ci sarebbe da scandalizzarsi per due semplici ragioni: tutti i Paesi trattano (compresi gli Stati Uniti) e talvolta pagano quando c’è da riportare a casa un rapito, quindi uno scambio è nella logica delle cose anche se può dare fastidio. Governare significa anche prendersi carico di situazioni delicate come queste e fanno ridere coloro che dai banchi dell’opposizione -dopo essere stati al Governo per anni- se ne sono dimenticati.
Secondo aspetto è che Mohammad Abedini secondo gli Usa è un trafficante di sistemi utilizzati nei droni dei Pasdaran iraniani, tuttavia, non è certo Osama bin Laden e se gli americani hanno dato il loro via libera all’operazione significa che non si tratta di una figura per loro irrinunciabile. Renato Sala, il padre di Cecilia, all’Ansa ha confermato la delicatezza dell’operazione: «Dirò a Cecilia che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l'ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l'impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse». Infine, le accuse al Governo italiano di non sapere gestire i casi di sequestro o detenzione all’estero appaiono gratuite se si va al recente passato dove non sono pochi i casi di italiani liberati.
-Alessia PIPERNO, arrestata in Iran verso la fine del mese di settembre 2022 per aver partecipato a manifestazioni di protesta e detenuta presso il carcere di Evin. È stata liberata dopo circa 45 giorni il 10 novembre scorso, dopo intense interlocuzioni diplomatiche e di intelligence;
-Patrik ZAKI, studente presso l’Università di Bologna, arrestato dalle Autorità egiziane nel 2020. Da subito sono state avviate attività intelligence e diplomatiche da parte italiana. La sua detenzione fu sospesa nel dicembre 2021. Nel luglio del 2023, il tribunale de Il Cairo emetteva una sentenza definitiva a 3 anni di reclusione, ma il giorno successivo, anche grazie all’importante lavoro di mediazione incessantemente condotto dall’Italia, il Presidente egiziano Al-Sisi ha concesso la grazia allo studente, consentendogli così il rientro in Italia;
-Ilaria DE ROSA, arrestata in Arabia Saudita il 3 maggio 2023 e successivamente condannata a 6 mesi di reclusione in primo grado e in appello per possesso di sostanze stupefacenti (circostanza sempre negata dall’interessata). La stessa ha fatto rientro in Patria il 2 novembre dello stesso anno, a seguito del lavoro della diplomazia nazionale;
-Enrico FORTI, arrestato a Miami nel 1998 con l’accusa di omicidio, dopo diversi anni di mediazione con il Governo degli Stati Uniti è stato riportato in Italia nel maggio del 2024.
-Rocco e Giovanni LANGONE, Maria Donata CAIVANO, tre italiani liberati il 27 febbraio 2024 e hanno fatto rientrato in Italia. Gli stessi erano stati sequestrati da un gruppo terroristico il 19 maggio 2022 a Koutiala (Mali), Paese nel quale vivevano.
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