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March 30 2016
Per Lookout news
Faiez Serraj, il premier designato dall’ONU per guidare il nuovo governo di unità nazionale libico, è arrivato nel pomeriggio di oggi, mercoledì 20 marzo, a Tripoli a bordo di navi militari insieme ai membri del Consiglio di presidenza. Le imbarcazioni sono ora ormeggiate di fronte alla base militare di Abu Seta, situata in un’area poco distante dal centro della capitale libica.
Le navi che hanno trasportato fino a Tripoli i componenti dell’esecutivo di Serraj erano partite da Tunisi. Prima della scelta del trasferimento via mare, all’alba di oggi era stato organizzato un volo per far arrivare Serraj e la sua squadra di governo a Tripoli dall’aeroporto di Mitiga. Il tentativo è però fallito a causa di alcuni colpi di artiglieria anti-aerea sparati dalle milizie fedeli al governo islamista di Tripoli, l’esecutivo non riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato dal primo ministro Khalifa Ghwell.
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Secondo l’emittente Al Arabiya Serraj sarebbe arrivato a Tripoli a bordo di un’imbarcazione italiana. Un’altra ipotesi è che le imbarcazioni a bordo sulle quali viaggiavano il primo ministro e i membri dell’esecutivo di unità nazionale siano state scortate da navi della Marina militare italiana. Entrambe le versioni sono state però smentite sia dal portavoce del governo di Serraj che dal capo della commissione sicurezza del Consiglio di presidenza del governo di riconciliazione libico Abdel Rahman al Tawil, il quale ha specificato che “nessuna forza straniera ha partecipato all’operazione condotta oggi di rientro a Tripoli dei membri dell’esecutivo”.
Le notizie di un presunto coinvolgimento dell’Italia sono state smentite anche da fonti dello Stato maggiore del ministero della Difesa italiano.
Lavorare all'unità del Paese
Il fatto che al momento Serraj sia impossibilitato a raggiungere le sedi istituzionali situate al centro di Tripoli dimostra che non sono ancora state raggiunte le condizioni per garantire la sua sicurezza e quella della sua squadra di governo all’interno della città. Al momento il suo esecutivo può contare sull’appoggio delle milizie di Misurata e della Tripolitania e, secondo il quotidiano La Repubblica, anche di quello delle brigate 14 e 23 “che andrebbero a formare insieme una forza armata a sostegno al nuovo esecutivo”.
Serraj non ha però il sostegno del capo dell’esercito libico, il generale Khalifa Haftar, il quale tramite un gruppo di deputati della Camera dei Rappresentanti di Tobruk (il parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale) continua a ostacolare l’approvazione del nuovo governo in sede parlamentare. Finora sono stati sei i voti di fiducia andati a vuoto. Dall’esito di questo voto dipende anche il sostegno all’insediamento del governo di Serraj da parte del leader di Tobruk Abdullah al-Thinni. Altre questioni ancora in sospeso sono la nomina del ministro della Difesa – poiché l’assegnazione dell’incarico a Mahdi al Barghuthi non è condivisa da tutti – e la presenza di alcuni ministri ritenuti vicini ai fedelissimi del Colonnello Gheddafi.
Dunque Serraj è arrivato a Tripoli, ma l’insediamento effettivo del suo governo resta ancora una questione da risolvere.