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January 08 2018
Steve Bannon, l'ex stratega della Casa Bianca sollevato dall'incarico nell'agosto 2017, fa un (tardivo) passo indietro. Le sue dichiarazioni, contenute nel libro scandalo Fire and Fury: inside the Trump White House di Michael Wolff, hanno scatenato il pandemonio. E la furia di Donald Trump. Ma ora l'ex chief strategist in parte ritratta.
Ecco cosa ha detto.
Colpito dal contraccolpo del libro di Wolff, Steve Bannon sta cercando di fare ammenda con la famiglia Trump. Ad Axios ha rilasciato una dichiarazione che esprime "rammarico" al presidente Trump e lode a suo figlio Donald Trump Jr, invischiato nel Russiagate.
Nessuna scusa o rettifica invece per i commenti pesanti su Ivanka e il marito Jared Kushner, anche lui peraltro presente all'incontro con i russi.
Il libro di Wolff, di cui Trump ha minacciato l'uscita poi invece anticipata come guanto di sfida lanciato al presidente Usa dalla casa editrice Henry Holt and Company, ha parole pesantissime per Trump. Ha anche sollevato dubbi sulla sua adeguatezza mentale a ricoprire il ruolo di guida degli Stati Uniti. E ha varcato il confine viscoso della famiglia trumpiana.
"Furioso" e "disgustato", Trump ha scomunicato Bannon, mettendo fine a una partnership di convenienza che ha trasformato la politica americana.
Quello di Bannon è molto più di un piccolo passo indietro. Come Trump, il giornalista repubblicano è testardo e fa una gran fatica a scusarsi e ad ammettere i propri errori.
Trump e Bannon, insieme, hanno cavalcato il movimento nazionalista e populista americano, a braccetto. Ora è da capire se continueranno la loro convivenza di comodo o se vorranno dividersi i favori della base consevatrice. Nelle primarie di midterm Bannon potrebbe battagliare sostenendo candidati anti establishment, minando così le possibilità dei repubblicani di mantenere il controllo del Congresso. A Trump conviene ancora avere Bannon dalla propria parte.