L’intelligenza artificiale un alleato per svelare i segreti dei nuraghi

Migliaia di monumenti nuragici, menhir, dolmen, domus de Janas, pozzi sacri, tombe dei giganti punteggiano ogni angolo del territorio della Sardegna. L’isola, anche se pochi lo sanno o lo ricordano, è di per sé il più grande parco archeologico e naturale al mondo, una sorta di museo a cielo aperto con i suoi nuraghi posizionati in posizioni strategiche, soprattutto lungo i litorali o nelle vicinanze di fiumi o torrenti. Costruzioni, spesso intatte, delle prime civiltà esistite in Europa, una sorta di enorme Stonehenge del Mediterraneo ancora tutta da scoprire.

Ogni anno, però, i nuraghi vengono visitati soltanto da 450mila persone. Un numero ampiamente migliorabile. Per questo l’Associazione La Sardegna verso l’Unesco porta avanti da anni con decisione la sua campagna per l’ingresso del patrimonio nuragico nella lista dei beni patrimonio dell’umanità. Una azione a tutto campo che punta a rafforzare il racconto di questa cultura millenaria, troppo poco conosciuta in Italia e nel mondo, creando una sorta di nuovo “brand Sardegna” che aiuti l’isola ad attirare turismo 12 mesi l’anno con ricadute economiche su tutte le filiere.

C’è una nuova frontiera che può aiutare a penetrare il mistero che ancora circonda l’antica civiltà nuragica: quella dell’Intelligenza Artificiale. Uno strumento che attraverso l’uso dei droni, della realtà aumentata e della geolocalizzazione vuole mettere a sistema immagini, dati, conoscenze e favorire la riqualificazione e il rilancio di questo immenso patrimonio archeologico. Esplorare il passato millenario della Sardegna, dunque, ma anche lavorare per far sì che le tecnologie più avanzate possano diventare un prezioso strumento per interpretare e preservare il patrimonio culturale, mettendo l’innovazione al servizio della storia e dell’archeologia. Un lavoro di “presentazione” al mondo dei nuraghi che passa attraverso il coinvolgimento della comunità scientifica, come è avvenuto con la conferenza internazionale “Civiltà nuragica e Intelligenza Artificiale: dalle pietre alle reti neurali” organizzata a Cagliari. Un appuntamento nel quale è stato presentato il progetto de La Sardegna verso l’Unesco “Eia”, Ecosistema Innovativo sull’Archeologia Protostorica, che nella fase in corso mette a sistema il lavoro del Crenos, in collaborazione con Glabdell’Università di Cagliari e Crs4 e punta alla progettazione di un centro internazionale per la valorizzazione dei monumenti nuragici, anche attraverso le tecnologie più innovative. Una cabina di regia con cui approfondire la vita quotidiana e il patrimonio culturale e architettonico dell’antica civiltà nuragica. “La conferenza internazionale rappresenta uno dei momenti più importanti della vita dell’associazione “la Sardegna verso l’Unesco” – spiega Pierpaolo Vargiu, presidente dell’associazione - In questa edizione, la seconda dopo quella dello scorso anno, abbiamo voluto legare il tema dell’Intelligenza artificiale alla civiltà nuragica dando vita a un esperimento unico nel suo genere. Grazie alla collaborazione e agli applicativi che esperti provenienti da tutto il mondo hanno presentato – conclude Vargiu - sarà possibile comprendere meglio le potenzialità dell’antica civiltà sarda per lo sviluppo futuro e la crescita economica della Sardegna, grazie anche alle nuove sfide legate all’innovazione”.

Non c’è solo l’Intelligenza Artificiale, naturalmente. Un’altra frontiera utile alla costruzione di una narrazione attorno alla civiltà nuragica è quella del gaming. Esistono infatti videogiochi che coinvolgono centinaia di milioni di persone nel mondo e utilizzano come scenari l’Antica Grecia o Dunhuang, la perla della Via della Seta ai margini del deserto del Gobi. Esempi di quell’ “archeogaming” che potrebbe essere molto utile per diffondere la conoscenza dei beni archeologici e culturali del Belpaese, nuraghi compresi.








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