News
August 28 2012
Tassa che ti passa. Cambia tutto nella Sanità, leggiamo. E poi scopriamo che le novità sono tasse (sai che novità), anche se l’obiettivo dichiarato è il cambiamento degli “stili di vita”. Una crociata contro bibite, fumo, alcol e video-giochi. In Afghanistan i talebani decapitano i ballerini. In Italia, l’ipocrisia dei tecnici maschera la necessità di fare cassa, cioè di mettere di nuovo le mani nelle nostre tasche, dietro un salutare incitamento a colpi d’imposta perché io non esageri con gli stravizi. E cambi vita, naturalmente.
Peccato che lo strumento non sia quello giusto, quello che tutti gli esperti indicano in investimenti nell’educazione e campagne d’opinione mirate soprattutto ai giovani. No, lo strumento da noi è il balzello. Riflesso condizionato del governo Monti. Una panacea, per stare alla metafora medica. Problemi? Ecco la tassa (invece della soluzione). Tassa che produrrà l’aumento del contrabbando, l’aggravio della crisi nel settore alimentare, e non riuscirà neppure a portare nelle casse dello Stato l’aumento sperato e previsto di gettito fiscale (3 cent a bottiglietta per le bibite gassate, circa 250 milioni di euro l’anno).
Farà insomma la fine dell’aumento dell’IVA, delle tasse sul lusso (yacht, jet e supercar) e dei carburanti. Più tasse imponi, quando il livello è già insostenibile meno vengono pagate. Si consuma di meno, si produce di meno. È vero, non sono i 3 centesimi il deterrente al consumo, ma delle due l’una: o il rincaro serve a modificare gli stili di vita, oppure se 3 cent non t’impediscono di bere coca cola, l’unica ragione reale anche se non dichiarata è che lo Stato ha fame dei (nostri) soldi perché i conti non tornano. Tant’è che la tassa sulle bibite vale per tre anni. “Dopo non avremo più problemi di linea?”, chiede il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua.
I conti non possono tornare e continueranno a non tornare, perché tassare anche l’aria (nelle bibite come nei super-alcolici) non ci cambia la vita, ma intanto deprime l’economia. Per somma ipocrisia, poi, lo Stato tassa prodotti che ci sconsiglia di acquistare, ma che sono manna dal cielo per il Tesoro: i monopoli e il gioco d’azzardo (che nel 2012 ha fatto registrare un boom di incassi).
Sembra che l’orizzonte mentale dei tecnici si esaurisca tra le sbarre di una prigione immaginaria nella quale noi umani siamo sottoposti ogni giorno a trattamenti sempre più dimagranti, a balzelli sempre più pesanti che presto nessuno sarà più disposto (o disponibile) a pagare, il tutto condito con una serie ormai ricorrente di “refusi” che vanno dagli esodati ai certificati per le palestre (una prima bozza prevedeva che potessero confezionarli solo i medici sportivi…!).
Per il resto, la Sanità ridisegnata dal decretone Balduzzi ci lascia sgomenti. Davvero possiamo credere che in assenza d’investimenti avremo tutti sotto casa un poliambulatorio con 15 medici delle varie specialità a disposizione 24 ore su 24? E nel momento in cui i piccoli ospedali vengono chiusi e si taglia tutto quel che si può? Davvero c’illudiamo che le nuove regole sulla trasparenza renderanno le nomine di dirigenti sanitari e primari libere da condizionamenti politici, quando continueranno a spettare alle Regioni e non è stato ancora abolito il valore legale del titolo di studio? E quando potremo avere il “fascicolo elettronico”, non più la cartellina compilata a mano ma un file che fotografa la nostra “biografia sanitaria”? Le nuove norme sull’attività intramoenia, sospettano i medici, nasconderebbero in realtà un’ulteriore decurtazione del 5 per cento dalle parcelle. A favore dello Stato che già da anni lucra sulle visite private degli ospedalieri.
Insomma, mi fa ribrezzo uno Stato che fa per legge la cresta su fumo, alcol e giochi d’azzardo, e non contento ci grava sopra nuove tasse. Mi disgusta l’idea di uno Stato che in un decretone-macedonia, senza indicare l’entità dei necessari investimenti, mi promette una rivoluzione concettuale della Sanità che d’ora in poi sarà al mio servizio notte e giorno senza dirmi come farà. È meno di una promessa: l’annuncio di una promessa. Ovvero, nulla.
Per inciso, non capisco l’assurdità di mille euro di multa per incitare i tabaccai a fare quello che già dovrebbero fare (dove sono i controlli?) a fronte di contravvenzioni da 1200 euro a chi va a spasso la mattina sulla spiaggia con un barboncino. Davvero lo Stato, incarnato nel ministro della Salute, Renato Balduzzi, pensa che io decida di abbandonare i miei vizi per pochi centesimi?
No, questa non me la bevo.