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Marco Morello
Viaggi

Sei posti dove mangiare (bene) a Londra

Con migliaia di opzioni disponibili, formali e informali, veloci o più abbottonate, Londra non è certo il luogo dove si rischia di rimanere affamati. All'opposto, è probabile perdersi, smarrirsi in una scelta sovrabbondante. Di lasciarsi scappare qualcosa di squisito, sopraffatti dall'appetito del momento. Senza alcuna pretesa di esaustività (sarebbe di una presunzione che sfiora il ridicolo), vogliamo consigliarvi alcuni posti, semplicemente buoni. Tali non per sentito dire, ma perché assaggiati per voi nei giorni scorsi. Sparsi in varie aree della città: nel quartiere ex hipster ormai pienamente gentrificato di Shoreditch, nel cuore della City, a Chelsea, oppure nel centro storico, a un passo dalle più classiche attrazioni turistiche. Buon appetito.

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Uno degli antipasti di The Harwood Arms.


L'apoteosi del pub

È il primo della lista, il nostro nuovo posto preferito a Londra, un indirizzo che è stato capace di lasciarci letteralmente senza parole per la bontà delle proposte e la sapienza con cui sono assemblati gli ingredienti. The Harwood Arms è un pub, però con l'inganno: all'esterno sembra l'ennesima variante di un tema che in Gran Bretagna si trova quasi ovunque, del solito localone con il bancone e i tavoli in legno sciupati dal tempo. Dentro, complice una ricercatezza squisita degli arredi e una cura maniacale non troppo abbottonata del servizio, tutto funziona in maniera impeccabile. Il piatto che vedete nell'immagine è un tortino di granchio con erba di campo fresca e limone. Tanto semplice quanto eccellente. È proposto all'interno di un menu degustazione che, a pranzo, cambia quotidianamente e consente la scelta tra un antipasto, una portata principale e un dolce. Si va dalla carne al pesce, i dessert sono stratosferici, il prezzo fisso è di cinquanta sterline, con alcuni extra per determinati ingredienti più pregiati. Non poco, è vero, ma si tratta pur sempre di un ristorante con una stella Michelin. Strameritata.

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L'interno del Red Rooster di Shoreditch.


L'America è di casa

Avevamo già visitato questo indirizzo dov'è nato, a New York, nel quartiere di Harlem. E naturalmente l'atmosfera originale è tutta un'altra cosa (forse pure un filo estrema, specie la sera sul tardi). Ma il Red Rooster londinese ha la capacità di trasportare l'ospite negli Stati Uniti, di fargli fare un volo transoceanico scendendo pochi gradini. Se è la prima volta, l'obbligo è sporcarsi letteralmente le mani e assaggiare le Obama short-ribs, le costolette che hanno fatto impazzire l'ex inquilino della Casa Bianca e dato notorietà globale al locale. Se non ve la sentite di affrontare un piatto abbastanza enorme che infatti va diviso in due, optate per il divertente Tienda taco truck, un vassoio in cui, in tante ciotole e contenitori, c'è di tutto un po': dall'avocado ai gamberi, fino a una quantità ridotta delle costolette presidenziali. Il tutto da abbinare e modulare a piacere, preparandosi da soli dei piccoli e gustosi panini.

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Tre diversi roll presenti nel menu di Sushi Samba.


Roll con vista

Se anche la cucina fosse discreta o persino sufficiente, meriterebbe comunque una visita. Siamo al piano trentanove della Heron Tower, in quella che si vanta di essere la più alta terrazza dove mangiare in Europa. E anche la sala principale all'interno con le sue ampie vetrate, specie con i tavoli addossati alle finestre, è un piacere per gli occhi. Record a parte, il panorama a 360 gradi sulla città vi inviterà a scattare mille foto ricordo. Ma smetterete subito non appena arriverà il vostro ordine: i roll proposti da Sushi Samba, con quel loro mix tra giapponese e brasiliano, il rigore nipponico e l'estro sudamericano, sono una danza ipercinetica per le papille gustative. Abbinateli a un cocktail: come tutto qui, sono anche belli da vedere.

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Burrata, arance, olive nere e finocchi.


Nostalgia gustosa

Dopo giorni trascorsi a tradurre nomi difficilmente pronunciabili di pesci, animali e vegetali, potrebbe sorgere in voi l'esigenza di mangiare italiano e ancora prima di capire, parola per parola, cosa c'è scritto sul menu. Va bene la voglia di sapori di casa, ma il rischio di cadere nel trappolone del finto italiano che imita la nostra cucina è concreto. Per andare sul sicuro, tanto vale prenotare (con ampio anticipo) presso la Locanda Locatelli per una serata da MasterChef. Nonostante il locale vanti una stella Michelin, i prezzi sono più che accettabili, paragonabili a un ristorante italiano di buon livello, senza prendere dolorose sberle. Sia una delicata burrata, sia un piatto di pasta ben condito (elogio in particolare alle pappardelle con ragù di lepre e cacao colombiano) vi restituiranno, a due passi da Hyde Park, i sapori del Bel Paese.

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La cheesecake con dulce de leche.


L'ortodossia dell'etnico

Credibile lo è molto, con i camerieri, gentilissimi, che condiscono l'inglese con l'accento sudamericano. Ed è un attimo Buenos Aires. La carne, qui la regina della tavola, arriva in vari tagli descritti con minuzia nel menu. Gaucho è una catena di ristoranti argentini dal posizionamento alto, molto apprezzati nella City. Noi abbiamo provato quello di Broadgate, molto fedele al contesto: sorge tra torri di vetro e acciaio e, superato l'ingresso, esibisce un bancone che gioca di trasparenze con l'esterno. I tavoli sono al piano di sotto, in un'atmosfera tranquilla ed elegante. Non esagerate con contorni e condimenti, lasciatevi un posto per il dolce, in particolare una rivisitazione della cheesecake con dulce de leche. Da applausi.

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Un classico fish & chips.


Un pieno di tradizione

Dopo tante sperimentazioni, ritorni provvisori in Italia, fughe tra Asia e America Latina, ecco che si ha voglia dell'ovvio locale, però fatto bene. A regola d'arte. Ovvero fish & chips che non siano una spremuta d'olio, un hamburger succoso, oppure, se è l'ora di colazione, delle uova accompagnate da bacon, salsiccia, funghi, pomodori e fagioli. Uno strappo a qualsiasi dieta. Finch's è un locale grazioso, arredato con un gusto rétro, che non addossa i tavoli l'uno accanto agli altri, ma concede spazio e respiro. Ha vecchie sedie, poltroncine e divanetti. È un angolo dove passare un po' di tempo da mattino a sera anche solo per un caffè da accompagnare a un pudding. Più british di così, proprio non si può.

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