Lifestyle
November 26 2014
L’altro giorno un amico mi fa: “Ma l’hai vista la web serie di Lory Del Santo?”
Io, che sono sempre l’ultimo a sapere le cose, ho scosso la testa.
E così ha aperto YouTube e mi ha fatto vedere alcune scene della prima puntata.
Saltando col mouse da una frazione all’altra della sbarra di caricamento di YouTube, ci ho messo tre scene - meno di 3 minuti in tutto - per inginocchiarmi di fronte al genio.
A convincermi è stato questo dialogo:
(siamo in palestra, Luna, o Lona, non ho ben capito il nome, è la protagonista, e quelli che parlano di lei sono un tamarro con sguardo arrivista che cerca di palestrarsi, e il personal trainer dallo sguardo bovino, con la faccia di un dodicenne e il corpo dell’incredibile Hulk)
- Oh, Simone, certo che Luna è una gran bella gnocca…
- Elevata… Vorrei agguantarla…
- Ma cosa fa esattamente? Ma chi è?
- È piena di soldi, suo marito americano è scomparso nell’oceano con il suo aereo privato. Era ricco sfondato. Però non hanno mai trovato il corpo…
- Ah, interessante!
- Sì, ma tanti misteri la circondano, è una leggenda. Un passato top secret e un futuro molto complesso…
La prima puntata di The Lady-l'amore sconosciuto, ho scoperto, è “andata in onda” sul canale YouTube della Del Santo mercoledì 8 ottobre. La storia si sviluppa in 10 episodi (siamo al settimo) per 10 mercoledì e non potevo farmi sfuggire l’occasione di scriverne prima della fine.
Articoli ironici, in cui si dava del genio a Lory Del Santo, accreditata nei titoli di testa non solo come ideatrice del soggetto e autrice della sceneggiatura e della regia, ma anche come produttrice, responsabile di costumi, fotografia, montaggio, riprese, scenografia, e scelta delle musiche, si sono sprecati.
È pratica corrente tra gli intellettuali di ultima generazione ironizzare sul trash fingendo di incensarlo, accumulare descrizioni iperboliche per demolire prodotti, esaltati solo per prenderne le distanze, traendo considerazioni sociologiche sul deprecabile mondo dello show business e sul postberlusconismo, sul lascito intellettuale di Lele Mora e via dicendo.
La verità è che la web serie della Del Santo, è davvero geniale.
E la Del Santo, che in televisione ha recentemente dichiarato (chissà se seriamente o per provocare): "Questo film è stato girato in 15 giorni. È costato molto, nonostante facessi quasi tutto io, e l'ho pagato di tasca mia perché volevo farmi un regalo. Quando sarò come Sorrentino probabilmente potrò permettermi una troupe", ha dato vita a un prodotto che, consapevolmente o meno, rimarrà nella storia della cultura pop italiana (certo più delle web serie fighette che “vorrebbero ma non possono” e per paura o incapacità si limitano alla satira facilona).
Se The Lady fosse solo un po’ meno trash potrebbe essere un manuale di tutto quello che non si deve fare per fare una web serie di qualità: mettere un antagonista sfregiato che spia nell’ombra la protagonista, guardie del corpo che vorrebbero diventare vip a loro volta, costruire un cast fatto solo di donne bellissime e uomini palestrati (ad accezione dei maggiordomi cingalesi), doppiare tutto rendendo i dialoghi, già surreali di loro, ancora più impersonali e stralunati, asettici come nelle pagine più claustrofobiche di Bret Easton Ellis, riprendere il tutto con movimenti di macchina che consistono in zoomate vertiginose con inquadrature traboccanti di bagliori romantici del sole, alla cui luce corpi seminudi vengono mostrati per puro esibizionismo mentre si scambiano battute che sarebbero state tagliate anche dai copioni di Beautiful.
Ma l’accumulo di cliché rende The Lady come Las Vegas: un’architettura cosciente di se stessa, in cui è racchiusa un’estetica al di là di ogni pacchianeria, perché nell’esagerazione del kitsch il kitsch scompare, e resta il manierismo, superbo e stupefacente.
Al di là di ogni considerazione, il punto è sempre uno: la guarderanno tutti.
Il pubblico a cui si riferisce la guarderà con trepidazione, visto che i colpi di scena, svincolati da qualsiasi giustificazione logica, non mancano mai e rendono l’incedere della trama avvincente. E gli intellettuali 2.0 non saranno da meno, la guarderanno per feticismo, per poter ridere o piangere (tendono a farlo) sullo stato della fiction italiana o sociologizzare la nostra epoca (stupenda) pretendendola triste.
Certo, chiunque abbia un minimo di senso critico, davanti a battute come queste: "La grande bellezza della terra non soddisfa il desiderio di pace della mia anima. Cerco di toccare la felicità, ma si allontana sempre di più.", “Quella donna è bollente! Se la tocchi ti scotti!” O dialoghi come questi "Luc non mi ami abbastanza. Non riesci ad accettarmi per come sono: mi piace flirtare con gli uomini, giocare. Dovresti arrenderti se vuoi stare con me." -"io ti amo, ma tu mi stravolgi. Tiri fuori la bestia che c'è in me.", “Lona ma che cos'è l'amore per te?” - “Frammenti di tante emozioni...”, non può che sbellicarsi.
Ma in una delle frasi manifesto, dichiarazioni occulte di poetica, c’è più verità di quanta ci piaccia pensare sul nostro mondo e su noi stessi: "Che bello spendere tanti soldi. Mi eccita!"
Già, la vita di The Lady - deprecabile o meno spetta ai moralisti stabilirlo - nel nostro intimo, nel cuore pulsante delle generazioni nate a ridosso del crollo del muro di Berlino e in quelle a venire, è esattamente quello che vorremmo aver avuto o che vorremmo avere. L’estetica anni ’90 che veicola i valori ’80 è quello che siamo nati per sognare e rimpiangere.
Ammetterlo e godersela è bellissimo.