Economia
April 29 2019
Ogni anno in Italia vengono evasi 190 miliardi di euro di tasse.
Il nostro Paese indossa la maglia nera tra gli Stati comunitari con la maggiore incidenza del tax gapsui conti pubblici di cui solo di Iva non incassata ben 35,9 miliardi.
In un anno, in pratica, lo Stato non mette in cassa una cifra pari a tre volte la manovra economicache serve per evitare l'aumento dell'Iva, mettere in atto la flat tax ed erogare il reddito di cittadinanza agli eventi diritto.
Secondo gli analisti il nostro Paese pecca di un passato politico troppo poco incisivo sul fronte della lotta all'evasione e questo ha generato una "cultura del nero" che finisce per pesare sulle spalle di tutti gli italiani visto che i conti pubblici non tornano e il deficit aumenta.
Una sensibile battuta d'arresto a un trend evasivo che si attesta intorno al 23% l'anno punta la darla la nuova politica fiscale relativa a scontrini e fatture digitali.
A partire dal primo luglio, infatti, negozi ed esercenti dovranno dire addio ai vecchi scontrini e ricevute fiscali perché i corrispettivi recepiti non saranno documentati dal rilascio cartaceo della vecchia ricevuta, ma attraverso la trasmissione degli incassi giornalieri online direttamente all'Agenzie delle Entrate.
Contestualmente al cliente verrà rilasciato un documento commerciale valido ai fini fiscali (detrazioni, sgravi, obblighi fiscali) o integrato dal codice fiscale del cliente oppure dalla sua partita Iva.
Neanche il tempo di metabolizzare le novità relative all'obbligo di fattura elettronicanelle operazioni tra privati che il primo luglio gli esercenti con fatturati superiori ai 400.000 euro l'anno dovranno iniziare a testare pro e contro delle nuove regole in materia di scontrini digitali.
A partire dal primo gennaio 2020, poi, tutti i pubblici esercizi dovranno adattarsi con molta tensione da parte dei commercianti e ancora tanti punti di domanda su modi e tempi dell'adeguamento. Per questo a seconda della tipologia di operatore l'introduzione sarà più o meno graduale ed è prevista una fase di assestamento di quella che si annuncia come la più grande rivoluzione fiscale degli ultimi anni.
I nuovi obblighi digitali di questo Fisco 4.0 dovranno essere adempiuti avvalendosi dei registratori telematici (Rt) o di server telematici (St), i cui modelli siano stati approvati dalle Entrate. In alternativa, si potrà utilizzare una procedura web messa a disposizione gratuitamente dall'Agenzia.
Gli RT sono predisposti per rilasciare documenti commerciali che certifichino i corrispettivi di vendita ed emettono quella che può essere considerata una fattura elettronica anche semplificata.
Alla fine della giornata lavorativa l'esercente invia digitalmente i dati relativi agli incassi e l'Agenzia pone una sorta di sigillo elettronico al giorno lavorativo cosicché il flusso dei dati arrivi direttamente nei server del Fisco.
La rivoluzione digitale del nuovo Fisco (fattura elettronica tra privati e scontrino o ricevuta digitale) punta a incassare entro il 2019 2,3 miliardi di euro che fino a oggi facevano parte del capitaletto occulto della tax gap. Il contrasto all'evasione, entro il 2021, con questi nuovi strumenti digitali dovrebbe riportare nelle casse dello Stato 4 miliardi di euro fino a ora puntualmente evasi.