Luca Zaia: "Con il referendum sull'autonomia, il Veneto cambierà"
Dopo Verona e Vicenza, Panorama d'Italia sbarca a Padova e, per il terzo anno, il Governatore Luca Zaia è di nuovo a tu per tu con il direttore di Panorama Giorgio Mulè e con le domande che i cittadini veneti hanno inviato a Panorama attraverso i social e le videointerviste raccolte dal giornale nelle scorse settimane.
Il Presidente della Regione Veneto è a poco più di un anno dalla riconferma del suo mandato, "dodici mesi straordinari, fatti di riforme importanti e dell'applicazione di una spending review che non ha paragoni in tutto il resto d'Italia", tiene a sottolineare.
Referendum sull'autonomia, una svolta epocale
La prima grande questione è quella che riguarda l'autonomia del Veneto, di cui si parla da anni e che sarà sottoposta alla consultazione popolare nei prossimi mesi, verosimilmente tra ottobre e novembre "se non verremo intralciati e boicottati", precisa polemico Zaia, cioè subito dopo il referendum costituzionale voluto dal premier Renzi.
"All'indomani del voto - argomenta il Governatore - tutti noi che viviamo in questa Regione non saremo più quelli di prima. Sono certo che i veneti andranno a votare. E che saranno numerosi. Perché credono nell'autonomia, e ne hanno piene le tasche dell'inutile centralismo. Sono anche sicuro che otterremo un grande risultato, e che questo rappresenterà un segnale per il resto dell'Italia, oltre che un'importantissima svolta culturale per tutti i veneti".
Data l'importanza del tema e l'enfasi con la quale il suo interlocutore lo affronta, Mulè incalza, cercando di entrare ancor più nel merito: "Quante persone crede che andranno a votare e fino a quanto è disposto a metterci la faccia?". "Mi aspetto una grande reazione e se non sarà così, mi ripromettero di chiudere per sempre il capitolo dell'autonomia. Non ci metto la faccia perché - a differenza di Renzi - non ho una battaglia interna al partito da vincere. Ma soprattutto perché questo non è il mio referendum, questo è il referendum dei veneti".
Il nodo delle banche
Cinquecento azioni di Veneto Banca e centro azioni della Banca Popolare di Vicenza: è il "malloppo" di Zaia in obbligazioni delle due banche che, dopo il crac che le ha portate al semifallimento, gli è costato 30 mila euro. "Ho sempre avuto coscienza del rischio di acquistare titoli di banche non quotate".
Il suo è uno dei 105 mila casi di risparmiatori che hanno visto il loro denaro sfumare come neve al sole. "Una tragedia", commenta Mulè. "Di proporzioni immani", replica Zaia, "una perdita (11 miliardi di euro, ndr), paragonabile ai danni di Veneto e Friuli Venezia Giulia nella Grande Guerra. Con la differenza che dopo la guerra ricostruisci, ma quando un titolo da 60 euro arriva a valere 10 centesimi, che fai?
Tanta ricchezza che se n'è andata. E il prezzo lo pagano i risparmiatori, non certo chi ha provocato il disastro o chi non ha svolto come doveva il suo compito di controllore".
Salvini è davvero l'anti-Renzi?
Si passa poi alla stretta attualità, alle ultime amministrative e in particolare alla madre di tutte le battaglie, quelle per il Comune di Milano dove Salvini "non è che abbia proprio brillato, no?".
"Se non sei in prima fila con un candidato del tuo partito - ribatte serafico Zaia - i risultati sono tipicamente quelli che abbiamo visto. A Milano abbiamo optato per il sostegno a Parisi e riteniamo che, in definitiva sia andata bene così. La vera vittoria (per ora soltanto morale) è la Bergonzoni che va al ballottaggio a Bologna, che con lei ha occasione di cambiare.
"Mentre a Roma, Salvini ha espresso il suo apprezzamento a Virginia Raggi..." gli ricorda Mulè. "Lì la situazione è un po' diversa, ma pur con tutti i distinguo del caso non possiamo sostenere chi ha rovinato la città in quel modo negli ultimi anni".
Il direttore chiude le questioni di politica interna con la richiesta di un consiglio a chi gli domanda quale sarà il futuro del centrodestra, nella sua veste di "vecchio saggio". "Penso che non dobbiamo avere una visione mummificata delle cose - risponde Zaia - ci sono due figure politiche in italia che sono Renzi, che intercetta i moderati, e Salvini, indipendentista, autonomista, federalista capace perfino di intercettare voti del Sud.
Credo che il futuro della politica sia al di fuori dalle terrese di partito e vada invece verso il concetto di leadership.
Salvini è il leader designato del centrodestra perché ha il fisico e l'acume, e ha portato fuori dalla palude un partito che era sceso al 3%. Mentre Renzi flirta con l'establishment, Salvini va in strada e parla con i cittadini, vive in mezzo alla gente, la ascolta e non perde il contatto con la realtà a differenza di quanto succede con chi preferisce "vivere a Roma".
L'immigrazione
Una delle video-domande giunte alla redazione di Panorama si sofferma, inevutabilmente, sul nodo dell'immigrazione, dove "il Veneto ha già dato in abbondanza, in quanto una delle prime tre regioni italiane per quantità di ingressi di cittadini stranieri".
La soluzione del Governatore poggia sulla realizzazione di campi di prima accoglienza in Africa e nei Paesi da cui partono i flussi migratori, gestiti dalla comunità internazionale e dai quali far partire poi i corridoi umanitari per i profughi veri.
Infrastrutture
Altre due domande collegate, giunte dai lettori: "Intende alzare la voce col governo sulle infrastrutture? e quando arriveranno l'alta velocità in Veneto?
"Il caso della Pedemontana è emblematico di quanto stiamo facendo in materia", spiega Zaia. "Si tratta della più grande infrastruttura pubblica (oltre 2 miliardi di euro) in appalto che, se non vi sarano intralci, verrà completata nel 2018 e forse anche prima. Per quanto riguarda invece l'alta velocità, è un passaggio irrinunciabile, se lo si salta si rimane fuori dal corridoio europeo.
E' altrettanto vero che abbiamo un gran bisogno di una rete ferroviaria tradizionale più moderna e spero che Delrio si decida a investire nel settore.
Aggiungerei un tema, quello del passaggio delle grandi navi nella Laguna di Venezia. Noi siamo d'accordo a metà e diciamo che le imbarcazioni in questione devono restare fuori dalla Giudecca e dal bacino di San Marco. Se estendiamo il discorso all'intera laguna possiamo chiudere Marghera e dire addio al petrolio.
Un discorso simile può valere per l'hub veneto delle imbarcazioni da crociera che rischiamo di perdere a favore della Turchia o del Peloponneso.
Infine un accenno al nuovo ospedale, proprio qui a Padova, il mega policlinico universitario da 50 ettari che, confemiamo qui, avrà la sua prima pietra posata nella prima metà del 2019 e verrà concluso nel 2022-2023".
Mulè approfitta dell'evocazione della città che ospita la tappa del tour del suo giornale per domandare al suo intervistato un punto sull'ammistrazione comunale: "I padovani sono fortunati ad avere Bitonci, un sindaco competente e preparato. Lasciamolo lavorare".
Multinazionali vs produttori agricoli: un rischio chiamato Ttip
Sul finale, Zaia sveste per un attimo gli abiti del Governatore e indossa quelli del ministro dell'Agricoltura che è stato. Alla richiesta di fare un punto sulla discussione attorno al Ttip, l'accordo commerciale tra Usa ed Europa in tema di beni alimentari.
Da esperto in materia, l'ospite pone la questione dello scontro tra multinazionali e contadini che il patto andrebbe a far configurare, e suona il campanello d'allarme su come questo andrà a danneggiare l'identità dei prodotti, con tutto ciò che ne conseguirà.
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