issey miyake paris fashion week
(Photo by Estrop/Getty Images)
Collezioni

Luci e ombre alla Paris Fashion Week

Il vento, la luce e tutti quegli elementi naturali che non hanno forme definite. La collezione primavera estate 2024 di Issey Miyake parte da qui. Una presentazione che è anche un’esperienza interdisciplinare grazie alle installazioni di Yoshihisa Tanaka, al contributo musicale di ICTUS e alla coreografia di Némo Flouret.

I capi della collezione possiedono un’inaspettata naturalezza, ottenuta attraverso un incredibile lavoro artigianale. Dal filato torto della serie «Ambiguous» alla speciale tecnica di tessitura di «Twining» passando per il motivo delle stampe «Light Leak» ottenuto attraverso l’esposizione del rullino di una macchina fotografica.

C’è poi il materiale elastico e lucente della serie «Enveloping» realizzato con washi paper e poliestere, il tessuto pressato di «Fixed in Time», ma anche il mix di fibre naturali (washi paper e lino) ed elasticizzate (nylon e poliuretano) dei capi «Twisted» e «Shaped Membrane».

La sfilata è stata anche occasione per l’annuncio di una nuova collaborazione tra Issey Miyake e il brand di calzature New Balance. «Una collaborazione creata in linea con il concetto del muoversi a piedi nudi» come si legge nelle note della sfilata e che vede il modello MT10 di New Balance riproposto con uno stile e una palette di colori che rispecchiano il tema della collezione disegnata da Satoshi Konto, «con la caratteristica leggerezza e la sensazione di non averle ai piedi».






È un’esplorazione della parte più oscura della materia la collezione primavera estate 2024 firmata Yohji Yamamoto. Un viaggio tra le mura del municipio di Parigi, costruito originariamente tra il 1535 e il 1628 da Enrico IV e Luigi XIII, dove una passerella bianca accompagna le modelle in una macabra sfilata di stravaganti abiti da sera.

Tessuti decostruiti che sfiorano il pavimento, creazioni in tulle arricciato che ricordano dei fiori, cinture con catene a forma di cuore e abiti cuciti a contrasto a stringere la vita in proporzioni minuscole.

Grazie a sapienti giochi di luce ogni abito prende vita, come avesse un’aura stregata. Anche la Mercoledì di Tim Burton ne resterebbe rapita.






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