Lifestyle
February 27 2018
In nove Stati Usa la vendita della cannabis non è solo consentita per scopi medici, ma anche per quelli ricreativi.
Si tratta di una novità storica a livello socio-culturale cui l'industria del tempo libero sta cercando di rispondere in maniera adeguata.
Se infatti è ammesso l'uso ricreativo della sostanza, serviranno anche spazi in cui questo uso possa essere integrato e diventare, a sua volta, oggetto di business. Un'impresa non facile che sta mettendo in difficoltà sia coloro che si occupano della gestione dell'intrattenimento per adulti (la vendita è consentita solo a chi ha più di 21 anni), sia i fruitori stessi di hashish e marijuana.
Questo perché coloro che sono sempre stati abituati a fumare nel salotto di casa propria, nel vicolo nascosto o sulla spiaggia deserta oggi possono farlo anche in luoghi autorizzati. Ma la domanda è: dove? In che contesto? Con chi?
Al di là del social club privato frequentato da consumatori abituali e soci non esiste ancora una risposta per il grande pubblico anche se è chiaro il potenziale economico di questa fetta di mercato.
E' altrettanto chiaro, inoltre, che non si può avere nei confronti della cannabis ricreativa lo stesso approccio che si è avuto verso l'alcol.
Se l'habitus consolidato delle serate tra adulti è quello di andare a bere un cocktail o una birra per lasciarsi alle spalle la giornata pesante, affogare i dolori o cancellare la noia ora non è né sufficiente, né opportuno introdurre la vendita della marijuana ricreativa all'interno dello stesso contesto.
Si tratta, infatti, di due sostanze dagli effetti opposti: l'alcol, sinonimo di vita notturna e movida, ovatta le emozioni e uniforma le percezioni, la cannabis invece è uno psicoattivo che agisce sul soggetto amplificando stati d'animo e percezioni. Può causare paranoia, attacchi di panico, ansia o nausea oltre a euforia e leggerezza.
Spesso, del resto, chi fa uso di cannabis all'alcol preferisce la caffeina o le tisane che vanno a sottrarre torpore cerebrale agli effetti del THC. Si tratta, quindi, di mettere in relazione due mondi opposti e complementari: quello degli adulti che "vanno a bere qualcosa" e quello di coloro che invece preferiscono trovare luoghi tranquilli in cui fumare e vivere "lo sballo". Entrambi cercano fuga dalla realtà, ma attraverso strade diverse.
In questa fase di passaggio le proposte ricreative dedicate a chi fuma erba non sono molte, ma sono di qualità. Performance con musica e arte, serate di degustazione di prodotti imbevuti in THC, sale da the dove poter acquistare joint da consumare in loco su cuscini e tappeti o dibattiti in cui vengono raccontate le caratteristiche e gli usi della cannabis.
Il timore che l'industria dell'intrattenimento notturno per adulti ha è che la legalizzazione dell'uso ricreativo della cannabis possa dare un duro colpo al business dei liquori. Lo scorso anno presso la località sciistica di Aspen, in Colorado, erano di più i negozi dedicati alla vendita di cannabis che quelli dove era possibile comprare alcol.
La diversificazione dell'offerta e la percezione della differenza di ideali, desideri e gusti tra i vari fruitori dell'industria del tempo libero potrebbe essere la carta vincente per difendere l'uso ricreativo della cannabis. Ad Amsterdam, ad esempio, nella maggior parte dei coffee shop è possibile fumare e consumare prodotti a base di marijuana, ma non è ammessa la vendita di alcolici.
Evitare di creare luoghi in cui la sostanza psicotropa e quella psicoattiva entrano in contatto può essere un principio per salvaguardare ordine pubblico e business del tempo libero.