Macron oggi parla dei migranti come la Meloni: «Non dobbiamo lasciare l'Italia sola»

Ha scelto l’ora di punta, quella del telegiornale serale delle 20, Emmanuel Macron per un’intervista che è parso un messaggio alla nazione con vista sulle elezioni europee del 2024, intervista con al centro la tematica calda del momento: i migranti. E sono diverse le cose dette dal numero uno dell’Eliseo, frasi che meritano, anche separatamente, una riflessione.

La dichiarazione più riportata oggi in Italia dai giornali è la seguente: «La Francia è con l’Italia. Quando i migranti arrivano a Lampedusa l’Europa deve aiutare a registrarli. Non possiamo lasciare sola l’Italia. Siamo pronti a collaborare per una risposta europea». Inutile dire che forse per la prima volta da Parigi arriva una dichiarazione chiara e netta sul tema, soprattutto sul fatto che l’Italia da sola non possa reggere l’arrivo di centinaia di migliaia di migranti. Un netto cambio di visione se solo pensiamo alle polemiche del novembre di un anno fa quando l’Italia si rifiutò di concedere l’approdo alla Ocean Viking, nave Ong, che dovette attraccare a Marsiglia. Allora le autorità transalpine costrette a perdersi cura della prima ed unica nave sbarcata sulle loro coste definì quello italiano come «comportamento inaccettabile».

Ben vengano quindi le frasi di Macron (secondo alcuni maligni anche legate al recente incontro con Papa Francesco, che ha fatto attendere in maniera poco diplomatica...) che però, solo per coerenza, dovrebbe alzare il telefono e chiamare chi sta gestendo i controlli ed il presidio alla frontiera di Ventimiglia ordinando alla Gendarmeria ed ai militari (ebbene si, due settimane fa alla frontiera italo francese sono arrivati altri 140 soldati e, si dice, persino droni per la visione notturna del territorio) di aprire le strade procedendo al passaggio, controllato, di chi dal nostro paese vuole entrare in Francia. In più Macron dovrebbe mettersi d’accordo con il suo ministro degli Interni, l’ormai famoso Darmanin che ogni settimana regala una dichiarazione anti italiana, l’ultima, 6 giorni fa: «Non accoglieremo i migranti di Lampedusa».

Seconda frase: «Dobbiamo essere umani ma anche rigorosi; non possiamo accogliere tutta la povertà del mondo».Il concetto secondo cui l’Africa e gli africani in Europa non ci stanno non è di certo nuova. Ma fino a ieri chiunque avesse l’ardire di sostenere una cosa simile veniva immediatamente tacciato di «razzismo». Oggi anche il di certo non-di-destra inquilino dell’Eliseo ammette che non si possono aiutare tutti. E per un politico quel TUTTI deve per forza, per legge, diventare un numero; non c’è spazio per la pietà o la compassione perché se fosse per quello andrebbe accolto ogni singolo migrante, di ogni paese, razza, religione. Quando si dice TUTTi si deve per forza mettere un limite, quindi un numero massimo che non si può superare (e a quel punto, di conseguenza, porti e strade vanno chiuse). Qual è quindi il numero massimo che ci possiamo permettere?

Ultima considerazione. Da Parigi è arrivata la conferma: le prossime elezioni europee si giocheranno in sintesi su questo tema. E davanti agli elettori non si potrà tergiversare. Già oggi sondaggi in Italia racontano che il 70% degli elettori vorrebbe una politica più rigida e severa, soprattutto su sbarchi ed ingressi. Questa sarebbe la richiesta della Lega e la posizione persino di Giuseppe Conte mentre il Pd della Schlein chiede con forza l’accoglienza senza se e senza ma, per tutti. Macron però ha capito che questa linea non pagherà nelle urne e sta cercando quindi di mettere dei paletti e dei limiti. Anche se purtroppo al momento solo a parole.

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