Calcio
May 02 2022
Prima ancora del suicidio di Terracciano e della rete liberatoria di Leao, il volo di Mike Maignan a togliere il pallone dalla rete dopo capocciata di Cabral a colpo sicuro. L'altro gol del Milan nel pomeriggio di San Siro che ha avvicinato lo scudetto dei rossoneri e non un inedito in questa prima stagione del portiere pescato da Maldini e Massara in Francia per sostituire lo sfuggente Donnarumma. Il Milan ci ha fatto un affare, adesso lo si può dire con certezza.
Decisivo con la Fiorentina ma lo era già stato a Torino, sia sponda granata che Juventus, e ancora nel derby di ritorno, quello della svolta del campionato della squadra di Pioli. Oppure a Marassi con la Sampdoria e con il Genoa, a Bergamo per contenere le sfuriate dell'Atalanta ferita, a Empoli per sigillare il risultato. Anche con il Napoli a San Siro, nella notte di un ko doloroso e pieno di polemiche. Quanti punti ha portato Maignan al Milan in questo campionato con le sue parate?
Il giochino è accattivante anche se privo di riscontri. La realtà è che il francese si è dimostrato il più forte e affidabile dei numeri uno in circolazione in Serie A e spesso ha lasciato l'impressione negli avversari e negli osservatori esterni di aver spostato l'inerzia dei risultati. Anche da regista puro, come in occasione dell'assist a lunghissima gettata per Leao nella sfida casalinga con la Sampdoria. Insomma, un portiere moderno, fisicamente esplosivo (osservare i tempi di reazione di tanti salvataggi nei pressi della linea di porta), dominante nelle uscite alte e dalla personalità debordante.
Si è preso il Milan in fretta e non era scontato. Donnarumma e la sua eredità erano un peso potenziale per chiunque e le sue referenze, per quanto venisse da una Ligue1 conquistata con il Lille, non apparivano così certificate da garantire che l'impatto con San Siro non riservasse cattive sorprese. Ha fatto tutto in fretta, Maignan, cancellando qualunque possibile nostalgia per chi l'aveva preceduto sia dal punto di vista tecnico che per la leadership.
Classe 1995, in corsa per prendersi anche la maglia di titolare nella nazionale francese, è stato uno dei fattori determinanti della stagione rossonera. Comunque vada a finire la volata scudetto, è chiaro che ha dato lui al Milan quanto non sono riusciti a dare Szczesny, Handanovic e la coppia Ospina-Reina a Juventus, Inter e Napoli. Il confronto con il collega dall'altra parte del Naviglio è stato impietoso quanto la fotografia nel derby che potrebbe aver deciso la stagione, quello della rimonta milanista, dei numeri di Maignan e delle incertezze di Handanovic.
Blindato da un contratto fino al 2026, il portiere è anche uno degli esempi del nuovo corso milanista: 2,8 milioni di euro di stipendio (meno della metà di Donnarumma), valore del cartellino che si è già moltiplicato rispetto ai 13 milioni più bonus spesi per portarlo a Milano e margini di crescita esponenziali. L'era Elliott è agli sgoccioli, arrivano gli arabi: è facile scommettere che di Maignan faranno uno dei capitani del Milan del futuro.