News
January 24 2019
Il mal di testa viene sottovalutato da chi non ne soffre (che cosa vuoi che sia, passa… in genere è la risposta) ma chi ne soffre sa che è una malattia spesso cronica e invalidante. In Italia colpisce circa 10 milioni di persone (soprattutto donne). E secondo l’Oms, l'emicrania è la prima causa di disabilità fra gli adulti sotto i 50 anni. In Europa, la cefalea costa, in termini di produttività ridotta e giornate di lavoro perse, 18 miliardi di euro l’anno. Ora però è in arrivo una nuova molecola: un anticorpo monoclonale da somministrare una volta al mese (per almeno tre mesi) sotto forma di iniezione sottocutanea. La nuova molecola promette di ridurre della metà gli attacchi di emicrania. Abbiamo intervistato il Dott. Fabio Frediani, direttore del Centro Cefalee e dell’Unità operativa neurologia all’ospedale San Carlo Borromeo di Milano, della ASST Santi Paolo e Carlo, uno dei centri italiani ad aver sperimentato il nuovo farmaco, che ci spiega cos'è la cefalea nelle sue varie forme, e come funziona l'anticorpo monoclonale.
Mal di testa, emicrania, cefalea... sono sinonimi?
Intanto va chiarito innanzitutto che la cefalea può essere primaria, ossia un disturbo a sè, o il sintomo di altre malattie, in questo caso si tratta di cefalea secondaria. E poi “cefalea” è il termine medico per il mal di testa, che nella sua forma primaria comprende cefalea tensiva, cefalea a grappolo ed emicrania.
In che cosa si differenziano?
Per esempio nel tipo di dolore: nella cefalea tensiva, che può durare ore o giorni, la persona colpita ha un indolenzimento ai muscoli delle spalle, dolore a nuca e collo, una pressione persistente sulla fronte, sui lati e sul retro della testa. E, occasionalmente, un senso di nausea. L’emicrania ha il dolore, che può durare da poche ore fino a 3 giorni, come sintomo cardine, associato a nausea, spesso vomito, ipersensibilità al rumore e alla luce, tutti i sensi sono iperattivi. La Cefalea a Grappolo per contro ha attacchi molto più brevi, solitamente 30' - 1 ora, ma violenti, sicuramente la peggiore tanto che viene definita anche “cefalea da suicidio”. Si manifesta con un dolore molto intenso da un lato del viso, spesso un'abbondante lacrimazione con gonfiore all’occhio, una narice chiusa o gocciolante, pallore e sudorazione, sempre dallo stesso lato del dolore. Lato che quasi mai cambia nel corso della vita di chi ne è afflitto.
Quando si può parlare di cefalea cronica?
Quasi sempre, nel senso che chi soffre di mal di testa molto spesso ne soffre in forma cronica: Che si manifesti una volta la settimana o una volta al mese, poco cambia: se il mal di testa ci accompagna tutta la vita, è comunque cronico.
Al momento come ci si cura?
Le terapie attuali prevedono analgesici e antidolorifici (come i Fans, antifiammatori non steroidei) che però agiscono genericamente sul dolore; e i triptani, mirati contro l’emicrania. Ma in tutti i casi il rischio di un uso eccessivo di questi medicinali è elevato.
Tendiamo a prendere troppi?
Alla fine succede che l’abuso di farmaci alimenta la malattia: è una sorta di loop, un circolo vizioso. Quando prendi il farmaco stai bene perché il dolore passa, ma non vuol dire che si sia risolto il problema. Quando finisce l’effetto della pillola il dolore riappare, forte come prima, come una molla che torna su. Il farmaco è l’omino che tira giù la molla, io posso cambiare l’omino ma il problema non si risolve.
Come fare allora per evitare il fai-da te?
Quando gli attacchi si ripetono incessantemente è necessario rivolgersi a uno dei tanti centri per la cura dell’emicrania sparsi sul territorio, dove gli specialisti possono fare una diagnosi precisa del suo mal di testa e iniziare un percorso terapeutico mirato.
Dove si trova l’elenco dei centri per la cura della cefalea?
L’elenco dei Centri riconosciuti dalle Società Scientifiche si trova facilmente sui siti online www.anircef.it e www.sisc.it. E' sempre meglio andare a un Centro dopo aver sentito il parere del proprio medico Curante, anche per capire quali siano le vere necessità e le possibilità di cura. Vale a dire che è inutile rivolgersi al Centro per un mal di testa che origina, ad esempio, dalla sinusite. Per questo il Medico di famiglia deve sempre fare un lavoro di filtro, anche per non intasare i Centri e dare risposte più pronte in caso di necessità
Qual è la novità che sta arrivando per chi soffre di mal di testa cronico?
Gli anticorpi monoclonali. La prima molecola a disposizione, chiamata erenumab, è appena arrivata sul mercato. Sono farmaci che agiscono bloccando la proteina CGRP, fondamentale perché innesca l’attacco emicranico. Questa proteina fa parte di un complesso sistema chiamato "trigemino-vascolare" che si attiva in seguito a un qualsiasi fattore (mancanza di sonno, alimentazione, ciclo mestruale, stress) che fa da detonatore. Insomma, qualcosa che crea scompiglio nel fragile ordine del meccanismo emicranico. E nello spazio fra arterie, vene e nervo trigemino, appunto del sistema trigemino-vascolare, avviene una liberazione di varie sostanze, fra cui la proteina CGRP, quella più coinvolta. In tutti gli studi fatti si è visto che durante l’attacco emicranico il suo livello aumenta nel sangue.
E l’anticorpo monoclonale che cosa fa esattamente?
Inibisce l’attività di questa proteina, o bloccandola direttamente o andando a occupare il suo recettore. È un’iniezione sottocutanea fatta una volta al mese, il primo ciclo è tre mesi, a due dosaggi: 70 milligrammi in genere bastano ma si possono prenderne anche 140.
Funziona in tutti i tipi di mal di testa?
Finora si è dimostrato efficace nell’emicrania. Nel mondo lo si è sperimentato in circa tre milai pazienti (in Italia, alcune decine). E i dati mondiali mostrano un’efficacia elevata: nel 60 per cento dei casi la frequenza delle crisi si è dimezzata; nel 25% dei pazienti in cui gli attacchi si ripetevano per 10 giorni al mese, si è avuto fino a 30 giorni consecutivi liberi dal mal di testa.
Quando arriverà sul mercato?
È già presente in farmacia dal 12 dicembre scorso, ma dietro prescrizione medica e il costo è ancora molto elevato: 700 euro a fiala, non rimborsato. Questo perché è ancora in corso la trattativa fra l’Aifa e la Novartis, l’azienda che lo produce. A fine trattativa, il prezzo dovrebbe scendere, un po’ come è successo per il farmaco contro l’epatite C. E il servizio sanitario nazionale darà indicazioni sui pazienti ai quali potrà essere somministrato.