News
September 06 2017
"Erano trent'anni che non capitava un caso del genere" ha spiegato Claudio Paternoster, primario di malattie infettive all'ospedale Santa Chiara di Trento, commentando la morte di Sofia Zago, bimba di 4 anni uccisa dalla malaria senza mai essere stata in zone a rischio.
Il contagio sarebbe avvenuto nell'ospedale di Trento tra il 20 e 21 agosto, giorni nei quali erano ricoverati nella struttura anche due bambini infetti di ritorno dal Burkina Faso. Aperte due inchieste, a Trento si indaga per omicidio colposo contro ignoti.
Nella giornata di sabato 2 settembre 2017 Sofia Zago è stata portata al pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Trento con febbre alta e picchi fino a 40 gradi. In poche ore la situazione è precipitata e la bambina è entrata in coma. La diagnosi è arrivata poco dopo: malaria. Nonostante le terapie siano state immediatamente somministrate la piccola è morta nella notte tra domenica e lunedì all'ospedale di Brescia, dove era stata trasferita d'urgenza.
La procura di Brescia e quella di Trento hanno aperto due inchieste per fare chiarezza sulla vicenda mentre Nunzia Di Palma, direttrice dell'unità operativa di pediatria all'ospedale di Trento, ha fatto sapere che il parassita che ha provocato la malaria di Sofia è lo stesso che aveva fatto ammalare i due bambini di ritorno dal Burkina Faso, ricoverati negli stessi giorni e nella stessa struttura della piccola.
I magistrati trentini indagano per omicidio colposo contro ignoti e puntano ad accertare se nell'ospedale siano stati seguiti tutti i protocolli per le cure e come la bambina sia stata infetta.
La malaria è una malattia infettiva dovuta ad un protozoo, un microrganismo parassita che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzara. Il periodo di incubazione della malaria, ovvero il tempo trascorso tra la puntura infettante e i sintomi clinici cambia dal tipo di infezione ma può protrarsi dai 7 giorni fino a 2 mesi.
Ad oggi il 40% della popolazione mondiale vive in zone in cui la malaria è endemica, ossia sempre presente tra la popolazione di una certa zona, con un numero di casi costanti nel tempo. Si parla invece di malaria autoctona quando la malattia compare in zone non malariche come ad esempio l'Italia. I motivi possono essere diversi: il contatto ravvicinato con persone provenienti da zone malariche, la presenza di zanzare trasportate da zone malariche e le trasfusioni di sangue o di globuli rossi provenienti da soggetti malarici e contenenti plasmodi nella fase infettante. In Italia sono però vigenti leggi che escludono dalla donazione persone che abbiano soggiornato in zone malariche e/o che abbiano effettuato chemioprofilassi antimalarica.
La malaria non si trasmette per contagio interumano diretto ma solamente attraverso le zanzare del genere Anophele, non presenti nel nostro paese (come da schema sopra). In Italia questa malattia è scomparsa a partire dagli anni '50, per questo i casi nel nostro paese si possono definire "di importazione", ossia contratti all'estero in zone malariche. Ogni anno nel nostro paese si contano circa 800 casi di malaria ma negli ultimi dieci anni sono stati solo nove (dei quali 7 guariti) quelli di malaria autoctona.