Maldive, addio al paradiso, decollano i droni (anche) armati
Addio alla certezza di tranquillità e di romantico isolamento, anche il paradiso maldiviano è ora pattugliato da droni che possono anche essere armati. Il governo delle Maldive ha infatti messo in servizio i primi velivoli Bayraktar TB-2 di costruzione turca, creando un nuovo corpo di polizia aerea incaricato di monitorare l’ambiente marittimo degli arcipelaghi.
A oggi risultano attivi tre velivoli senza pilota la cui entrata in servizio è avvenuta dopo la cerimonia svoltasi sull’aeroporto internazionale di Maafaru, nell'atollo di Noonu, il 15 marzo scorso, come ha dichiarato orgogliosamente l'Ufficio del neopresidente Mohamed Muizzu, manifestamente filo-cinese. Quella stessa sera, uno dei droni ha condotto una missione di pattugliamento definita inaugurale. La Forza di difesa nazionale delle Maldive (Mndf) non ha dichiarato quanti TB-2 siano stati acquistati, ma la cifra, almeno stando ai media turchi, potrebbe essere di sei unità per un valore complessivo di 37 milioni di dollari inclusi i servizi di addestramento, cominciati lo scorso gennaio in Turchia, e la formazione relativa all’assistenza tecnica. I Bayraktar sono divenuti celebri per il loro impiego armato nei conflitti in Azerbaijan, Libia e Ucraina, e pare che la Mndf abbia comunque intenzione di considerarne anche l’uso offensivo in caso di necessità.
Il ministro della Difesa Ghassan Maumoon ha fatto riferimento al potenziale dei TB-2 per le missioni d’attacco, affermando: “È una piattaforma tecnologica sofisticata usata dai paesi sviluppati di tutto il mondo, nello stesso tempo è un’arma dotata di una potenza di fuoco che può effettuare manovre per difendere la sovranità del Paese, concentrandosi al contempo sulla sorveglianza, sulla ricerca e sul salvataggio”. Il tenente generale Abdul Raheem Abdul Latheef, capo delle forze di difesa, ha affermato che la creazione di una squadra aerea dedicata rappresenta un “giorno storico”, delineando il nuovo ruolo previsto per la forza Mndf, ora in grado di proteggere i pescatori e alle navi in difficoltà. Il presidente Muizzu ha riconosciuto il ruolo centrale del governo turco nell’accordo; dopo la sua elezione, nel settembre 2023, la prima visita ufficiale fu proprio in Turchia lo scorso novembre, dove ha visitato diverse aziende della difesa e ricevendo in dono da Erdogan un non ben specificato equipaggiamento militare non specificato.
Sul fronte pacifista, le Maldive non possono permettersi di perdere il turismo, dunque la scelta dei droni viene venduta come una garanzia di sicurezza anche per chi decide di trascorrere le proprie vacanze tre le rinomate isole e atolli, mentre sul fronte industriale turco, con l’entrata in servizio nelle Maldive, il Bayraktar TB2 è ora utilizzato da 33 nazioni e la flotta globale ha raggiunto un totale di 750.000 ore di volo lo scorso dicembre. Il produttore Baykar ha dichiarato che le esportazioni hanno raggiunto la cifra di 1,76 miliardi di dollari nel 2023. L’acquisto dei droni da parte maldiviana rientra nei programmi del nuovo governo che aveva annunciato interventi per rafforzare le capacità militari del Paese, compreso il raddoppio delle capacità operative della Guardia Costiera, sia ricondizionando le attrezzature più vecchie, sia espandendo la flotta dell'Air Corps (la componente militare aerea) e migliorando le piattaforme terrestri in servizio. Il tutto con lo scopo dichiarato di presidiare meglio e difendere la zona economica esclusiva di 974.000 chilometri quadrati nella quale transitano cinque delle principali rotte marittime internazionali dell’Oceano Indiano, poiché l’arcipelago si trova a soli 450 km a sudest della penisola controllata da Delhi. L’India, di conseguenza, teme di perdere l’influenza politica che ha sempre avuto su Malé, anche perché Muizzu ha recentemente firmato un accordo con Pechino per una non specificata “assistenza militare gratuita”.
La reazione indiana non si è fatta attendere e nel tentativo di rafforzare la propria presenza nell’Oceano Indiano, Delhi ha aperto una nuova base navale a Minicoy, nell’arcipelago Lakshadweep, 130 km a nord delle Maldive, all’inizio di questo mese. A proposito di questa operazione, sul sito web della Marina indiana si legge: “La base migliorerà la portata operativa delle forze militari e faciliterà lo sforzo della Marina verso le operazioni antipirateria e antinarcotici nel Mar Arabico occidentale, aumentando inoltre le capacità di soccorso nella regione, la connettività con la terraferma e le infrastrutture di sicurezza nelle isole strategicamente importanti”.
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