ISSOUF SANOGO/AFP/Getty Images
21 gennaio 2013. Soldati francesi a piedi in una zona distrutta durante i bombardamenti aerei, al loro arrivo nella città di Diabaly, riconquistata dalle truppe francesi e del Mali congiunte, insieme al centro di Douentza, sottraendone il controllo agli islamisti.
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22 gennaio 2013. Un soldato francesi saluta un collega maliano di pattuglia nella città recentemente liberata di Diabaly.
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21 gennaio 2013. Un pickup degli islamisti distrutto durante gli attacchi aerei francesi sulla cittadina di Diabaly, riconquistata con Douentza, entrambe sottratte dalle truppe franco-maliane agli islamisti.
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25 gennaio 2013. Due bambini maliani passano accanto a due veicoli dei militanti islamisti distrutti dai bombardamenti francesi, nell'appena liberata cittadina di Diabaly.
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19 gennaio 2013. Una fotografia messa a disposizione dall'Ufficio comunicazioni audiovisive dell'esercito francese ufficio (ECPAD) mostra un soldato del Mali che partecipa all'operazione Serval contro i ribelli islamici a Diabali.
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26 gennaio 2013. Una pattuglia di soldati maliani lungo una strada di Diabaly (400 km a nord della capitale Bamako), nel giorno della riconquista della roccaforte islamista di Gao, la più grande città nel nord del Mali.
▲ PA/ARNAUD ROIN/ECPAD
21 gennaio 2013. Una fotografia messa a disposizione dall'Ufficio comunicazioni audiovisive dell'esercito francese ufficio (ECPAD) mostra due soldati maliani con in mano le bandiere di Francia e Mali, durante l'operazione Serval contro i ribelli islamici a Diabali.
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28 gennaio 2013. Un elicottero militare francese Gazelle di ritorno dalla città di Timbuktu atterra nell'eliporto del campo militare francese a Sevare.
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Una donna che fuggito dal nord del Mali si affaccia da una tenda in un campo per sfollati interni (IDP) a Sevare, il 23 gennaio 2013.
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22 gennaio 2013. Un soldato francese, mitragliatrice in pugno, di guardia vicino alla città di Diabaly.
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25 gennaio 2013. Un bambino maliano che hanno vissuto gli attacchi aerei francesi contro gli obiettivi dei militanti islamici passa accanto a un veicolo distrutto e a una bicicletta, vicino alla sua casa, nella città di Diabaly appena liberata.
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22 gennaio 2013. Un soldato francese sdraiato lungo una strada con un lanciatore di missili anticarro in una postazione presso Diabaly.
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22 gennaio 2013. Una statuetta della Madonna rotta e lasciata a terra in una chiesa cattolica di Diabaly messa a ferro e fuoco dagli islamisti.
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22 gennaio 2013. Alcune vecchie granate in una scatola, tra i resti di un accampamento degli islamisti distrutto dall'intervento militare congiunto francese e maliano, nella città da poco liberata di Diabaly.
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22 gennaio 2013. Il cadavere di un sospetto islamista giace tra le sterpaglie nei pressi di Diabaly.
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25 gennaio 2013. La signora Zahra Ag Noh tiene in braccio il suo bambino, Aboubakrim, nella loro casa nel villaggio di Seribala, nei pressi di Niono, circa 350 km a nord est della capitale Bamako. Suo fratello, Aboubakrim Ag Mohamed, e un allevatore di bovini di nome Samba Dicko, sono stati entrambi uccisi il 24 gennaio presumibilmente da parte dell'esercito del Mali. Secondo il marito di Noh sono stati due soldati malesi a sparare loro alla testa, perché sospettati di aver spalleggiato gli islamisti.
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27 gennaio 2013. Due bambini maliani guardano all'interno di un'auto abbandonata a Konna.
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27 gennaio 2013. Camion stracolmi di persone e merci in fuga verso il centro del Mali, mentre le forze francesi e maliane continuano a riprendere il controllo dei territori occupati dai militanti islamisti.
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23 gennaio 2013. Un soldato maliano armato portato in scooter da un civile fuori dalla cittadina di Diabaly, appena liberata dagli islamisti.
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24 gennaio 2013. Manjou Cisse, 13 anni, ferito da una granata durante i combattimenti a Diabaly, riposa in un letto dell'ospedale di Nianakoro Fomba Segou.
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22 gennaio 2013. Un giovane ragazzo maliano accanto a un veicolo blindato dei combattenti islamisti distrutto dagli aerei francesi, nella città da poco liberata di Diabaly.
▲ EPA/NIC BOTHMA
25 gennaio 2013. Due bambini maliani che hanno vissuto gli attacchi aerei francesi contro gli obiettivi dei militanti islamici gironzolano per la strada vicino alla loro casa, osservando la città di Diabaly, appena liberata.
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22 gennaio 2013. Un soldato maliano si avvicina a un uomo anziano ferito, seduto per terra ferito, dopo essere stato attaccato per una sua sospettata collaborazione con gli islamisti a Diabaly, appena liberata.
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22 gennaio 2013. Un uomo, sospettato di collaborazione con gli islamisti, sanguinante dopo essere stato picchiato, nella città di Diabaly.
▲ L'11 gennaio scorso il Presidente francese Hollande ha dato il via all'operazione militate Serval , intervenendo nel complicato conflitto in atto nel Mali, a poco meno di un anno di distanza dal colpo di Stato del 22 marzo 2012, che ha visto i ribelli Tuareg impadronirsi delle postazioni governative in una vasta area del settentrione del Paese, dichiarando la nascita del nuovo Stato di Azawad . I ribelli Tuareg ne hanno però perso presto il controllo, spodestati da diversi gruppi jihadisti che mirano a imporre la legge della Sharia nella regione, anche per farne una nuova base per attività terroristiche.
In seguito all'avanzata degli islamisti verso sud e alla presa della città di Konna , l'ONU ha autorizzato un'azione militare internazionale. La Francia ha però deciso di intervenire prima del previsto, per evitare ulteriori danni, con il sostegno di altri 9 Paesi occidentali e alcune nazioni africane confinanti. Finora sono stati inviati in Mali o nel vicino Niger circa 2.000 soldati africani , mentre il grosso dei combattimenti è sostenuto dai 2.500 soldati francesi impegnati nell'offensiva, in azione congiunta con le forze militari maliane per fermare le forze antigovernative.
In questa fotogallery, una serie di immagini raccontano l'operazione Serval in corso in Mali: le postazioni degli islamisti bombardate dalle forze francesi, la collaborazione tra forze governative maliane e i soldati francesi, la popolazione locale che dà loro il benvenuto, i bambini spaventati o feriti dalle operazioni in corso...
Roma invia in Malì aerei cargo e istruttori
Diteci se siamo in guerra