Economia
September 17 2012
Altro che carriera finita o sul viale del tramonto: a 57 anni c’è il picco della vitalità professionale, con un mix di competenze, passione e vigore senza pari. È quanto sostengono i ricercatori Shmuel Grimland, Yehuda Baruch ed Eran Vigoda-Gadot dell’Università di Haifa, in Israele. Nessuna difesa a priori di una categoria per anni vittima dello yuppismo a tutti i costi, bensì l’analisi dettagliata di dati su dati raccolti su un campione di 545 manager di tutte le età attivi nei segmenti high-tech, industria e infrastrutture. Quelli tra i 50 e i 59 sono risultati i più attivi con un balzo delle prestazioni a quota 57.
«Non mi stupisco» dice Stefano Trombetta della società di consulenza Accenture, che ha preparato uno studio sul mondo del lavoro coinvolgendo 500 lavoratori over 50 pescati in aziende con oltre 250 dipendenti. Obiettivo: capirne il punto di vista. Perché, volenti o nolenti, con gli ultra 50enni e oltre bisognerà fare i conti.
La popolazione invecchia e la riforma pensionistica non lascia alternative. «Abbiamo calcolato che una società di 1.000 dipendenti ne avrà 72 in più al 2020 rispetto a quanti ne avrebbe avuti pre riforma Fornero a parità di organico» continua Trombetta. E sui commenti raccolti dagli intervistati chiarisce: «Oltre il 70 per cento del campione non si percepisce affatto vecchio per il lavoro che svolge, ma sente di potere fare molto di più».
Peccato che a quell’età le occasioni di carriera scarseggino. Ed ecco la soluzione: attivare la crescita orizzontale o quella che i guru delle risorse umane chiamano «job rotation».
A parità di stipendio e qualifica si cambia reparto o divisione o in alcuni casi paese. Per continuare a crescere, mantenendo alta la motivazione. «Ma si può pure cambiare azienda» suggerisce Giorgio Ambrogioni, presidente della Federmanager, cui fanno capo 80 mila dirigenti industriali. In caso si sia perso il posto di lavoro si può tentare il rilancio. E manda un suggerimento alle piccole e medie imprese: assumete dirigenti over 50 al minimo garantito di 60-70 mila euro lordi annui e puntate su una parte variabile. Sul fronte internazionalizzazione e accesso al credito possono essere assai preziosi. E hanno esperienza da vendere.