Calcio
February 14 2020
Mano pesantissima della Uefa contro il Manchester City. La violazione delle regole del fair play finanziario costa al club inglese l'esclusione per due anni dalla Champions League a partire dalla stagione 2020-2021 con in aggiunta una multa da 30 milioni di euro. La decisione è stata notificata dalla Camera Giudicante di Nyon e si riferisce alla sopravvalutazione del valore delle sponsorizzazioni nel periodo dal 2012 al 2016. Una vicenda che è stata anche al centro di un ricorso (respinto) al Tas di Losanna da parte del Manchester City.
Il club inglese si è detto deluso ma non sorpreso del provvedimento della Uefa contro il quale proporrà nuovamente ricorso al Tas di Losanna nella speranza di ribaltare un verdetto che ha conseguenze economiche pesantissime: ogni stagione dentro la massima competizione europea vale circa 100 milioni di euro di fatturato e il bando potrebbe anche allontanare dai Citiziens i top player e lo stesso tecnico catalano Pep Guardiola, il cui futuro torna in discussione con riavvicinamento alla Juventus dopo i rumors della scorsa estate.
La Uefa ha accusato e condannato il Manchester City per una vicenda emersa nel novembre 2018 con la pubblicazione da parte del magazine tedesco Der Spiegel di mail e documenti privati comprovanti - secondo Nyon - i tentativi da parte della società di aggirare le norme del fair play finanziario sopravvalutando il peso di sponsorizzazioni. I riflettori sono stati puntati sulla partnership con Etihad Airways, 75 milioni di euro in parte versati, sempre secondo le carte dell'accusa, direttamente dalla proprietà ma scritti a bilancio come sponsorizzazione.
Il verdetto della Uefa segna un precedente fortissimo per il calcio europeo. Una sorta di monito perché mai (questione Milan a parte, ma si trattava di una storia diversa) il provvedimento dell'esclusione era stato riservato a una società del peso politico ed economico del Manchester City. Il peso delle polemiche alla pubblicazione dei documenti, frutto dell'opera di Football Leaks, aveva inciso da subito rendendo il caso-City una specie di referendum sulla tenuta dell'impianto del fair play finanziario che molti investitori nel pallone vorrebbero cambiare e rendere meno stringente.