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February 26 2015
Giampietro Manenti, presidente di un Parma sempre più sull'orlo del baratro, ha parlato del futuro del club ai microfoni di "Tutti convocati", la trasmissione sportiva di Radio 24, mostrando ancora ottimismo e assicurando che non porterà i libri in Tribunale e che la squadra sarà regolarmente in campo domenica prossima al "Luigi Ferraris" contro il Genoa per la 25ma giornata di Campionato. Ecco le dichiarazioni del n°1 gialloblu riguardo il futuro della società e le mosse in programma.
Manenti, volevo chiedere se domani incontrerà il sindaco o non c’è ancora conferma di questo incontro?
"In linea di massima sì".
Quindi in linea di massima domani vi rivedrete?
"Sì".
Lei conferma che è in grado di garantire come ha detto in questo ore che domenica il Parma giochi?
"Sì, sì, mi sento di dirlo".
Ma dovranno pagarsi i giocatori la trasferta o c'è un sistema tradizionale di garantire questa partita?
"No, no, dovrebbe essere già a posto".
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Ascolti, tutti le chiedono di portare i libri i tribunale. Ci aiuta a capire perché non lo fa, da cosa le nasce la convinzione di riuscire ad avere un piano per il Parma?
"Perché abbiamo un piano preciso".
Che è ancora attuabile?
"Certo".
No, perché tutti i giorni leggiamo che i fornitori chiudono ogni rapporto...
"Questo fa parte del gioco".
E' normale, è fisiologico?
"Sono stati buoni per due anni, è chiaro che nel momento in cui uno si è mosso, si sono mossi tutti".
Volevo chiederle se si aspetta qualcosa da Lega e Federcalcio, il 6 marzo o in queste settimane?
"No".
Non si aspetta nessun tipo di aiuto per chiudere la stagione?
"Mah, vediamo. Ci devo parlare ancora".
Ma lei, eventualmente, una mano la chiederebbe?
"Penso di no, perché andiamo avanti con le nostre forze. Solo nel caso estremo che si slitti di qualche giorno, allora proverò a chiedere".
Ma lei è ancora fiducioso che i soldi arriveranno? Li sbloccherà dall’estero: è ancora in piedi quel discorso?
"I soldi ci sono".
Però non sono ancora arrivati...
"C’è da fare prima questo discorso".
Ci sono dei club, pare il Cesena che dicono che le regole devono essere rispettate da tutti e non si possono fare eccezioni per il Parma.
"Corretto".
Questo significa che non ci può essere un intervento della Lega?
"Mah, se questo lo prevede, non ci deve essere".
Lei ha notizie di un’inchiesta della Procura di Parma per reati fiscali?
"A me non hanno ancora notificato nulla".
Oggi si è letto anche che lei non ha messo un euro nel Parma, ma ad esempio che per andare in Slovenia settimana scorsa prima ha chiesto i soldi al cassiere del club...
"Non è vero. Poi dopo produrrò anche quel documento".
Cioè quello che smentisce questa storia dei soldi?
"Che smentisce è categorico, perché il denaro non è servito a quello, è servito per fare le perizie. Comunque fa niente...".
Quindi non si è pagato la benzina per andare in Slovenia?
"Ma no, ce li ho ancora 10 euro. Ce la faccio ancora. Ad andare e venire ce la faccio ancora".
Mi dice che cosa l’ha spinta a prendere il Parma, cosa la spinge a stare dentro a questa storia, in fondo lei fino a 10 giorni fa non c’entrava nulla?
"A me piace il sistema calcio, infatti avevo provato già l’anno scorso. Mi piace la zona di Parma e quindi abbiamo cercato questa avventura".
Quindi voleva mettersi dentro al calcio italiano?
"Sì".
Non si è pentito?
"No, mai".
Ma ce qualcuno che lavora contro di lei?
"Non lo so questo".
Ha il sospetto che sia cosi?
"Mah, guardi lei…".
Lei prima mi ha detto dopo 2 anni che erano fermi i fornitori si sono mossi tutti…
"Eh, ma è corretto. L’ha fatto uno, lo hanno fanno tutti. Di solito è così che funziona, o prima magari si chiama, si chiede 'cosa avete intenzione di fare'…?".
E invece lei non ha chiamato nessuno?
"No, io ho provato a chiamare qualcuno, tant’è che qualcuno non si è mosso. Però dagli altri mi aspettavo almeno una telefonata. Ma non è un problema, non sono polemiche lei mie".
Lei ritiene di riuscire a raddrizzare la situazione?
"Ma io spero di sì, se no non sarei ancora qua".