Musica
November 10 2023
Dopo il recente doppio trionfo agli Mtv Video Music Awards e agli Mtv European Music Awards (dove in entrambi i casi hanno vinto l'ambita categoria Best Rock), i Maneskin tornano oggi nei negozi fisici e digitali con una nuova edizione del fortunato album RUSH!(arrivato al primo posto in 15 Paesi), ribattezzato RUSH! (ARE U COMING?). Il disco, oltre ad avere un artwork rinnovato che inverte la provocatoria versione originale con il "salto" della band sopra una modella, contiene cinque brani inediti, oltre ai diciassette già pubblicati nella versione precedente. Mentre abbiamo già conosciuto, nei mesi scorsi, il primo, energico singolo Honey (Are U Coming?), sono del tutto nuovi Valentine (accompagnata da un raffinato videoclip in bianco e nero), Off My Face e The Driver, mentre Trastevere, dedicato al quartiere di Roma dove sono cresciuti Damiano, Thomas, Victoria ed Ethan, era già stata eseguita per la prima volta durante l'esibizione al Circo Massimo nel 2022, ma mai pubblicata prima d'ora. Per la gioia dei collezionisti e degli amanti della musica fisica, RUSH! (ARE U COMING?) sarà disponibile, oltre che in digitale, anche nei formati CD Standard, CD Deluxe che include il Loud Kids Journal - un esclusivo libro fotografico di 152 pagine con foto dai fan - doppio LP formato standard in vinile nero da 180 grammi, doppio LP formato standard "splatter" e doppio LP formato standard in vinile trasparente.
Valentine è un'intensa ballad rock, dalle tinte dark, in cui la voce di Damiano si incrocia inizialmente con gli arpeggi di Thomas, prima che subentrino tutti gli strumenti. La canzone racconta lo struggimento di una relazione faticosa, soffocante e decadente, che porta quasi all'esaurimento nervoso: "Cammino per la stanza e mi ricopro di tatuaggi di noi. E sogno il giorno in cui ci abbracciamo e bruciamo". Atmosfere completamente diverse, dal punto di vista musicale, caratterizzano l'incalzante e ritmata Off my face, irresistibile e veloce brano funk-rock che ha un giro di basso tridimensionale, ricco di groove, che metterà a dura prova il subwoofer del vostro stereo. Anche qui il testo racconta una relazione tossica, in cui si alternano momenti di dipendenza affettiva ad altri in cui si capisce che forse, la soluzione migliore per entrambi, è andare ciascuno per la propria strada.
The Driver, che ha un incipit quasi "tarantiniano", ha la drammaticità e al tempo stesso l'epicità di alcuni brani dei Muse: la canzone è una nitida fotografia in bianco e nero sulla fase iniziale dell'innamoramento, quando si passa dall'esaltazione per il sentimento ricambiato fino alla perdita del controllo emotivo, un vortice di emozioni difficile da controllare: "Rendimi indifeso. Legami e usa la tua corda fatta di velluto". Trastevere, nonostante il titolo potrebbe far pensare al contrario, è un altro brano in inglese, icastico e ricco di pathos, costruito sopra una melodia suggestiva, in cui Damiano ricorda la sua formazione umana tra i vicoli del quartiere romano, dove quattro ragazzi con il sogno per la musica hanno mosso i loro primi passi e hanno posto inconsapevolmente le basi per una carriera folgorante, che li ha portati a suonare in ogni parte del mondo, non senza dover superare prima alcune difficoltà: "Niente viene gratis, ma puoi pagare col cuore se ne hai uno".
I brani inediti di Rush! (Are U Coming?), in conclusione, non sono scarti o B-side che vengono utilizzati spesso dalle case discografiche per giustificare l'acquisto, per i fan più accaniti, di un nuovo formato fisico di un album precedentemente pubblicato. Honey (Are U Coming?), Valentine, Off My Face, The Driver e Trastevere sono tutte canzoni "vere" e vissute, suonate e prodotte in maniera impeccabile, che, pur non essendo originalissime nella struttura musicale, hanno un sound internazionale e di grande impatto live, perfetto per essere suonato al massimo volume nei concerti in giro per il mondo che attendono nei prossimi mesi la band romana che, meglio di tutte, ha dimostrato al mondo intero che anche gli italiani possono suonare il rock senza complessi di inferiorità rispetto ai colleghi angloamericani.