Musica
January 20 2023
Poche cose in ambito musicale sono stucchevoli come le polemiche che circondano la cifra musicale dei Maneskin. Ci sono quelli che dicono che il vero rock è un'altra cosa, quelli che li considerano dei banali poseur, quelli che non si rassegnano a considerarli ciò che sono, ovvero la band italiana più popolare del mondo di sempre. Piaccia o meno...
Per fortuna è appena uscito il nuovo album, Rush! che forse una volta per tutte chiarisce un paio di concetti fondamentali. I Maneskin sono puro intrattenimento, spettacolo, show business. Con qualche peculiarità: fare successo con il rock in un'era di musica plastificata e di rapper noiosi sempre uguali a se stessi, e saper suonare. Un dettaglio quest'ultimo che fa sì che i loro show siano vivi, vitali, pulsanti e a volte imprevedibili. L'opposto dei concerti prefabbricati dove tutto suona uguale ogni sera perché metà di quel che si sente sono basi preregistrate.
Rush! è un album catchy, pieno di ritornelli e sonorità che acchiappano, in buona parte derivative, ma in fondo chi se ne frega. Il disco funziona e si fa ascoltare specie in brani come Gossip (con Tom Morello alla chitarra) Own my mind e Gasoline. Ci sanno fare i Maneskin anche perché suonano davvero come una band del loro tempo che assorbe tutte le influenze e le rielabora con una discreta dose di originalità. Sono sulla cresta dell'onda e si divertono a scrivere (evitando prendersi troppo sul serio) di sesso, droga, eccessi e vizi dello show business. Senza voler suonare come se venissero da un altro tempo della musica o cercare di fare i fenomeni dell'originalità a tutti i costi. Non male anche Mark Chapman, uno dei tre pezzi in italiano del disco.
I Maneskin, è bene ribardirlo, sono un gruppo rock dall'attitudine pop, che vuole assolutamente essere mainstream, perfetto per il 2023 e per il modo in cui oggi si ascolta la musica. Non c' è altro, non c'è truffa nè inganno, solo quattro ragazzi che piacciono e che dal vivo hanno una carica irrefrenabile. Va bene così.