​Mangia’s Brucoli Resort

Mangia’s Brucoli Resort

Italia

Mangia's Resort, dove l'estate non finisce mai

Un sole rassicurante si fa largo tra rare nuvole e invita a un tuffo in piscina o in un mare magnifico. I soliti sportivi hanno già salutato l’alba correndo per chilometri, i più hanno ignorato la sveglia e ora si godono i piaceri di una lenta colazione. Per tutti, la sera, ci sarà l’emozione di un concerto tra gli scogli o una cena con dj set di pezzi classici di musica italiana: il ritmo della nostalgia. Nell’attesa, qualcuno è già spiaggiato sul lettino, molti altri hanno preferito lasciare la loro stanza e perlustrare la zona: angoli di cultura e natura, borghi medievali o templi millenari, qui la visita alle terme, lì al vulcano o al coltivatore di manna, che non la prende dal cielo ma dalle piante e la usa per preparare dell’ottima birra.

Succede in Sicilia, dove l’estate è un concetto elastico: si allunga fino a invadere l’autunno. Dove il tempo è buono pure a ottobre o a novembre. E se pianta capricci, se piange pioggia, c’è comunque tantissimo da fare: «È il turismo delle esperienze, quello che lascia dentro memorie indelebili, irripetibili. Non si limita a offrire la raffinatezza e il relax di una struttura, ma valorizza le unicità di un territorio. Trasforma un’evasione in un’esplorazione, una vacanza in un viaggio».

È la filosofia di Marcello Mangia, realizzata negli indirizzi del brand che porta il suo cognome: Mangia’s è una collezione di 13 resort, 4 anche in Sardegna, in cui la varietà e l’originalità del contenuto si sposa con lo splendore del contenitore. «Dopo il Covid, la gente è stanca di chiudersi in una scatola, per quanto elegante. Vuole uscire, vedere, scoprire». Il segmento è quello dei quattro stelle di qualità superiore e dei cinque stelle: un gradino sotto le vette del lusso, parecchi sopra i villaggi turistici. Mangia è il presidente di Aeroviaggi: «La prima catena alberghiera italiana per letti di proprietà nelle aree di fronte al mare» spiega. Il gruppo è stato fondato nel 1973, mezzo secolo esatto fa, da suo padre Antonio.

E questo imprinting votato al fare più che al restare, più che al solo poltrire, è un fattore costitutivo: «Siamo partiti come agenzia di viaggi, ci siamo evoluti in tour operator e in attrattori di presenze straniere, dopo abbiamo iniziato a gestire hotel. Siamo siciliani innamorati della Sicilia, pensiamo di saperla raccontare, nonostante continui a riservarci sorprese, a stupirci per la sua estrema poliedricità». È una storia a capitoli, che brilla in particolare nei tre fiori all’occhiello di Mangia’s, ognuno unico per posizione e dintorni. C’è il Brucoli, fra Taormina e Siracusa, immerso in un polmone verde, un generoso orto botanico, con un poetico tramonto sull’Etna. «L’aeroporto di Catania è a una trentina di chilometri: il resort si presta benissimo per una fuga veloce dalla routine, a cominciare da un fine settimana».

C’è Torre del Barone, vicino Sciacca con la sua offerta termale, ma anche due eccezionali siti archeologici come il parco di Selinunte e la Valle dei Templi. E infine Pollina, alle porte di Cefalù, nei paraggi del Parco delle Madonie. «Un’area tanto magnifica quanto poco battuta. Un grande patrimonio boschivo ricco di tesori medievali, da Geraci a Petralia. Borghi splendidi da esplorare in autunno. Inoltre, si può raggiungere l’approdo degli aliscafi per le isole Eolie, un’ulteriore opportunità di visita». Gli ospiti non devono studiare, né arrivare preparati: a destinazione ricevono consigli su misura per un itinerario all’altezza dei loro desideri e aspettative. La sera, al rientro in struttura, possono invece scegliere di cenare in uno dei tanti ristoranti dei resort.

La tappa immancabile è il bistrot Donna Floriana, che omaggia la madre di Marcello Mangia, oggi scomparsa, recuperandone le ricette preferite, quelle delle gioiose cene in compagnia. Sono creative ma tradizionali, generose e gustose. «Semplici e tipiche, eleganti però non pretenziose». Con una sicilianità che ritorna nel sushi bar Kaigan, dove agli ingredienti giapponesi si accostano icone locali quali la melanzana o il pistacchio, mentre da Scausu Grill si va a mangiare a piedi scalzi, per un trionfo d’informalità. Non c’è la classica animazione, spesso deludente o ridondante, ma il dj set di vecchi successi o lo spettacolo dei «Pupi», il teatro delle marionette in una versione comprensibile a un pubblico poco incline al dialetto. E poi, ecco gli eventi speciali, come concerti che sottolineano ed esaltano il contesto dei resort: luoghi pensati per famiglie, ma anche per soli adulti, con piscine a loro riservate e ristoranti in cui è meno consigliato portare i bambini.

In casa Mangia’s il calore dell’ospitalità si unisce alle esigenze della contemporaneità: non a caso, per sei strutture, è stata siglata una partnership con Blackstone, uno dei più importanti fondi d’investimento a livello internazionale. Si è già proceduto a ristrutturazioni e rinnovamenti; l’idea, oltre ad allungare la stagione, è allargare, negli anni, il catalogo di proposte. E attrarre flussi inediti di turismo. «Senza spaventarci delle parole» ragiona Mangia «dobbiamo fare marketing: proporre, raccontare, far scoprire all’estero l’unicità del nostro territorio. Chi viene, resta strabiliato, ritorna, sparge la voce. Sarebbe opportuno sostenere questa reputazione: prendere come esempio la Spagna o altri Paesi meno fortunati di noi dal punto di vista paesaggistico o storico, che all’atto pratico sono più furbi o soltanto strategici. Dovremmo smetterla di essere un’occasione mancata». Intanto, noi che già sappiamo, noi che conosciamo il segreto, possiamo goderci l’incanto di questi tesori sin da subito, dalle prossime settimane. Anche a ottobre inoltrato: «La Sicilia è il fulcro del made in Italy. C’è di tutto per rilassarsi, per vivere esperienze, per scacciare via la noia. Qui da noi l’estate, intesa come stagione d’evasione, come tempo d’arricchimento, non finisce mai».

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