Lifestyle
January 22 2018
Le parole che più si sono rincorse nella tre giorni di Care’s 2018 sono state "consapevolezza, coscienza, sostenibilità". A dirle, produttori dei più disparati ingredienti, dallo zafferano al miele, dal vino alle uova, dalle bollicine alla pasta. Ma soprattutto, pronunciate e messe in pratica dai 39 chef chiamati a raccolta in quella che a detta di tutti è l’appuntamento dell’anno per chi crede nella parola “responsabilità”.
Care’s, The ethical chef days ha scomodato per l’appunto la parola “etica” portandola in cucina, sottolineando l’esigenza di mettere nei piatti cibi sani, con ingredienti che non danneggino il pianeta, nella loro messa a punto.
L’idea di questo singolare appuntamento è venuta a Norbert Niederkofler, tre stelle Michelin del ristorante dell’Hotel Rosa Alpina a San Cassiano e a Giancarlo Morelli, una stella e tre ristoranti nel milanese sempre esauriti. Il luogo: l’Alta val Badia con le Dolimiti a sentire il profumo dei piatti cucinati. Cuochi e chef non in gara ma in armonia a scambiarsi consigli e idee: nomi italiani come Pino Cuttaia, Alfio Ghezzi, Filippo La Mantia, Segio Mei, e stranieri come Mitsuharu Tsumura, Jock Zonfrillo, Matt Orlando. Solo per citarne alcuni.
Il vero goal di questa edizione (14-17 gennaio) è che non è stato solo un parlarsi addosso fra “anime candide”, quelle che insieme a Papa Francesco hanno capito la gravità della salute della Terra: per la prima volta infatti si è allargato il discorso, uscendo dalla nicchia (non completamente) e pensando in grande. Non a caso, lo slogan di questa edizione è stato: “La sostenibilità non si dice, ma la si fa nel proprio piccolo e su grande scala”.
Così, oltre agli chef provenienti da 14 nazioni (Australia compresa) e ai produttori “ecologici”, fra gli ospiti a dire la loro durante i talkshow anche Oscar Farinetti, patron di Eataly e ideatore del progetto FICO (fabbrica italiana contadino), e Christian Fisher, docente all’università di Bolzano. Non solo, anche rappresentanti di grandi realtà come Costa crociere che in collaborazione con il Banco alimentare cercano di ridurre gli sprechi e di distribuire le eventuali eccedenze.
Spiazzando la platea di addetti ai lavori del cibo più che dell’auto, Fabrizio Longo direttore Italia di Audi (main sponsor) ha incantato gli astanti prefigurando un futuro, non troppo lontano, di auto pulite, silenziose, performanti, non inquinanti e anche alleate del portafogli. Come? Col metano e l’energia elettrica, eliminando o riducendo benzina e gasolio. Il punto, secondo Longo, è che si dovrebbe fare squadra fra i marchi dell’auto e fare sistema con leggi ad hoc. Cosa difficile in Italia. E così, fra i molti buoni propositi ascoltati e sogni già realizzati, questo ci sembra il più forte. E il più difficile. Speriamo, non impossibile.