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Chi c'è dietro i manifesti pro-Putin a Roma: «La Russia non è nostra nemica»

«La Russia non è nostra nemica». È questo il messaggio che campeggia su diversi manifesti pubblicitari apparsi nelle strade di Roma nelle ultime settimane. Un invito esplicito a interrompere l'invio di armi all’Ucraina e a Israele. Sui cartelloni 3x2 e sulle vele pubblicitarie che attraversano la città compare, insieme allo slogan, l’immagine di due mani che si stringono: una decorata con i colori della bandiera italiana, l'altra con quelli della Federazione Russa.

Secondo quanto riportato da un servizio de Linkiesta, la campagna sarebbe stata promossa e finanziata da Domenico Aglioti, già consigliere municipale nella scorsa consiliatura nel quartiere Monte Mario (Roma XIV), presidente della Commissione Cultura e tra i fondatori del M5S a Roma. Viene descritto come un "animatore dei movimenti no-vax, anti 5G e putiniano", come colui che ha lanciato e sostenuto l'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi.

La società che ha gestito l'affitto degli spazi pubblicitari, la “Nuovi Spazi Advertising”, non ha fornito risposte in merito al costo di questa campagna. Tuttavia, si stima che circa una ventina di manifesti siano stati affissi per più di due settimane e che almeno cinque vele motorizzate abbiano percorso le strade di Roma. Secondo alcuni esperti del settore, un’operazione di questa portata potrebbe aggirarsi tra i 30.000 e i 50.000 euro.

Intanto, ci si inizia a chiedere se Aglioti, cittadino semplice e militante del M5S con un passato da informatico presso Leonardo, abbia sostenuto personalmente questa spesa o se ci siano finanziamenti esterni coinvolti: «Chi finanzia questa campagna pubblicitaria a favore di un Paese, la Russia appunto, sotto pesanti sanzioni Ue per l'aggressione militare nei confronti dell'Ucraina e per le violazioni dei diritti umani?», chiedono chiarimenti Federica Onori, deputata di Azione, e Flavia De Gregorio, capogruppo al consiglio comunale di Roma della lista Civica Calenda.

Un'altra questione riguarda il ruolo del Comune di Roma e delle altre amministrazioni coinvolte, che non hanno inizialmente preso provvedimenti contro la campagna. L'articolo 12-bis del Regolamento del Comune di Roma in materia di pubblicità stabilisce infatti che «È vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo delle libertà individuali, dei diritti civili e politici».

«A Roma, come Azione, abbiamo presentato un'interrogazione al sindaco Gualtieri perché faccia chiarezza e sgomberi il campo da qualsiasi ambiguità» fanno sapere Onori e De Gregorio, domandandosi «se c'è una rete informale che coordina la realizzazione di queste iniziative nelle città italiane». Gli stessi manifesti sono infatti comparsi anche a Verona, Parma, Ferrara e Lamezia Terme.

La risposta dell’amministrazione comunale non si è fatta attendere. Monica Lucarelli, assessora alle Attività produttive di Roma Capitale, ha dichiarato che «L'amministrazione è intervenuta in maniera tempestiva per risolvere la questione dei manifesti pubblicitari 'La Russia NON è nostra nemica'. Il 10 settembre è stata emessa una prima diffida alla società responsabile, con l'ordine di procedere alla rimozione immediata dei manifesti. Grazie a una risposta rapida, l'operazione è stata completata lo stesso giorno. Contestualmente, abbiamo chiesto alla polizia locale di monitorare attentamente il territorio per individuare la presenza di altri manifesti con contenuti simili, in modo da intervenire tempestivamente e prevenire nuove affissioni irregolari». Nove giorni dopo è stata emessa una seconda diffida a dimostrazione «dell'impegno costante dell'amministrazione nel garantire il rispetto delle normative e nel tutelare il decoro urbano».

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