Politica
August 11 2022
In un momento in cui i sondaggi danno in forte vantaggio il centrodestra la candidatura di Carlo Cottarelli a Milano da parte del Pd avrebbe la funzione di intercettare i voti dell’ala moderata dell’elettorato del centro-nord nell’ambito di una campagna elettorale che il centro-sinistra sta traghettando sempre più verso posizioni radicali perdendo consensi e fette di elettorato.
Sarebbe questo, secondo il sondaggista, sociologo e saggista Professor Renato Mannheimer, l’obiettivo che il centrosinistra sta tentanto di raggiungere con il colpo di scena di mezza estate quando, a cavallo della settimana di Ferragosto, Enrico Letta ha annunciato la candidatura del Professor Carlo Cottarelli sia all’uninominale sia al proporzionale in Lombardia, per la precisione nella roccaforte del centrodestra di Milano
“Il centro sinistro – ha spiegato Mannheimer a Panorama.it - nelle ultime due settimane – con tutto quello che è successo – ha diminuito la propria area elettorale di riferimento e ora sembra indirizzato su una fetta di elettorato collocato nettamente a sinistra e insiste su quello con il problema che l’alleanza guidata dal PD non ha dentro i Cinque Stelle che – come noto – al Sud raccolgono ancora un certo numero di voti. La capacità di conquista dei seggi in Italia del centrosinistra nelle ultime due settimane è comunque certamente diminuita”.
Un candidato forte per il centrosinistra come l’ex Presidente del FMI Carlo Cottarelli potrebbe, quindi, spostare elettorato in termini di voti? Può ed esempio modificare le sorti di un collegio uninominale che pare destinato al centrodestra?
“Sì. Non cambia tanto a livello nazionale, nel senso che un candidato in più per il Pd o un candidato famoso per il Pd non cambia la sostanza dato che la gente vota per il partito o per la coalizione, e naturalmente per la coalizione, non per il singolo candidato. A livello di collegio, però, se Cottarelli sarà in grado di fare una buona campagna nel collegio uninominale di Milano sicuramente potrebbe rappresentare un’attrazione per un certo tipo di elettori anche se Cottarelli è sicuramente un nome noto, ma è noto a quelli che leggono il giornale, mentre la gran parte della popolazione i quotidiani non li legge e se vota voterà per la coalizione più che per il candidato; un po’ di spostamenti, comunque, li può fare. La possibilità di ribaltare realmente il risultato dipende però dalla forza del centro destra in quello specifico collegio. Per esempio se Cottarelli si troverà di fronte ad un Albertini – che è un altro che sposta voti – la strada potrebbe complicarsi. Ripeto: la popolarità di Cottarelli è alta, ma non così alta come ad esempio quella di un Albertini. Alla fine comunque il risultato finale delle elezioni dipenderà dalla campagna dei leader nazionali”.
“Tutti questi – aggiunge poi il Professor Mannheimer – sono solo risultati di sondaggi, e dei sondaggi non bisogna mai fidarsi perché l’elettorato segue in questo momento distrattamente dal mare la campagna elettorale e deciderà a settembre. Alle ultime europee il 20% dell’elettorato ha deciso nell’ultima settimana quindi tutto può ancora capitare”
Il centro non sembra, in questo momento, raccogliere nei sondaggi una grande quantità di consensi; l’unione tra Calenda e Renzi potrebbe stimolare l’elettorato da questo punto di vista o allontanarlo ulteriormente dall’alleanza centrista?
“Secondo me lo stimola anche se al momento è molto difficile fare sondaggi perché il campione preso in considerazione ha margini di approssimazione ancora molto ampli nell’ordine del 2 o 3 per cento che sembra niente da un punto di vista statistico ma vuol dire entrare in Parlamento o no. Io continuo a pensare che il centro possa essere in certi collegi – specialmente in Lombardia e specialmente a Milano – un elemento di attrazione che se Renzi e Calenda fanno una buona campagna elettorale possono ottenere buoni risultati, superiori a quelli che danno loro i sondaggi adesso”.