La Manovra del Governo Conte, del Governo gialloverde, la Manovradelpopolo ha avuto l'ok dalla Commissione Europea dopo settimane di trattative intense in quello che è stato un vero e proprio braccio di ferro con risvolti tanto economici quanto politici.
Settimane in cui non sono mancate le dichiarazioni di fuoco da Roma come da Bruxelles, comprese minacce, accuse, muri alzati e poi, piano piano smantellati. Così, nel giorno in cui arriva l'ok e l'Italia può festeggiare la mancata procedura di infrazione, è l'ora del bilancio "politico", protagonista per protagonista. Tutti che oggi cantano vittoria
Giuseppe Conte: 7. Il Presidente del Consiglio è in assoluto il vero, unico vincitore personale di questa "trattativa". Partito come burattino dei due Vice Premier si è ritagliato il suo spazio e, alla fine, ha gestito da solo le fasi finali dell'accordo. Dicono sia anche riuscito a tenere testa e persino a far cambiare idea su un paio di cose al duo Salvini-Di Maio.
Matteo Salvini: 6. Ha tenuto testa, ha sfidato il nemico "storico", ha portato a casa la fine della Fornero con la famosa "quota 100" per le pensioni. Ma, di sicuro viste le dichiarazioni di partenza i passi indietro e le concessioni (all'Europa e forse anche alla logica) non sono mancate
Luigi Di Maio: 5. Nel calcio si direbbe di un difensore che ha fatto la sua partita a testa alta ma che poi ha regalato con un fallo stupido il rigore del pareggio agli avversari. Ecco, l'immagine sua al balcone di Palazzo Chigi la sera del deficit a quota 2,4% pesa come un macigno sulla valutazione finale. Tradito dell'emozione (e dalle pressioni interne?)
Giovanni Tria 5,5: Di sicuro l'anello debole del Governo nella trattativa con Bruxelles al punto che rischia di perdere la poltrona di Ministro un giorno si e l'altro pure. Ed alla fine ecco il "dispetto" a Conte sull'annuncio del via libera. A suo favore l'imitazione di Crozza, una delle cose più divertenti della tv 2018
Opposizione: sv. Per settimane hanno attaccato, criticato in ogni modo ed in ogni luogo. La sensazione però è che fossero fuori dal campo a guardare gli altri giocare (non senza invidia).
Pierre Moscovici: 6. "Non sono Babbo Natale" (a Matteo Salvini, 22.11.2018), "Non sono nemico dell'Italia" (sempre a Matteo Salvini, 22.10.2018). Dice tutto ed il contrario di tutto ma non si tratta di instabilità mentale, quanto di una strategia vecchia più dello spread, quella del bastone e della carota. Che, alla fine, come in ogni accordo, funziona.
Jean-Claude Juncker: 5. Mettetevi nei suoi panni: la sciatica vi affligge, la Gb sta lasciando l'Europa, la Francia è sotto scacco dei gilet gialli, e si trova in Italia un Governo di assoluti sconosciuti oltre che nemici. Per fortuna, sua e nostra, a maggio si vota un nuovo Parlamento Europeo e lui avrà più tempo per andare dall'osteopata.