Economia
November 06 2018
La manovra di bilancio inizierà il suo iter in Parlamento la prossima settimana, ma fin d’ora i contribuenti possono aspettarsi la brutta sorpresa legata all’aumento di alcune tasse, che faranno incassare al fisco circa 370 milioni in più.
In particolare a subire rincari saranno le sigarette, con le accise che per ogni singolo pacchetto potrebbero aumentare di ben 10 centesimi, e i giochi d’azzardo, con un vero e proprio giro di vite che potrebbe generare per le casse dello Stato un gettito aggiuntivo di circa 240 milioni di euro.
Ma le citate brutte sorprese non finiscono qui. Perché altri aumenti potrebbero arrivare a livello locale, visto che il governo ha deciso di eliminare i vincoli che limitavano i sindaci ad innalzare le aliquote finora praticate per Imu e addizionali varie. Ma vediamo nel dettaglio quali sono li misure fiscali che potranno generare aumenti tariffari per i contribuenti.
Come già citato, i primi, e probabilmente più sicuri aumenti di prezzo sono quelli che riguarderanno le sigarette. Dai tabacchi si attendono infatti complessivamente 132,6 milioni in più per un aumento della tassazione legata alle accise.
L'aumento per i fumatori non è una certezza ma è ad alto rischio, visto che i rincari per i produttori quasi ogni volta si sono trasferiti sui consumatori. L'aumento potrebbe essere generalizzato per tutte le fasce di prezzo, e ammontare, come già ricordato, a circa 10 centesimi in più a pacchetto.
Nella manovra, come accennato, si tornano anche a colpire i giochi d’azzardo legali. In effetti non è la prima volta che il governo, soprattutto su input della componente grillina, mette nel mirino il vizio del gioco. Infatti, con un precedente decreto, emesso nel luglio scorso, era stato già aumentato il prelievo sulle videolotteries e sulle slot machine.
Ora, le nuove misure messe in cantiere nella manovra prevedono un ulteriore incremento del cosiddetto Prelievo erariale unico, che si abbatterà proprio sulle macchine per giochi e intrattenimento. Una misura, che come già ricordato più sopra, dovrebbe portare a un aumento del gettito fiscale stimato in circa 240 milioni di euro.
Il terzo grande allarme di tipo fiscale contenuto nella manovra riguarda poi le tasse locali. Si tratta in questo caso di un rischio, perché non è detto che tutti i sindaci ne approfitteranno.
Ma la mancata conferma del già citato blocco degli aumenti di tributi e addizionali locali ovviamente non promette niente di buono, considerando la cronica mancanza di risorse lamentata da moltissimi enti locali.
In questo senso è utile ricordare che proprio le imposte locali erano congelate dal 2016 per volere dei governi Renzi prima e Gentiloni poi. Ora senza il rinnovo della norma Regioni e Comuni, che non l'avevano già fatto in precedenza, potranno aumentare le aliquote fino ai livelli massimi.
Cioè il 3,3% per l'addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale (con l'eccezione di Roma dove è già allo 0,9%) e il 10,6 per mille per Tasi e Imu sulle seconde case. Staremo a vedere.